Il sindaco Sergio Chiamparino
ha partecipato alla celebrazione del 140° anniversario dell'Unità
d'Italia, che si è svolta questa mattina a Palazzo Carignano
alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Intervenendo in apertura della cerimonia, il sindaco ha pronunciato
il seguente discorso:
" Signor Presidente,
sono orgoglioso di darle il benvenuto a Torino, città
che fu uno dei principali teatri del Risorgimento italiano e
che oggi ne conserva i segni culturali, ar-chitettonici e in
un certo senso anche i tratti spirituali. Sono altresì
emozio-nato di darle il benvenuto in questo Palazzo, disegnato
da Guarino Guarini, dove ebbe sede il primo Parlamento Italiano
e che oggi ospita un museo dedicato al processo di unificazione
del nostro Paese.
Quest'anno celebriamo il 140° anniversario dell'Unità
d'Italia, dell'indipendenza della nostra patria, a cui contribuirono
tanti uomini dell'esercito piemontese in un movimento di liberazione
che raccolse vo-lontari in tutto il territorio italiano e che
trovava ispirazione nelle menti, e nei cuori, di politici di
grande spessore che la nostra terra ricorda con orgoglio: D'Azeglio,
Cavour, Garibaldi, per citarne solo alcuni. E poi Vittorio Ema-nuele
II, il cui monumento restaurato abbiamo inaugurato oggi e a cui
Lei, Signor Presidente, ha voluto rendere omaggio.
Per Torino la memoria del Risorgimento ha un significato molto
profondo ed è in questi anni metafora di una nuova rinascita
della nostra città. E' così forte il valore simbolico
per Torino di quella fase storica che nel nostro pia-no di sviluppo
- Torino Internazionale - abbiamo posto come orizzonte stra-tegico
il 2011, 150° anniversario dell'Unità d'Italia.
Torino fu la prima capitale del Regno Unito; come abbiamo ricordato,
qui si riunì il primo Parlamento Italiano. La storia del
Paese spostò poi la capitale politica a Firenze e successivamente
a Roma, indebolendo quindi il ruolo della nostra città.
Ma fu breve il passo per una nuova alba che la vide ca-pitale
industriale e motore della modernizzazione italiana. Torino è
orgoglio-sa di come ha condotto il secolo appena concluso, in
cui fu protagonista di un nuovo risorgimento, la lotta per la
liberazione della nostra patria, che vi-de il sacrificio di molti
uomini e di molte donne che morirono al grido di Viva l'Italia
libera. Siamo orgogliosi del ruolo che la nostra città
ha avuto nella Resistenza per la difesa della libertà
e della patria.
Ma Torino è stata in questo secolo anche laboratorio dell'innovazione
e della produzione industriale, città dove sono nati gli
strumenti della comuni-cazione in Italia: la radio, la televisione,
la telefonia e poi ancora nel nostro territorio l'informatica.
Torino fu il primo centro italiano in cui si sviluppò
la settima arte, che oggi è consacrata nel nuovo allestimento
del Museo Na-zionale del Cinema all'interno della Mole Antonelliana,
che Lei si appresta a visitare.
Tanti di questi primati si sono spostati da Torino, come è
normale che av-venga in un grande Paese. Tuttavia, noi ne ricordiamo
la luce non, come alcuni dicono, per denunciare scippi illegittimi,
ma, al contrario, per sottoli-neare la straordinaria capacità
di "creare il nuovo" di Torino, che oggi si tro-va
nuovamente a essere al centro dell'innovazione con importanti
poli di eccellenza tecnologica.
Come sa, inoltre, Torino si sta preparando ad ospitare i Giochi
Olimpici In-vernali del 2006. Desidero ancora ringraziarLa a
nome di tutta la città per il contributo decisivo che
Lei ha dato al successo della nostra candidatura, dando un segnale
di piena fiducia nella nostra città. Torino 2006 è
un'occasione importante per tutto il Paese e un'opportunità
eccezionale per il rilancio internazionale del nostro territorio,
che sta infatti cogliendo questo evento come acceleratore del
rinnovamento delle proprie infrastrutture, delle attività
economiche, della promozione culturale e artistica.
Signor Presidente, desidero ancora soffermarmi su un tema a cui
Torino, come tutti i Comuni e gli enti locali italiani, conferisce
moltissima importan-za. Il 7 ottobre scorso gli italiani hanno
modificato la Costituzione confer-mando una riforma approvata
dal nostro Parlamento che da maggiore valo-re alle autonomie
locali. Come Sindaco di una delle grandi città italiane
e anche come rappresentate dei Comuni piemontesi - in qualità
di Presidente dell'Anci regionale -, desidero sottolineare il
valore di questa importante ri-forma, ispirata da quel principio
di sussidiarietà che, con la stessa fiducia nei valori
della democrazia, fonda le basi dell'Unione dei Paesi Europei.
Es-so è alla radice di quell'Europa dove, come Ministro
del Tesoro, Lei, Signor Presidente, ha portato l'Italia. Un merito
storico che le riconosciamo con gratitudine.
Questo referendum ha dato l'avvio a una riforma dello Stato che,
in un quadro unitario, deve dare ruolo, responsabilità
e risorse alle autonomie lo-cali. Ciò è necessario
per far funzionare meglio lo Stato e anche per fron-teggiare
l'attuale situazione politica mondiale particolarmente seria
e com-plessa. Se è vero che solo una rete diffusa che
tenga assieme tutti i poteri democratici, dai Comuni agli Stati
nazionali alle Unioni sovranazionali, può restituire un
governo della mondializzazione, tale rete non può che
iniziare dal basso. Non devo ricordare a Lei che l'Italia è
composta da ottomila Co-muni, ciascuno con una storia e un radicamento
preciso sul territorio e i Comuni sono il punto focale della
democrazia e della partecipazione.
Lavoriamo tutti insieme perché tutto ciò si concretizzi
al più presto e siamo certi di poter contare sul suo alto
sostegno.
Ho voluto concludere, Signor Presidente, con questo argomento
perché questa è la strada giusta per rinsaldare
il rapporto tra i cittadini e le istituzio-ni e per mantenere
alto e forte il senso dello Stato, che è la grande eredità
che ci consegna il Risorgimento.
Torino, 20 novembre 2001
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