CITTA' DI TORINO - COMUNICATO STAMPA
L’APPELLO DEI SINDACI EUROPEI CONTRO LA GUERRA IN IRAQ
Sergio Chiamparino annuncia la sua adesione al documento

Il primo cittadino ha anche firmato un appello promosso da Marco Pannella

Il sindaco Sergio Chiamparino ha annunciato, nel corso della riunione odierna della Giunta, la sua adesione all’Appello di sindaci europei contro la guerra in Iraq.
Il documento è stato promosso, oltre che dal sindaco di Roma Walter Veltroni, dai primi cittadini di Berlino (Klaus Wowereit), Bruxelles (Freddy Thielemans), Londra (Ken Livingstone), Parigi (Bertrand Delanoe), Vienna (Michael Haupl) e, con qualche distinguo, dal moscovita Yuri Louzhkov.

Nel documento, dopo aver affermato che "un nuovo conflitto in Iraq può e deve essere evitato", i sindaci sottolineano come la guerra contro il paese mediorientale rischi di "provocare molti più problemi di quanti l’unilateralismo militare pretende di risolvere", allontanando "ancora di più la possibilità di costruire la pace in Medio Oriente" e causando "vittime innocenti". Un conflitto rischia inoltre, proseguono i firmatari di "allargare il fossato che separa occidente e mondo islamico e di esporre il mondo a una nuova escalation terroristica".


"Il terrorismo internazionale, come ogni terrorismo politico e religioso, va condannato in modo fermo, irremovibile, assoluto" precisa il documento e nei suoi confronti "l’azione della comunità internazionale deve essere determinata", coniugando "le ragioni della fermezza con quelle della pace".

I fondamentalismi vanno disinnescati "agendo sulle ragioni prime che li alimentano, equilibrando le differenze economiche, cooperando allo sviluppo dei paesi più poveri".

Quanto al regime di Saddam Hussein, per i primi cittadini "può e deve essere contrastato dalle Nazioni Unite e dalla comunità internazionale con i numerosi strumenti offerti dal diritto, dalla legalità e dalla giustizia penale internazionale". Viene ribadito l’obbligo per il governo iracheno di adempiere a tutte le risoluzioni dell’ONU, cooperando con gli ispettori, sottolineando che "l’uso della forza, che non può che essere sancito dall’ONU, deve costituire solo un’eventualità estrema"

L’Europa, che ha conosciuto la tragedia della guerra, "deve coltivare le sue <> profonde: diritti dell’uomo, libertà, democrazia, lotta alla povertà e alla fame nel mondo" affermano i firmatari dell’appello, che esprime la convinzione che "e’ di un’Europa forte che ha bisogno la nostra speranza di un mondo più giusto" e capace di coltivare" il dialogo, la convivenza tra i popoli e la pace.

In questo contesto, le città "hanno un ruolo fondamentale da svolgere, come centri di sviluppo culturale, di economia sostenibile, di inclusione sociale, come base stessa della democrazia" rispondendo alla domanda di "una vita pacifica, di giustizia e sicurezza".

"E’ per questo – concludono i sindaci – che lanciamo il nostro appello affinché sia evitata la tragedia di una nuova guerra e si costruisca invece una strada che porti alla sicurezza ed alla pace per tutti i popoli del Medio Oriente."

Il sindaco Sergio Chiamparino ha inoltre annunciato di aver aderito, pur non condividendone la parte introduttiva, alla proposta politica contenuta nell’appello lanciato da Marco Pannella "Saddam se ne deve andare – Un <> dell’ONU dev’essere creato."

Questo documento, nella parte sottoscritta dal sindaco di Torino, fa appello alla comunità internazionale affinché sposi la tesi per la quale "l’esilio del dittatore Saddam Hussein cancellerebbe, per gli Stati Uniti stessi, la necessità della guerra". Viene inoltre richiesto al Consiglio di sicurezza di decidere subito "partendo dal presupposto dell’uscita di scena di Saddam e sulla base dei poteri conferitigli dalla Carta dell’ONU – di porre l’Iraq sotto un regime di amministrazione fiduciaria internazionale (un governo democratico)" che predisponga entro due anni "le condizioni di un pieno esercizio dei diritti e delle libertà per l’insieme degli iracheni, donne e uomini, come esige la Carta dei Diritti fondamentali delle Nazioni Unite".(c.r.)

Torino, 4 Febbraio 2003
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