Scorie radioattive in Sardegna? Un ordine del giorno (primo firmatario Vincenzo Cugusi , con altri sette consiglieri) contro l’ipotesi che vedrebbe l’isola ridotta a una “pattumiera nucleare del Mediterraneo” è stato approvato dal Consiglio comunale con votazione, ad appello nominale, di 31 consiglieri; 28 i voti a favore, 1 contrario e 2 astenuti.
L’ordine del giorno si pronuncia contro il progetto del governo (ordinanza della Presidenza del Consiglio del 7 marzo scorso) di stoccare in Sardegna circa 55mila metri cubi di scorie radioattive provenienti dalle ormai chiuse centrali nucleari della penisola.
“Anche l’ENEA” si legge nel documento approvato in Sala rossa “aveva escluso a priori tutte le isole a causa del rischio connesso al trasporto via mare del materiale nucleare” ed oltre tutto “scegliere la Sardegna (...) per allocarvi l’unico sito di stoccaggio delle scorie radioattive italiane significa bellamente affossarne ogni speranza di riscatto sociale e, di fatto, perpetuarne il ruolo subalterno di colonia interna dello Stato italiano”.
La presenza di aree militari di rilevante importanza (La Maddalena, Salto di Quirro e Capo Teulada), presentate come elemento di sicurezza “dovrebbero al contrario suggerire di non aggiungere rischio a rischio “ sostiene l’ordine del giorno, segnalando il pericolo rappresentato dalle esercitazioni di tiro e citando casi di missili finiti “fuori bersaglio di diverse decine di chilometri”.
Vengono inoltre segnalati i rischi di “inquinamento delle già scarse falde acquifere” e di “compromissione della vocazione turistica” dell’isola, denunciando come “la secretazione della procedura e il potere di derogare da diverse leggi e regolamenti concessi” al Commissario straordinario Carlo Jean siano “più adatti ad uno stato di guerra che alla normale prassi della Protezione civile”. L’ordine del giorno prospetta anche un “possibile conflitto d’interesse”: il Commissario straordinario “è anche presidente della Società di gestione degli impianti nucleari (Sogin)” il cui vicepresidente è “il capo di gabinetto del Ministro per l’Ambiente”.
Alle “autorità nazionali competenti”, conclude il documento, viene chiesto di “assumere precisi impegni che escludano la Sardegna “ come area di stoccaggio di scorie radioattive . Viene inoltre sollecitata dalla mozione “l’emanazione di una specifica legge che definisca modalità e tempi per la definitiva messa in sicurezza” dei materiali radioattivi in “uno o più depositi nazionali da individuarsi con la massima trasparenza”.
Venerdì 4 luglio alle 20.30, una delegazione del Consiglio comunale parteciperà alla manifestazione di protesta organizzata dalla comunità sarda (come in altre città d’Italia e d’Europa) davanti alla Prefettura.
(c.r.)
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