A partire dal 1995, l'amministrazione
comunale ha riconosciuto un importante ruolo alle cooperative
sociali, emanando atti quali: la delibera del Consiglio Comunale
del 10 gennaio 95 che consente di destinare la quota del 5% delle
previsioni di spesa della Città per l'acquisizione di
beni e servizi e di stipulare convenzioni sia con cooperative
sociali di tipo B sia con le ASL 1,2,3,4 al fine di promuovere
l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate o appartenenti
alle fasce deboli del mercato del lavoro.
Le convenzioni stipulate dalla
Città, hanno reso possibile nel 1998, l'inserimento lavorativo
di 383 persone svantaggiate, tra cui 153 handicappati intellettivi
e 59 handicappati fisici, con limitata autonomia, già
in carico ai servizi socio assistenziali e sanitari della Città.
In virtù delle convenzioni
attivate si sono inoltre create opportunità di occupazione
per 531 soggetti, la metà dei quali disoccupati di lungo
periodo, persone con età e professionalità non
competitive espulse dalle imprese, donne non giovani alla ricerca
di prima occupazione.
La valutazione positiva di quanto
realizzato ha indotto la Città a dare nuovo impulso all'esperienza,
coinvolgendo sia le cooperative sociali sia le imprese "no
profit", così come prevede la L.381/1991.
Contemporaneamente anche AMIAT,ATM,ATC
hanno promosso appalti che contemplano l'inserimento lavorativo
di persone svantaggiate.
La Giunta comunale, su proposta
dell'assessore Torresin, ha quindi proposto al Consiglio Comunale
di impegnare i rappresentanti nominati dalla Città di
Torino e delle Aziende Controllate, a proporre ai propri Consigli
d'amministrazione di prevedere una quota degli stanziamenti
per la fornitura di beni e servizi; di individuare una specifica
figura contrattuale e di stabilire regole generali da seguire
nell'espletamento delle procedure di applicazione della , qui
citata, L. 381/1991.(p.c.)
Torino, 13 febbraio 2001
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