Comunicato Stampa
DUE VILLE STORICHE DI PROPRIETA' DEL COMUNE POTRANNO ESSERE CONCESSE A PRIVATI PER IL LORO RECUPERO FUNZIONALE

 

Nel dicembre scorso la Giunta comunale ha approvato, su proposta degli assessori Passoni, Perone e Viano, il progetto di riutilizzo dei complessi settecenteschi di villa Moglia e villa Borbogliosa, pensato per permettere alla Città, attraverso la concessione di detti edifici, di recuperare due beni storici ed artistici di grande pregio che rischiano un degrado irreversibile.

Poiché tali immobili sono sottoposti a vincoli di legge per il loro valore storico-architettonico, si è ritenuto opportuno, anziché procedere alla loro vendita, sperimentare nuove forme di intervento. Questa scelta è stata dettata, oltre che dalla scarsità di risorse finanziarie e tecniche, dalle caratteristiche degli immobili, poco adatti quali sedi di attività istituzionali di una pubblica amministrazione, anche dopo eventuali e consistenti interventi di recupero.

Viceversa, immobili di questa tipologia possono essere molto adatti ad essere adibiti ad alberghi o sedi di rappresentanza, o impiegati per attività altamente specialistiche e qualificate di soggetti economici privati, in grado questi ultimi di disporre delle necessarie risorse per il recupero e la gestione degli immobili stessi. L'insediamento di tali attività comporterebbe la riqualificazione delle aree interessate, con ricadute positive anche sui livelli occupazionali.

Il progetto riguarda due diverse unità immobiliari: Villa Moglia (strada vicinale della Moglia n. 18 - Chieri), è un complesso architettonico settecentesco, completato da una serie di cortili e giardini. Attualmente è in stato di completo abbandono. La superficie complessiva della villa, comprensiva della cappella e della casa del custode, risulta pari a circa 5000 mq, mentre la superficie delle aree di pertinenza viene stimata pari a circa 23mila metri quadrati. Villa Borbogliosa (strada Pecetto n. 34 - Chieri), è invece costituita da un corpo rettangolare di due piani fuori terra (circa 270 mq per piano) al quale si addossa un fabbricato, già adibito a granaio, di superficie pari a circa 750 mq. Il complesso è anch'esso in stato di abbandono.

Lo scopo dell'Amministrazione è il recupero di questi immobili - di rilevante pregio storico ed artistico - attraverso l'attivazione di risorse provenienti in primo luogo da imprenditori privati che si facciano carico delle spese di recupero - salvo parziale finanziamento pubblico degli interventi - nonché della totalità dei costi di gestione, compresa la manutenzione ordinaria e straordinaria. In questo modo, si potrà inoltre favorire l'insediamento nell'area metropolitana di attività che concorrano al rilancio economico e sociale con positive ricadute sui livelli occupazionali.

Il bando pubblico per la presentazione di progetti di riutilizzo da parte degli aspiranti concessionari, che sarà emanato nei prossimi giorni con ampia pubblicizzazione a mezzo stampa, prevederà una serie di condizioni, tra le quali:

· assegnazione degli immobili in concessione per la durata massima di 50 anni, con il pagamento di un canone di concessione. Interventi di recupero a carico del concessionario, così come la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili e delle aree di pertinenza. E' previsto un possibile finanziamento pubblico per gli interventi di recupero, differenziato per ciascun immobile, nella misura massima del 35% dei costi (IVA esclusa) sostenuti dal concessionario.
· valutazione delle offerte tenendo conto sia della componente economica dell'offerta (canone di concessione proposto, eventuale entità del finanziamento richiesto per il recupero), sia delle caratteristiche complessive del progetto: tipologia della ristrutturazione in funzione della valorizzazione dell'immobile, presenza di spazi anche parzialmente disponibili per uso pubblico, attività in esso previste e loro impatto sullo sviluppo, qualificazione e promozione economico-sociale dell'area e infine possibili ricadute occupazionali.
· le proposte pervenute - valutate da una commissione tecnica - saranno giudicate dalla Commissione esaminatrice con un sistema a punteggio in modo da prevedere che le attività e funzioni ed i valori aggiunti possano essere valutati fino ad un quarto della somma .
· facoltà del Comune di procedere all'aggiudicazione anche nel caso di presentazione di una sola offerta valida, così come di non procedere all'aggiudicazione nel caso in cui i progetti di recupero non fossero valutati compatibili con le caratteristiche degli immobili ed opportuni, sul merito delle attività proposte, rispetto alle finalità perseguite dall'Ente anche sotto il profilo sociale;

Le ipotesi di recupero qui prospettate sono state preventivamente e positivamente discusse con la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte; i Piani Regolatori Generali di Torino e Chieri prevedono destinazioni d'uso compatibili con quanto proposto (è stata inoltre richiesta la variante parziale per ampliare le possibili destinazioni d'uso previste dall'attuale P.R.G. del comune di Chieri).(c.r.)

 

Torino, 27 marzo 2001

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