CITTA' DI TORINO - COMUNICATO STAMPA
UN CASO DI SEGREGAZIONE RISOLTO DALLA POLIZIA MUNICIPALE
Gli agenti della Polizia Municipale che seguono le cosiddette "fasce deboli" hanno recentemente risolto un caso di segregazione ai danni di una giovane marocchina. In settembre una ragazza marocchina di 21 anni, che convenzionalmente chiameremo E.M., ha telefonato di nascosto al padre in Marocco riferendogli di essere tenuta segregata in casa dal marito, un connazionale trentaduenne sposato in patria 3 anni fa ma raggiunto in Italia soltanto da un anno: la coppia vive a Torino ed il marito della ragazza è operaio metalmeccanico in una fabbrica nella cintura.

Il padre della giovane ha contattato un'associazione marocchina di volontariato chiedendo aiuto per la figlia: l’associazione si è messa a sua volta in contatto con un'associazione di volontariato che nella nostra città si occupa di donne vittime di violenza la quale ha coinvolto il “Comitato di Coordinamento contro la violenza sulla donna” di via Bazzi. Il Comitato, tramite un Ispettore che vi opera, ha messo in movimento il “Gruppo Tutela Fasce Deboli" della Polizia Municipale che è poi stato delegato ad intervenire, dopo osservazioni e controlli, dalla magistratura.

Qualche giorno fa, avendo la certezza che il marito della ragazza si trovava al lavoro, gli agenti sono andati a casa della coppia accompagnati da una mediatrice culturale marocchina: la ragazza, che era in casa con una ragazza ucraina (clandestina) ed un cittadino del Bangladesh ospiti del marito, con l’aiuto dell'interprete ha confermato di essere tenuta in stato di segregazione e di volersene andare dalla casa del marito poiché da un anno le era vietato di uscire e le era vietata qualsiasi forma di contatto con il mondo esterno.

Gli agenti hanno accertato che, se anche le modalità di questa "segregazione" non erano violente, c’erano tutti gli elementi per configurare il reato di sequestro di persona: la ragazza, visibilmente sollevata e con al seguito i bagagli, ha quindi seguito spontaneamente gli agenti agli uffici del Comando. Lo stesso Comando ha poi provveduto a contattare un'associazione di volontariato che ha accolto E.M. in un alloggio "protetto", mentre i due ospiti dell’appartamento sentiti come testimoni hanno confermato lo stato di segregazione della ragazza.
In serata si è presentato al Comando il marito della ragazza, che è stato denunciato a piede libero. (e.v.)


Torino, 28 Ottobre 2004
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