CITTA' DI TORINO - COMUNICATO
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ZANZARE, LE AZIONI DI CONTRASTO IN CORSO DA PARTE DEL COMUNE |
Può vivere fino a tre o quattro mesi e prima di morire è in grado di “seminare” uova per un numero di generazioni compreso tra tre e cinque. Punge di giorno e tende le sue trappole nei luoghi ombrosi dei parchi e delle aree verdi, creando notevoli fastidi a quanti cercano nel verde urbano un’oasi di traquillità.
Si tratta dell’Aedes caspius, una specie di zanzara che fino a due anni fa non bazzicava volentieri in città, se non per rapide e sporadiche incursioni dalla campagna. Ottima fondista, l’Aedes caspius è in grado di allontanarsi dai luoghi di sviluppo larvale volando anche per 20 chilometri ed è molto prolifica.
Uova “dormienti” da anni
Il motivo dell’accresciuta presenza in città di questo insetto ematofago è da ricercare nelle piogge consistenti dell’anno scorso, che hanno creato ripetutamente, nel corso della stagione calda, condizioni ottimali per la schiusa delle uova.
La caspius, infatti, a differenza della Culex pipiens – la zanzara finora più diffusa a Torino - non abbandona le uova nelle aree umide o nei ristagni d’acqua, ma le semina nel terreno appena umido, dove restano pronte a una eventualità di schiusa anche per anni. Basta un temporale violento per creare in breve tempo ampie pozzanghere che, sommergendo le uova, danno loro la possibilità di schiudersi e di produrre, in un periodo che può durare pochi giorni – a seconda delle temperature e del grado di umidità dell’aria - la zanzara adulta.
Le aree di sviluppo
I focolai principali di Aedes caspius a Torino sono i parchi della Pellerina, della Colletta e delle Vallere, oltre ad alcuni microfocolai diffusi in altre aree verdi. La media di catture di caspius, effettuate con le trappole ad anidride carbonica nel periodo maggio-giugno nelle 16 stazioni di monitoraggio, è di circa 14 esemplari a notte per ogni trappola (queste vengono piazzate verso le ore 17 e hanno efficacia sin verso l’una di notte); lo stesso valore si rileva alla Colletta come ai Giardini Reali, dove però ancora non è stato identificato alcun focolaio. Rispetto all’anno scorso la situazione è migliorata, in quanto il numero medio di catture nell’estate 2002 era più che doppio. E sempre alla Colletta, grazie ai pronti interventi di contrasto iniziati già nel mese di maggio, la situazione è pienamente sotto controllo.
Nulla di ingovernabile, dunque, se si pensa che a Vercelli, negli stessi periodi stagionali, si catturano ogni notte con una sola trappola fino a 2000 esemplari di zanzare, tra le quali sono diverse centinaia le caspius.
Trattamenti
Appena terminate le piogge, occorre intervenire: il momento giusto è quello della fase larvale, quando è possibile utilizzare mezzi di contrasto biologico come il Bacillus thuringiensis israelensis, un microrganismo letale per le giovani zanzare. Un trattamento che deve avvenire rapidamente in tutti i focolai identificati, per evitare lo sviluppo di una popolazione di zanzare che rimane attiva per tutto il resto dell’estate e produce una gran quantità di uova. Come possono i cittadini collaborare per contrastare lo sviluppo di nuovi esemplari? Ad esempio segnalando i ristagni d’acqua dopo le piogge, su terreno fangoso o erboso, soprattutto se in aree chiuse o private (al n° verde 800018235 o all’e-mail informa.ambiente@comune.torino.it). La Città di Torino ha investito quest’anno 126mila euro per i trattamenti dei focolai, una cifra coperta al 50 per cento dal contributo regionale. Gli operatori tecnici che lavorano al progetto sono cinque, oltre a quattro squadre di due persone che effettuano i trattamenti con Bacillus.
Le altre varietà
Se l’Aedes caspius colpisce di giorno e alle 10 di sera va a dormire, c’è chi è pronto a raccoglierne il testimone: è l’ormai familiare Culex pipiens, la regina delle notti all’aperto che sceglie come luoghi di posa delle uova i ristagni d’acqua. Per la pipiens occorre ricordare il decalogo già pubblicato dall’assessorato all’Ambiente e Verde Pubblico (si trova all’indirizzo http://www.comune.torino.it/ambiente/zanzare/index.html). In alcuni laghetti sono stati inserite alcune varietà di pesci, come la Gambusia hoolbroki, che mangiano soltanto ciò che galleggia in superficie e quindi sono formidabili divoratori di larve e uova.
Un’altra Aedes, l’albopictus, più nota come zanzara tigre, si è manifestata per la prima volta in città, in alcune aree del quartiere Falchera, pochi anni fa. La sua ridottissima area di azione (non si allontana dal foco-laio se non di pochi metri) la rende attualmente meno pericolosa e più facilmente controllabile. I focolai di questa specie periodicamente identificati, vengono eliminati o regolarmente trattati con il Bacillus.
C’è infine una specie di zanzara che ha scelto un’area specifica della città per riprodursi: è l’Aedes vexans, che si è installata al parco del Meisino, nelle ampie plaghe in corso di riqualificazione, dove spesso si provocano allagamenti, dopo le piogge, che tardano molto a prosciugarsi. Anche qui sono in corso trattamenti periodici che riducono con efficacia lo sviluppo di nuove zanzare.
(m.m.)
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