CITTA' DI TORINO - COMUNICATO
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PERIFERIE DA ABBATTERE: FIRENZE E TORINO DICONO "SI, MA ANCHE LA CASA A CHI NON CE L'HA" |
Gli Assessori alle Politiche per la casa dei Comuni di Firenze e Torino, città ad alta tensione abitativa, con oltre 10.000 sfratti pendenti, con 25 mila famiglie in attesa di un alloggio popolare si dichiarano da anni impegnati sul fronte della riqualificazione urbana e della rigenerazione ambientale delle periferie.
"A Torino, - spiega l’Assessore Roberto Tricarico - , entro la fine dell’anno cadrà la Torre di via Garrone 73 e nei mesi successivi quella di via Artom 99, nello storico quartiere di 41.000 abitanti nato e cresciuto negli anni ’60 intorno alla FIAT. L’operazione coinvolge circa 200 famiglie, alle quali abbiamo trovato una sistemazione alternativa".
"Anche a Firenze - dichiara l’Assessore Tea Albini - l’intervento più significativo di riqualificazione urbana è quello nel quartiere delle "Piagge" dove l’Amministrazione Comunale sta procedendo al restyling delle c.d. "Navi" e alla creazione di servizi e spazi necessari a rendere possibile e dignitosa la vita per le famiglie che abitano nei 600 appartamenti, superando di fatto il concetto urbanistico tipico degli anni 70 del c.d. quartiere dormitorio".
Questi programmi tuttavia non risolvono la grave emergenza abitativa che nel nostro Paese continua ad essere di drammatica attualità e che solo il patrimonio pubblico di case popolari riesce in parte a ridurre.
Le risposte sinora avute dal Governo sono di assoluto disinteresse e si sono ridotte esclusivamente al provvedimento di proroga degli sfratti.
Lo scorso anno il fondo nazionale per il sostegno alle locazioni, previsto dalla legge 431/98 è stato decurtato di 86 milioni di euro. Nel 2003 sono stati tagliati altri 3 milioni di euro sullo stesso capitolo. Con l’esaurirsi dei fondi Gescal sono sparite anche le risorse per la nuova edilizia sovvenzionata, a fronte di un mercato privato della locazione che appare in molte città ancora poco accessibile. "Occorre individuare – spiegano gli assessori – forme certe di finanziamento per l’edilizia residenziale pubblica: senza certezze di finanziamento non è possibile realizzare una seria politica abitativa, volta anche alla riqualificazione delle aree degradate".
"Sui Comuni- dichiarano i due assessori- gravano non poche difficoltà, infatti data la scarsità di risorse a loro disposizione per i tagli di trasferimenti erariali non possono coprire la carenza di risorse con fondi propri; ma non possono nemmeno aumentare la spesa totale, a causa del rispetto dei vincoli dettati dai vincoli di stabilità interno".
Per cui il problema dell’abitare è talmente complesso che è riduttivo parlare di abbattimento di alcuni quartieri, soprattutto nelle grandi città, occorre accentrare invece l’attenzione su quello che questo rappresenta.
"E’ necessario riappropriarsi del tema – concludono gli assessori - e renderlo centrale nel dibattito politico con una coralità di risposte che non possono essere solo quelle dei Comuni. Ecco perché anche i Comuni insieme ai Sindacati e alle Regioni hanno chiesto al Governo la convocazione della Conferenza nazionale sulla casa dove poter definire metodi e risorse per migliorare questo aspetto non secondario del nostro vivere".
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