“L’assenza nel testo della finanziaria presentata dal Governo alla discussione delle Camere di un qualsiasi riferimento ai contributi per il sostegno alla locazione previsti dalla legge 431/98 è una decisione grave, che rischia di mettere in gravi difficoltà migliaia di famiglie che versano in condizioni di disagio economico”. Lo ha affermato oggi a Palazzo civico Roberto Tricarico, assessore all’Emergenza abitativa del Comune di Torino, alla presenza dei giornalisti, delle associazioni degli inquilini, dei sindacati.
“Nel corso degli ultimi due anni l’entità dei fondi da distribuire si è dimezzata, mentre sono raddoppiate le domande – ha proseguito Tricarico - Di fronte a una crescita della domanda, il Governo ha progressivamente eroso i fondi in precedenza garantiti fino ad arrivare alla cancellazione del contributo, un’opera di smantellamento graduale e progressivo. Io propongo al Governo di ripensarci e di recuperare insieme le energie per governare l’emergenza abitativa nelle grandi città”.
Una sollecita richiesta di intervento del sindaco e della giunta presso i governi regionale e nazionale è venuta oggi anche da alcuni consiglieri comunali. Lucia Centillo, Marilde Provera, Giovanni Nigro, Gianguido Passoni e Tommaso Panero hanno infatti sottoscritto una proposta all’ordine del giorno del Consiglio comunale di Torino che chiede alle cariche amministrative della città di sottoporre al Governo la necessità di adeguati fondi per sostenere quanti hanno difficoltà a mantenere un’abitazione minimamente decorosa.
Il contributo per il sostegno alla locazione è rivolto a cittadini con un reddito annuo lordo complessivo (dato dalla somma dei redditi di tutti i componenti il nucleo familiare risultante dallo stato di famiglia al momento della pubblicazione del bando ossia il 13 gennaio 2003), non superiore a 9.941,33 euro e che pagano un canone annuo di affitto incidente su tale reddito almeno per il 12 per cento. Oppure, un reddito annuo lordo non superiore al limite per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica, il cui canone annuo di affitto incide su detto reddito almeno per il 18 per cento.
Fino al 2001 il contributo ha coperto interamente la differenza tra l’incidenza del canone sul reddito e il limite indicato dal bando del 12 o del 18 per cento. Poniamo, ad esempio, che il canone incida del 20 per cento sul reddito e il richiedente abbia le caratteristiche per incassare il contributo della seconda fascia (del 18 per cento). Il Comune finanzierà il 2 per cento di differenza. Fino al 2001 questa cifra poteva essere coperta interamente, mentre dal 2002 si è scesi al 65 per cento e nel 2003 al 28. Ciò a causa della inadeguata copertura dei fondi stanziati a fronte dell’aumento delle richieste accoglibili.
(mm)
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