Torna all'indice Comune di Torino Ufficio Stampa
CERCA NEL SITO    
COMUNICATO STAMPA
RENDICONTO 2001 APPRODA IN SALA ROSSA

Con la relazione dell'assessore al Bilancio, Paolo Peveraro, è iniziato questo pomeriggio il dibattito in Consiglio comunale sul Rendiconto consuntivo 2001. La votazione del documento economico è attesa per domani.

L'ultimo Bilancio espresso ancora in vecchie lire chiude con un avanzo di amministrazione di circa 55 miliardi.
Le entrate correnti assommano a 2524 miliardi di lire, dei quali circa 1138 derivanti da trasferimenti da Stato, Regione ed altri enti.
Le spese correnti ammontano invece a 2490 miliardi di lire: 704 per il personale, 934 per beni e servizi, 176 per interessi su mutui.
Il 2001 è stato anche un anno di massicci investimenti. Per la realizzazione di opere pubbliche sono stati stanziati 601 miliardi di lire, di cui 174 autofinanziati e 427 finanziati con il ricorso a mutui e prestiti obbligazionari. Nel 2001 il Comune di Torino ha emesso Boc per 418 miliardi di lire.

Presentando in Sala Rossa il Rendiconto 2001, il responsabile della politica finanziaria di Palazzo civico, l'assessore Paolo Peveraro, ha espresso soddisfazione per i buoni risultati conseguiti dal Comune di Torino. <<L'avanzo di amministrazione si è attestato ancora una volta su valori significativi. Indice ciò di una situazione economico-finanziaria buona e risultato di una gestione attenta delle entrate e delle uscite. Inoltre, nonostante questultimo sia stato un anno difficile per la finanza locale e non solo, il Comune di Torino ha conservato, anche per il 2001, il rating AA-, segno dellaffidabilità creditizia riconosciuta alla nostra città sul mercato finanziario dallagenzia Standard and Poors.>>
Preoccupazione invece per la politica in materia di federalismo e finanza locale condotta dal Governo.
<<Il processo verso un effettivo decentramento nella gestione delle risorse non compie passi in avanti, anzi.
La speranza di una stagione nuova, in cui lautonomia non fosse solo un facile slogan ma il punto di arrivo del percorso di sburocratizzazione, semplificazione e snellimento della pubblica amministrazione si va però man mano spegnendo e sta producendo effetti indesiderati.
Aumentano i servizi trasferiti ai Comuni senza che a questi ultimi vengano assegnate sufficienti risorse per rispondere adeguatamente ai bisogni di cittadini e imprese.
Crescono bisogni nuovi determinati dai profondi mutamenti economici e culturali che si vanno affermando nella nostra società e lautonomia è utilizzata solo per ottenere entrate sostitutive di quelle venute meno o di quelle necessarie per coprire i costi sociali dei servizi resi.
Quel che è certo è che il cammino di decentramento, che con tante difficoltà era stato intrapreso, si è bruscamente interrotto con lultima legge finanziaria.>> (m.g.)

 «Torna indietro
Condizioni d’uso, privacy e cookie