“Dopo un primo incontro nel mese di agosto, abbiamo subito richiesto all’Arpa un parere tecnico che oggi ci dà un quadro decisamente non allarmante. Siamo disponibili a lavorare seriamente per dare risposte altrettanto serie ai cittadini. Continueremo ad occuparci del problema e, con dati nuovi, ci reincontreremo a metà 2004”. Così il vicesindaco Marco Calgaro ha concluso l’incontro con i cittadini di via Pomaro, che segnalavano una recrudescenza del numero dei tumori nella via del quartiere di Santa Rita, indicando nella presenza di otto ripetitori in poche centinaia di metri la sua possibile causa. Era presente il presidente della Circoscrizione 2, Juri Bossuto. Il vicesindaco ha presentato la ricerca commissionata all’Arpa Piemonte sull’incidenza dei tumori in quella parte di quartiere che comprende via Pomaro, dalla quale emergono risultati che non si discostano significativamente dalla media cittadina, e quindi smentiscono gli allarmismi. Da parte dei cittadini si è chiesto un incontro pubblico per diffondere tali conclusioni al più ampio numero di persone, che si terrà entro un mese a partire da oggi.
Il rapporto sulla “Distribuzione dei tumori emolinfopoietici (leucemie) nell’area di via Pomaro” è uno studio sulla presenza di patologie tumorali realizzato da Ennio Cadum e Moreno Demaria, dell’Area di epidemiologia ambientale Arpa Piemonte, e da Giuseppe Costa, professore del dipartimento di Igiene e Microbiologia, Facoltà di Medicina dell’Università di Torino.
Le fonti del rapporto sono state di tre tipi: i dati sui ricoveri ospedalieri per patologie tumorali dal 1995 al 2002, i dati sulla mortalità dal 1980 al 2002 e il Registro tumori dal 1985 al 2002. La mortalità nell’area considerata per tumori linfopoietici (linfomi) è di 38 casi con un’incidenza del 20.91 per centomila, sostanzialmente in linea con la media cittadina (20.61). Nell’isolato di via Pomaro si registra una concentrazione maggiore di ricoveri (4 sui 27 dell’intera area), ma Cadum spiega che “non si conoscono tutte le cause di queste patologie, si fanno ipotesi ma non vi sono certezze sulle cause: si sa soltanto che tali tipi di tumori tendono a concentrarsi, a raggrupparsi per aree. Una concentrazione causale e non motivata da fattori ambientali”.
Resta il fatto che Torino non si differenzia dal resto del mondo occidentale nella crescita del numero di tumori di questo particolare tipo: il tasso è raddoppiato rispetto al periodo 1985/89, passando da 29.0 per 100mila a 42.8 per 100mila del 95/98. Le cause: benzene e derivati (benzine, fumo di sigaretta), esposizioni di tipo professionale (solventi, ferro, gomma), radiazioni ionizzanti. I ripetitori? Sono otto in poche centinaia di metri ma, secondo Cadum, “sulle radio frequenze non ci sono sufficienti prove che ci sia una correlazione tra presenza di radioonde e leucemie. Inoltre a 40 metri dal ripetitore l’esposizione non è differente da quella relativa a un telefonino o a un televisore”.
(mm)
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