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COMUNICATO
STAMPA |
CHIAMPARINO A NOORDWIJK, IN RAPPRESENTANZA DEI SINDACI ITALIANI, RECLAMA L’ATTENZIONE DELL’UNIONE EUROPEA |
Sergio Chiamparino, Primo cittadino di Torino, è intervenuto oggi, in rappresentanza dei sindaci italiani, al City Summit convocato dall’Unione Europea nella città olandese di Noordwijk. La riunione ha lo scopo di permettere ad oltre 500 realtà urbane europee di esprimersi sulla proposta dei nuovi regolamenti su Fondi strutturali (2007-2013) che la Commissione ha emanato lo scorso luglio ed il cui iter terminerà la prossima primavera.
Il City Summit è un importante strumento di comunicazione e pressione per le città, in previsione del prossimo Vertice dei ministri responsabili delle questioni urbane. "Torino, una delle 70 città Urban 2 d’Europa, è lieta di essere a questo tavolo, anche in rappresentanza delle molte città italiane con le quali abbiamo preparato un documento comune, che vuole essere un segnale dell’interesse crescente delle città italiane e dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani che le rappresenta, nel partecipare al dibattito europeo sulle città – ha spiegato Sergio Chiamparino, nella sua introduzione - . Noi proveniamo dalla positiva esperienza di Urban 2, che ci ha permesso di occuparci dei quartieri disagiati della città nel modo più appropriato, come Mirafiori Nord e Porta Palazzo, attraverso un approccio integrato, quindi multidimensionale, e attraverso il coinvolgimento dei cittadini e delle realtà economiche e sociali nella realizzazione. I programmi Urban hanno favorito la diffusione di approcci innovativi, creando un patrimonio che non deve andare perduto; tramite questo approccio i nostri cittadini hanno potuto constatare direttamente gli effetti delle politiche dell’Unione sulla loro vita concreta. Ciò, più di molto altro, li fa sentire pienamente cittadini d’Europa".
Le città italiane chiedono che il 20 % del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale sia dedicato alle iniziative urbane. Ha sottolineato Chiamparino: "Senza un supporto concreto della Commissione rischiamo di soccombere nella dialettica e nella negoziazione che ci sarà tra Stati Membri, Commissione e Regioni. Le città italiane desiderano essere i promotori della strategia di sviluppo urbano, e vogliono una responsabilità e una gestione diretta degli interventi, come è stato per URBAN, programma con il quale città del Nord come del Sud dell’Italia hanno consolidato la loro lotta al degrado. Tanto che in Italia abbiamo anche spinto il Governo, su iniziativa dell’ANCI e in stretta alleanza con il Ministero delle Infrastrutture, ad investire ulteriormente su URBAN II creando Urban Italia, che ha consentito di finanziare altri 20 progetti in altrettante città, e con un’ulteriore misura denominata Contratti di Quartiere".
Nel suo intervento il Sindaco di Torino si è anche soffermato sulle strategie di sviluppo: " I grandi temi prioritari per le città non si esauriscono nel tema della rigenerazione urbana: oggi abbiamo la priorità’ dell’ambiente urbano, della gestione della mobilità e dei trasporti - che è insieme un obiettivo di salute, qualità della vita, uso razionale dell’energia - ; abbiamo la priorità di sviluppare i poli di eccellenza, l’innovazione e la ricerca; abbiamo il problema della sicurezza che si coniuga con inclusione sociale e occupazione; abbiamo il problema di ricucire il rapporto tra la città e il suo territorio circostante, che possono essere le città satellite o aree rurali, da integrare meglio nel tessuto urbano, con servizi ed elementi di continuità; abbiamo certamente il recupero delle periferie o degli spazi destinati un tempo ad uso industriale che devono essere reintegrati nel tessuto urbano".
Quello di Noordwijk è un appuntamento strategico, come lo fu l’Urban Forum di Vienna, nel 1998. Allora i sindaci delle città riuscirono a convincere la Commissione a riproporre i finanziamenti di Urban 2, contrariamente alle proposte iniziali che andavano verso l’abolizione. Ciò che si prospetta è il riconoscimento di una priorità urbana all’interno del nuovo regolamento del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, quella che alcuni sindaci chiamano Urban+. Quanto le città saranno in grado di ottenere, dunque, dipenderà dalla negoziazione interna ai paesi membri, dove allo Stato spetta la definizione del quadro strategico da comunicare e negoziare con Bruxelles, mentre alle regioni resterà il compito di interpretare il quadro, proponendo, se lo vorrà, nei Programmi Operativi misure specifiche rivolte alle città.
(gf)
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