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COMUNICATO
STAMPA |
VERDE PUBBLICO A TORINO: QUANTO NE ABBIAMO, QUANTO COSTA, QUANTO VALE |
14 Euro all’anno: è quanto paga ogni torinese per la gestione di una superficie verde che colloca il capoluogo subalpino ai primi posti tra le grandi città del Vecchio Continente. Il dato è emerso oggi pomeriggio nel corso della riunione della VI Commissione consiliare, presieduta da Piergiorgio Crosetto. A fornirlo, il responsabile del verde pubblico Paolo Odone che, rispondendo a vari quesiti posti dai consiglieri, ha illustrato alcuni dati relativi ad alberate e giardini sotto la Mole.
La quota di bilancio ordinario delle spese correnti per il verde si aggira intorno al 1,6-1,7%, “un dato alto rispetto alla situazione italiana, anche se in alcune città europee si arriva al 3%” ha commentato Odone. Con questi fondi, pari a circa 12,5 milioni di Euro, vengono curati, tra l’altro, 400 km di viali alberati con 60mila piante (più di un terzo delle quali hanno oltre 50 anni). Per un terzo platani, poi tigli, aceri, ippocastani, le cui chiome frondose (una quota di verde di solito non calcolata nelle statistiche) raggiungono approssimativamente una superficie di 2,4 milioni di metri quadri, svolgendo una funzione importante rispetto al clima ed alla qualità dell’aria.
“Se calcoliamo che il costo di un albero, dall’acquisto alla collocazione, può arrivare a 500 Euro – ha esemplificato Odone – potremmo definire un valore ipotetico del patrimonio arboreo della Città pari a 30 milioni di Euro per le sole alberate lungo i viali”. Un patrimonio che già nel 1964 è stato dichiarato “di notevole interesse pubblico” con tanto di Decreto ministeriale e che la Città, è stato spiegato in Commissione, cerca di tutelare con la massima attenzione.
Risale al 1993, infatti, la “Regolamentazione dei lavori di ripristino conseguenti a manomissioni di aree verdi ed alberate”, che stabilisce norme severe sui lavori effettuati in prossimità di alberi, aiuole e giardini. Il responsabile del Verde pubblico ha ricordato che il primo progetto per la Metropolitana (tratto Collegno – Porta Nuova) prevedeva l’eliminazione di 130 alberi, ridotta poi a meno della metà attraverso varie modifiche progettuali. E ogni cantiere che interessa aree verdi, è stato sottolineato, viene controllato dai tecnici comunali.
Tutto questo per aiutare le piante a vivere in una situazione ambientale, quella di un’area metropolitana, che anche prescindendo da fenomeni come la siccità - “gli alberi si difendono rallentando le loro funzioni biologiche”, è stato fatto notare - non è certamente loro favorevole, al punto che a Montreal, Canada, la vita media di una pianta veniva calcolata in 4-5 anni, negli anni Novanta.
Anche per questo, con l’Università si sta collaborando per individuare specie più adatte al clima particolare delle città ed alle prossime prevedibili modifiche. “Le palme impiantate non molto tempo fa, che hanno destato stupore da parte di alcuni, sono una di specie originaria dell’Asia centrale, con clima continentale, e si adattano bene – ha esemplificato Odone, segnalando inoltre come “non sia opportuno piantare dovunque, bisogna farlo laddove ci sono buone prospettive di crescita per il nuovo albero”.
Gli interventi necessari alla manutenzione del verde sono molteplici: ad esempio le potature stagionali (7mila alberi nel 2002), i controlli di stabilità (1.900 effettuati, sempre nel 2002), la lotta ai parassiti, gli abbattimenti e la “piantumazione” di nuovi alberi (rispettivamente 980 e più di mille l’anno scorso). “Le piante hanno un loro ciclo vitale, bisognerebbe gradualmente rinnovare le alberate, anche perché, in un contesto urbano, il periodo di massima prestazione di un platano, che può arrivare a cento anni, si riduce alla metà o meno ancora” ha sostenuto Odone.
Nel corso della riunione sono intervenuti i consiglieri Olmeo. Cerutti, Ferragatta e Provera.
(c.r) - Ufficio stampa del Consiglio comunale
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