Dopo tutte le polemiche che hanno accompagnato i lavori intorno alla nascita del nuovo Codice dei Beni Culturali, le città italiane d’arte e di cultura hanno espresso un giudizio positivo sul nuovo strumento normativo ma hanno anche evidenziato un’apertura di fiducia ancora troppo limitata dello Stato nei loro confronti: è quanto emerso oggi al Castello di Rivoli durante il seminario dal titolo “Il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio. Il ruolo delle Amministrazioni Comunali” organizzato dal Cidac, l’Associazione delle Città d’Arte e Cultura che riunisce oltre 40 città italiane, presieduta dalla Città di Torino.
Al convegno, cui hanno preso parte Fiorenzo Alfieri, Assessore alle Risorse e allo Sviluppo della Cultura della Città di Torino e Presidente del CIDAC e Ledo Prato, Segretario Generale del CIDAC, sono state analizzate nel dettaglio le novità ed alcune problematiche introdotte dalla nuova normativa. La prof.ssa Claudia Tubertini dell’Università di Bologna ha sottolineato da un punto di vista giuridico le nuove potenzialità ma anche alcune incertezze che il Codice introduce, soprattutto in termini di procedure per l’individuazione di nuove forme di collaborazione fra Stato e Comuni.
Diversi partecipanti hanno infatti notato come non sia ancora chiaro il tema della concertazione che anima il codice e come vada attivato, notando inoltre che il Ministero non si è ancora attrezzato in tal senso. Alberto Vanelli, Direttore dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Piemonte e Responsabile del Coordinamento delle Regioni ha sottolineato come le Regioni e le Direzioni Regionali del Ministero dei Beni Culturali siano gli interlocutori più idonei per avviare la concertazione interistituzionale, ed ha inoltre sottolineato come ci sia da parte del Ministero una volontà di incoraggiare gli enti locali a presentare progetti di sviluppo dei sistemi locali di beni culturali in vista di un rafforzamento delle potenzialità del turismo culturale delle città d’arte, a compensazione di una flessione del settore turistico nel suo complesso ed in particolare nel comparto balneare.
Le soluzioni prospettate richiamate ad innovare le modalità di gestione sono il frutto di un lavoro che da anni le città svolgono, come ad esempio Torino ha già avuto modo di dimostrare. Nel pomeriggio Daniele Jalla, Dirigente Coordinatore per i Servizi Museali della Città di Torino, ha presentato la proposta di regolamento in materia di patrimonio culturale e musei a Torino. Si tratta di una delle possibilità previste dalla nuova normativa di settore, che è stata ritenuta un utile modello da esportare e adeguare alle specificità delle altre realtà cittadine .
L’assessore Alfieri ha sottolineato la centralità delle città nella valorizzazione del patrimonio culturale italiano e l’utilità di un’associazione come CIDAC di diventare interlocutore del Ministero e soggetto promotore di nuove iniziative. Le città si augurano dunque che il Ministro avvii un tavolo di confronto sulle questioni ancora aperte.
Il seminario a Torino è stata anche l’occasione di presentare agli oltre 20 partecipanti dalle diverse città italiane la ricchezza dell’offerta culturale tori-nese e le grandi trasformazioni urbane in atto: molto positivo è stato il giudizio espresso dagli assessori alla cultura italiani che hanno apprezzato le mostre in corso, l’itinerario delle Luci d’Artista e che hanno potuto conoscere da vicino gli interventi principali in vista dell’evento olimpico. (e.v.)
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