La salute è un diritto? Dipende da
dove vivi "Medici senza Frontiere"
Ogni anno nel mondo circa 15 milioni di persone
muoiono a causa di malattie infettive. Il 90% delle morti si
registrano nei paesi in via di sviluppo. Questo è il primo
dato emerso durante la conferenza stampa svoltasi questa mattina,
23 aprile 2002, in piazza San Carlo, per l'ultima tappa del tour
italiano di "Medici Senza Frontiere".
Il TIR di Medici senza Frontiere, con la mostra
itinerante interattiva dell'Acchiappamosche, patrocinata dalla
Città di Torino, che gira in contemporanea negli Stati
Uniti, in Francia e in Spagna, si fermerà nella prestigiosa
piazza torinese sino al 28 aprile. I visitatori potranno calarsi
per mezz'ora nei panni e nella vita di altri, in un gioco che
li porta ad essere un bambino sudafricano con l'AIDS, una donna
Ucraina con la TBC, un ragazzo burundese con la malaria. Un "gioco"
che è soprattutto un percorso che rivela quanto sia difficile
vivere in paesi dove le leggi di mercato prevalgono sui diritti
umani, col risultato che 15 milioni di persone muoiono ogni anno
per malattie infettive curabili (tubercolosi, diarree, morbillo,
malattia del sonno, leishmaniosi etc).
"E' importante- ha dichiarato il Vicesindaco
di Torino ,Marco Calgaro - superare le barriere all'accesso ai
farmaci essenziali, la campagna di denuncia messa in atto da
Medici Senza Frontiere è importante anche perché
in più parti del mondo, numerose malattie curabili continuano
a mietere vittime perché i farmaci sono troppo cari, fuori
produzione o poco efficaci."
I dati che la responsabile relazioni pubbliche
di MSF, Francesca Pispisa, presenta sono inquietanti: il 95%
dei 40 milioni di persone affette da HIV/AIDS non può
avvalersi delle terapie esistenti per allungare la vita; un terzo
della popolazione mondiale, circa 2 miliardi di individui, non
ha accesso alle cure sanitarie; nelle prigioni siberiane, un
quarto dei detenuti malati di TBC multiresistente muoiono perché
non hanno accesso al trattamento di seconda linea, troppo costoso;
all'ospedale Mbagathi di Nairobi, i sieropositivi malati di meningite
opportunistica vengono rimandati a casa perché la cura
è resa
inaccessibile dai brevetti: per i kenioti,
un giorno di trattamento costa 20 dollari mentre in Tailandia,
dove si producono i generici, solo 0,70 dollari.
In Uganda e in Sudan, i volontari di Medici
Senza Frontiere sono impotenti di fronte ai numerosi pazienti
colpiti da tripanosomiasi (malattia del sonno)- malattia neurologica
endemica in Africa. La produzione del farmaco che potrebbe salvarli,
il DFMO, è diminuita perché poco redditizia.
Cosa fare? "La proposta di Medici Senza
Frontiere - spiega Pispisa - è quella di adeguare i prezzi
dei farmaci al reale potere d'acquisto delle popolazioni indigenti
e negoziare con i detentori di specifici brevetti farmaceutici
la ripresa della produzione a fronte di una domanda. Una vittoria
l'abbiamo ottenuta con la ripresa della produzione della eflornitin,
per curare la malattia del sonno, poi è importante stimolare
la ricerca e lo sviluppo sulle malattie trascurate".
L'Acchiappamosche è una delle attività
della Campagna per l'Accesso ai Farmaci Essenziali di Medici
Senza Frontiere e avvicina il pubblico italiano al problema
del mancato accesso alla salute per un terzo della popolazione
mondiale. La mostra, che stazionerà in piazza San Carlo
per cinque giorni, prende il nome dalle reti utilizzate in molti
paesi africani per catturare le mosche tze-tze, vettori della
malattia del sonno, mortale per 150 mila persone ogni anno.
La visita alla mostra è gratuita(g.s.)
Torino 23 aprile 2002 |