Questi pomeriggio si è
riunita la III Commissione Consiliare del Comune di Torino, presieduta
da Santina Vinciguerra, presente l'assessore al lavoro Tom Dealessandri,
per ascoltare sia i Sindacati di Categoria che la Fondazione
CRT sul probabile scioglimento deciso da Unicredito Italiano,
modificando l'attuale assetto federale del Gruppo attraverso
la centralizzazione degli istituti collegati, tra cui banca CRT.
Dai sindacati di categoria è
emersa la preoccupazione su questo possibile cambiamento di scenario
che porterebbe di fatto la perdita della sede centrale di Unicredito
da parte della città di Torino, che provocherebbe un possibile
danno occupazionale, ma anche di immagine.
E' intervenuto poi il presidente
della Fondazione Professor Andrea Comba che ha ribadito come
la Fondazione detiene il 14% delle azioni ma che in caso di votazione
la percentuale scende solo al 5%. Un punto su cui si è
soffermato Comba riguardo l'operazione in oggetto è quella
dello sviluppo economico e sociale piemontese che tale cambiamento
creerà ( quindi quali le attività che si attiveranno).
Poi ai quesiti posti dalla Commissione Consiliare e sottolineati
dalla Presidenza ovvero: quest'operazione va verso i bisogni
e lo sviluppo reale della città? Qual è la valutazione
della Fondazione riguardo questo cambiamento? Il Presidente della
Fondazione ha precisato di non aver risposte perché l'amministratore
delegato Unicredito deve ancora sentire e vedere gli altri grandi
azionisti.
In proposito e rispetto alle
domande evase dalla Fondazione, la III Commissione Consiliare
ha espresso tutta la sua preoccupazione a nome del Consiglio
Comunale per questi possibili scenari che potrebbero provocare
problemi occupazionali, danni all'immagine della città
di Torino e disorientamento per l'utenza ovvero i piccoli risparmiatori.
La presidente Santina Vinciguerra ha poi concluso
" non siamo convinti di quest'operazione sia a livello occupazionale
che a livello economico-sociale. Questo porterà ad uno
svuotamento dell'intelligenza bancaria esercitata a Torino dalla
Cassa di Risparmio di Torino lasciando alla città la semplice
attività bancaria, è necessario che le domande
trovino risposte per cui saranno necessarie altre riunioni e
confronti sul tema".(g.s.)
Torino, 7 novembre 2001
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