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COMUNICATO STAMPA
SERVIZI PUBBLICI LOCALI E CONSIGLI COMUNALI

Ne hanno discusso oggi, nel corso del convegno "Qualità e imprenditorialità nei servizi pubblici locali", i presidenti dei Consigli comunali di Torino, Napoli e Venezia

In che modo, oggi, i Consigli comunali tutelano gli interessi dei cittadini/utenti di servizi pubblici locali? Come svolgono le assemblee municipali i loro compiti di indirizzo e controllo delle aziende che forniscono acqua, luce, gas e trasporti? Qual è la situazione attuale e quali gli scenari futuri? Ne hanno parlato i presidenti dei Consigli comunali di Torino, Napoli e Venezia - nell'ordine Mauro Marino, Giovanni Squame e Mara Rumiz - nel corso del convegno "Qualità e imprenditorialità nei servizi pubblici locali", svoltosi oggi a Torino e organizzato dall'Agenzia per i servizi pubblici locali dei Comune di Torino.

La trasformazione delle aziende municipalizzate in aziende speciali o in società per azioni a prevalente carattere pubblico, caratterizzate da autonomia imprenditoriale, ha introdotto una netta distinzione di ruoli tra Comune e gestori dei servizi, limitando l'influenza diretta dell’amministrazione.
<<Una più netta delimitazione di ruoli che - ha sottolineato il presidente del Consiglio comunale di Torino , Mauro Marino - ha richiesto la definizione di nuove forme di tutela dei pubblici interessi rivolte prioritariamente ad evitare deterioramenti della qualità del servizio e minori attenzioni alle fasce più deboli di utenti. Il venir meno del rapporto diretto tra l’Amministrazione ed i gestori dei servizi ha richiesto l'adozione di nuove forme che dessero ampia garanzia di trasparenza e diffusione dell’informazione gestionale e che fossero capaci di fungere da filtro fra le sollecitazioni degli utenti e le funzioni di indirizzo e controllo del Consiglio Comunale>>.
Negli ultimi anni si è determinata una situazione nuova, che ha imposto alle amministrazioni comunali un ripensamento di ruoli e strutture: da un lato il Comune come "azionista" o "proprietario", interessato a ottimizzare i rendimenti dell’attività imprenditoriale; dall’altro il Comune come "cliente" ovvero acquirente diretto, talvolta in regime di monopolio, di servizi prodotti dalle sue aziende; dall’altro ancora il Comune come "garante" o "regolatore" e rappresentante di quei clienti di ultima istanza che sono i cittadini-utenti.
Torino ha risposto alle nuove esigenze promuovendo - ha affermato Marino - <<l’Agenzia per i Servizi Pubblici Locali: uno strumento organizzativo che fornisce al Consiglio Comunale un supporto di carattere tecnico per le maggiori decisioni in materia di servizio pubblico, ne garantisce un effettivo potere di indirizzo e ne rafforza la competenza in materia di controllo sulla qualità dei servizi e più in generale della tutela degli interessi diffusi della cittadinanza. Con l'istituzione dell'Agenzia, il Consiglio comunale torinese ha riacquisito quelle funzioni di controllo e indirizzo che altrimenti sarebbero rimaste solo sulla carta>>.

A Venezia - come ha spiegato la presidente del Consiglio comunale, Mara Rumiz - intendono percorrere la stessa strada del capoluogo piemontese e di Roma (l'altra città italiana ad avere un'Agenzia che controlla la qualità dei servizi). Anche se - ha aggiunto Rumiz - l'amministrazione comunale della Serenissima deve prima allestire una struttura tecnica che permetta di raccogliere informazioni sulle attività delle aziende che erogano i servizi pubblici, per mettere così la istituenda Agenzia nelle condizioni di lavorare in modo ottimale.
Più in generale, per la presidente Rumiz occorre rispettare e far coesistere l'autonomia del sindaco, quella gestionale delle società e i compiti di indirizzo e controllo dei Consigli comunali. E' necessario salvare l'autonomia delle aziende e degli organi municipali ma, allo stesso tempo, effettuare controlli effettivi sulla qualità dei servizi e non solo formali.

Negli ultimi anni - ha sottolineato Giovanni Squame, presidente del Consiglio comunale di Napoli - il capoluogo partenopeo ha compiuto grandi sforzi per mutare la situazione delle municipalizzate che, solo una decina di anni fa, poteva essere definita drammatica. Napoli non ha ancora un'Agenzia per il controllo dei servizi pubblici ed è un passo indietro rispetto a Torino sul fronte delle trasformazioni societarie, anche se nel capoluogo campano stanno lavorando in tal senso.
Sui compiti delle società e degli organismi comunali, per Squame occorre tenere divisi la gestione, la programmazione e i poteri di indirizzo e controllo. E' indispensabile, anche attraverso nuovi interventi del legislatore, contemperare le esigenze di gestionali dei servizi pubblici con un'efficace azione di controllo e di indirizzo dei Consigli comunali, assicurando alle assemblee un ruolo non secondario.(m.g.)

Torino, 15 novembre 2002

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