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COMUNICATO
STAMPA |
EDITORIA, ESISTE UN "CASO TORINO" |
INCONTRO IN COMUNE CON I SINDACATI E LA DIREZIONE AZIENDALE DELLA UTET
C’è un “caso Torino”, nel campo dell’editoria, di cui la crisi dell’UTET ha rappresentato solo un ennesimo capitolo, dopo le difficoltà di altri gruppi editoriali come l’Einaudi o la SEI. E’ quanto è stato sottolineato al termine dell’incontro che si è svolto oggi pomeriggio in Comune fra la III Commissione consiliare, presieduta da Santina Vinciguerra, la direzione della UTET e i sindacati FisTel CISL, UILCOM e SLC-CGIL.
Nella prima parte dell’audizione, il direttore generale della UTET Gian Luca Pulvirenti e Livia Carta, responsabile delle Risorse umane dell’azienda, hanno illustrato i termini dell’accordo siglato presso il Ministero del Lavoro fra l’azienda e i sindacati (ad esclusione della SLC CGIL) e le prospettive del gruppo UTET dopo l’acquisizione da parte della DeAgostini.
Dei 130 lavoratori in esubero (inizialmente ne erano stati indicati 166), circa 80 usufruiranno di prepensionamenti e 11 saranno “esternalizzati”. Per i rimanenti 40 sono previste incentivazioni all’uscita (una cifra corrispondente a 16 mensilità) più un appoggio per trovare una nuova collocazione lavorativa all’esterno dell’azienda o, in alternativa, 1500 Euro supplementari. “Ad oggi – ha spiegato Livia Carta – già una trentina dei lavoratori interessati hanno aderito. Stiamo cercando soluzioni per particolari situazioni di disagio e di problemi familiari”.
Il direttore generale Pulvirenti ha illustrato “la difficile situazione trovata in azienda al momento dell’acquisizione da parte della DeAgostini”. Le perdite al 31 dicembre del 2002, ha spiegato Pulvirenti, sono di 13 milioni di Euro, “ conseguenza di un ultimo triennio di instabilità e di investimenti su iniziative editoriali che non hanno trovato spazio sul mercato”. La nuova proprietà, è stato spiegato, ha varato un piano industriale che mira a “sfruttare tutte le sinergie fra DeAgostini e UTET, aumentandone la forza commerciale”. Il piano degli investimenti ammonta a 25 milioni di Euro nel triennio 2003-2005 e come ha sottolineato il direttore generale (sollecitato in questo anche da diversi interventi dei consiglieri), c’è la volontà di “mantenere e valorizzare un centro di competenza come quello torinese”, con la valorizzazione delle professionalità esistenti anche attraverso piani di formazione del personale. E’ stato inoltre brevemente illustrata un’ipotesi di fondazione con sede a Torino (la “Fondazione Battaglia”), per proseguire e rafforzare le attività di eccellenza nel campo lessicale di cui l’UTET è stata protagonista (ad esempio con il Dizionario Battaglia) e che è patrimonio di tutta la città.
L’assessore Tom Dealessandri, presente alla riunione, ha sottolineato come sia stato “positivo l’aver fatto tutto il possibile per trovare una soluzione morbida” alla crisi dell’UTET, affermando anche: “Vorremmo che Torino non perdesse una presenza che continua ad essere significativa e ricca di professionalità e come Amministrazione comunale abbiamo seguito e seguiremo con attenzione l’evolversi della situazione”.
La presidente della III Commissione, Santina Vinciguerra, si è detta “soddisfatta per l’impegno dichiarato dall’azienda per mantenere e rilanciare le attività a Torino. La DeAgostini ha avuto il merito di non spezzettare la società. Continueremo a monitorare la situazione, restando in contatto con azienda e sindacati” ha concluso la presidente, ricordando come il Consiglio comunale avesse votato già nel marzo del 2002 una mozione sul “caso UTET”.
I rappresentanti delle organizzazioni sindacali, con diverse sfumature di giudizio sull’accordo raggiunto e sul piano indusriale, si sono però trovate concordi nel segnalare “l’esistenza di un più generale problema dell’editoria a Torino, dove ci sono aziende che hanno fatto storia in campo editoriale ma che vivono o hanno vissuto situazioni difficili, con pesanti ripercussioni in campo occupazionale”.
“Siamo soddisfatti dell’acquisizione della UTET da parte del gruppo DeAgostini, azienda solida e legata al territorio" è stato sottolineato, aggiungendo che “bisogna aprire, insieme al Comune, una vertenza sull’editoria, che conta in città un centinaio di aziende”.
Sono intervenuti nella discussione anche i consiglieri Nigro, Cuntrò, Centillo, Steffenino.
(c.r.)
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