CITTA' DI TORINO - COMUNICATO STAMPA
ANZIANI. LETTERA APERTA DELL'ASSESSORE COMUNALE AI SERVIZI SOCIALI STEFANO LEPRI AL COLLEGA ALLA SANITA' DELLA REGIONE, ANTONIO D'AMBROSIO
All’Assessore alla sanità
Regione Piemonte
Dott.Antonio D'Ambrosio

p.c. Agli Organi di stampa e televisivi

Caro D’Ambrosio,

I fatti di queste ultime settimane, relativi all’emergenza caldo e alle difficoltà vissute dagli anziani, nonché le dichiarazioni del Ministro Sirchia e di Amministratori locali, hanno contribuito a riproporre alla nostra attenzione il tema dell’aiuto domiciliare da realizzare nelle grandi città a favore delle persone avanti con gli anni, specie se malati cronici o con limitata autonomia.

Su questo tema ci siamo molte volte confrontati in questi anni, registrando progressi sicuramente indiscutibili. Le ASL hanno potenziato l’assistenza domiciliare integrata, rivolta tuttavia prevalentemente ai dimessi da ospedale e ai malati terminali (11 milioni di euro la spesa sanitaria prevista quest’anno). Il Comune di Torino ha fortemente sviluppato e articolato l’offerta, con formule innovative quali l’assegno di cura, attraverso cui l’anziano o suoi familiari possono assumere una badante di fiducia; l’affidamento familiare (vicini di casa o volontari si occupano di anziani a ridotta autonomia e spesso soli); il telesoccorso, con cui svolgere una vigilanza attiva e di sostegno 24 ore su 24, ecc.

Si aggiunga poi la crescente collaborazione tra i due comparti, sociale e sanitario, che sta portando alla definizione, attraverso il progetto Torino domiciliarità finanziato dal Ministero, di protocolli congiunti di accesso, presa in carico e gestione dei casi.

Resta tuttavia ancora irrisolta la questione, cruciale e più volte posta all’attenzione della programmazione sanitaria regionale, della mancata compartecipazione sanitaria alla spesa per gli interventi di domiciliarità. Quest’anno l’Amministrazione comunale spenderà circa 11 milioni di euro per assegni di cura, 2 milioni per affidi familiari, 6 milioni per l’assistenza domiciliare con personale diretto o convenzionato, 1,5 milioni per pasti a domicilio e 0,4 milioni per il telesoccorso, per un totale di circa 21 milioni
Segue


di euro. Una spesa, peraltro, cresciuta notevolmente in questi ultimi anni, per far fronte alle sempre più pressanti richieste dei cittadini. Molti di queste persone anziane sono malate croniche non autosufficienti; pertanto è doveroso prevedere forme di compartecipazione alla spesa con quote sanitarie. Quote, peraltro, previste dalla stessa legge sui LEA (Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria) e già riconosciute da alcune ASL piemontesi.

Su tale questione non sono, ora, più possibili rinvii: gli interventi domiciliari per anziani vanno considerati, come bene dice il Ministro Sirchia, una priorità assoluta. Tale richiesta è stata peraltro, anche quest’anno, formulata con forza negli indirizzi che le conferenze dei Presidenti di Circoscrizione hanno consegnato recentemente alle ASL torinesi.

Ti chiedo quindi di fare in modo che quanto prima, magari nel corso della prima riunione del neonato Organismo di coordinamento cittadino, la questione venga considerata con la massima attenzione e con soluzioni tempestive.

Con cordialità
Stefano Lepri



Torino, 19 Agosto 2003
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