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COMUNICATO
STAMPA |
BASSE DI STURA: IL PIANO DI RECUPERO AMBIENTALE ARRIVA IN SALA ROSSA |
DA AREA DEGRADATA A POLMONE VERDE TRA LAGHETTI, IMPIANTI SPORTIVI, VIVAI, RISTORANTI E CAPANNE PER IL BIRD WATCHING
“Un piano complesso e ambizioso, che rappresenta un motivo di orgoglio per tutta la città, che certamente troverà ampio sostegno nel Consiglio comunale”. Così il presidente della VI Commissione, PierGiorgio Crosetto ha definito il Piano esecutivo di recupero ambientale per il parco di Basse di Stura, esaminato stamattina a Palazzo Civico.
Il piano riguarda un’area di 150 ettari - che si estende per tre chilometri lungo la sponda destra del torrente Stura, situata a nord di via Reiss Romoli e delimitata a ovest da Strada dell’Aeroporto e a est dalla superstrada di collegamento con Caselle e l’aeroporto. Una zona caratterizzata da un forte degrado ambientale, che comprende discariche industriali e abusive, cave di ghiaia abbandonate, ed anche varie attività produttive “a rischio”. Una zona che diventerà un parco, parte integrante del progetto “Torino città d’acque” varato nel 1994.
Il Piano regolatore del 1995 aveva già individuato i problemi dell’area, indicandone le prospettive future di Parco Urbano e fluviale. Il PERA (Piano esecutivo di recupero ambientale) è quindi una condizione necessaria per il risanamento e la riqualificazione di questo pezzo di periferia urbana, che è stato inserito nel Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale stilato nel 2001 dal Ministero dell’Ambiente.
Sono già stati effettuati dal Comune, utilizzando i 20 miliardi di vecchie lire stanziati dal governo nel 1997, i primi interventi di bonifica sull’ex Discarica Rifometal (terminato nel dicembre 2001) e sull’area ex Cimi Montetubi (in corso di ultimazione). Il PERA traccia ora le linee generali degli interventi futuri, su quattro punti fondamentali: messa in sicurezza degli interventi previsti dal rischio di straripamento del torrente Stura, bonifica delle aree inquinate, interruzione delle attività inquinanti e individuazione degli ambiti funzionali (fluviale 31%, agricolo 22%, attrezzato 29% e tematico 18%).
Viene prevista l’acquisizione diretta da parte della Città di tutta l’area, tramite esproprio o cessione, gratuita o previo utilizzo di capacità edificatorie. Si tratterà poi di affiancare a specifici progetti di iniziativa pubblica anche risorse private (project financing), fermo restando l’impegno dell’amministrazione comunale a monitorare, insieme alle altre autorità competenti, la compatibilità delle attività con la destinazione d’uso a parco.
Entro il mese di giugno del 2004, il Comune promuoverà, con le aziende, un piano di attenuazione dell’impatto ambientale, anche favorendo la dismissione totale o parziale delle imprese inquinanti, attivando le opportune politiche ambientali, industriali e del lavoro per salvaguardare attività produttive e livelli occupazionali.
La delibera per l’approvazione del PERA è stata presentata da vari assessori, Ortolano, Calgaro, Tricarico, Viano Peveraro e Dealessandri e sarà sottoposta nei prossimo giorni al voto decisivo del Consiglio comunale.
La corposa documentazione allegata al provvedimento racchiude il risultato di un’intensa attività di analisi effettuata in 220 punti diversi del territorio. Per quanto riguarda la situazione esistente dal punto di vista idrogeologico, alla Stura di Lanzo si affiancano due laghetti, “Bechis”, 60mila mq, e “Martini”, a soli venti metri dalla Stura, separato da essa da una sottile fascia di terreno. Esiste inoltre una “bealera” ad uso irriguo, già in parte coperta (e che verrà “intubata” e sotterrata). La falda acquifera si trova mediamente a sette metri di profondità.
Il PERA prevede la rinaturalizzazione delle sponde, con rimboschimenti ed opere idrauliche in difesa delle sponde. Per il laghetto Bechis, ad esempio, si prevedono tra gli altri interventi la piantumazione di acacie e lavori per rendere navigabile lo specchio d’acqua, da dotare di punti d’approdo per piccole barche.
Accompagna la deliberazione anche un dettagliato piano di monitoraggio di aree industriali dismesse, acque superficiali e sotterranee, aria, con utilizzo anche di bioindicatori come ad esempio le api (con verifiche periodiche, per verificare le quantità di inquinanti eventualmente presenti nel miele prodotto).
Infine, un fascicolo di 45 pagine riporta le norme di attuazione, definendo le finalità degli interventi (“Interrompere i processi di degrado in atto e promuovere azioni di bonifica e riqualificazione ambientale in funzione della realizzazione del Parco Basse di Stura”) e, ad esempio, elencando quali saranno le attività consentite nel territorio una volta recuperato.
Nell’ambito fluviale, poco meno di un terzo della superficie totale vi sarà spazio per attività didattiche (cascina Ressia), bird watching, pesca, canottaggio, balneazione, con accessi veicolari e parcheggi limitati ai veicoli di servizio e manutenzione. Nell’ambito agricolo (poco più di un quinto del totale) saranno ammesse attività agricole, florovivaistiche, equitazione. Nei 440mila metri quadrati dell’ambito attrezzato troveranno posto giardini, aree verdi, strutture per manifestazioni e concerti all’aperto, piccole attività commerciali (chioschi, edicole), con parcheggi pertinenziali e pubblici (da ricavare in primo luogo su sedimi di impianti industriali in dismissione). Infine l’ambito tematico, 18% dello spazio totale, con attività sportive, anche in strutture coperte, di spettacolo e servizi. Potranno trovarvi posto, se integrati con le altre attività dell’ambito, attività commerciali al dettaglio, ristoranti e pubblici esercizi.
Analogamente, vengono delineate in modo particolareggiato le “opere di pre-urbanizzazione” per tutti i diversi ambiti, a cominciare da quelle relative alla bonifica delle aree più compromesse dal punto di vista ambientale, come Rifometal (fonderia e discarica), il cosiddetto “altipiano Deltasider” o Solfatara.
Dall’essere una delle zone più degradate dell’ambito urbano al rappresentare un’oasi verde, viva e fruibile, al servizio dei cittadini: queste le prospettive per Basse di Stura. Un impegno gravoso, per il quale un ordine del giorno approvato in Sala rossa nei giorni scorsi aveva già chiesto l’approvazione da parte di governo e parlamento di una legge speciale per la realizzazione del Parco.
(c.r.)
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