Un patto per garantire al capoluogo
piemontese un futuro da grande città di livello europeo.
Lo hanno sottoscritto stamani, nell'Aula Magna del Politecnico
di Torino, il sindaco di Torino, Valentino Castellani, e cinquanta
rappresentanti di istituzioni, enti e imprese che operano nel
torinese.
Tutti insieme, dunque. Sindaci e imprenditori, uomini di finanza
e professori universitari, sindacalisti e manager a far gioco
di squadra per tradurre in realtà i progetti del "Piano
strategico per la promozione internazionale di Torino" e,
da oggi al 2010, lavorare insieme per assicurare a Torino, e
alla sua area metropolitana, un futuro di sviluppo e un ruolo
di rilievo tra le metropoli continentali.
Proposto due anni fa dal sindaco e dal Forum per lo sviluppo
- un organismo presieduto dal sindaco stesso e nel quale sono
presenti soggetti del mondo imprenditoriale, della cultura, del
sindacalismo e del volontariato - il "Piano" definisce
le sei linee guida sulle quali impostare il rilancio della città
della Mole: sei ambiti d'azione che riguardano l'area metropolitana
nel sistema internazionale, la costruzione del governo metropolitano,
lo sviluppo della formazione e della ricerca come risorsa strategica,
la promozione dell'imprenditorialità e dell'occupazione,
la promozione di Torino come città di cultura, turismo,
commercio e sport, e il miglioramento della qualità urbana.
<<La nostra intenzione - spiega il sindaco Valentino Castellani
- è quella di creare per la città e la sua area
metropolitana un ambiente migliore, una dimensione europea. Creare
cioè le condizioni perché le persone vivano meglio,
le capacità imprenditoriali possano esplicarsi, perché
la creatività, anche individuale, possa saper cogliere
le occasioni. La sfida dei prossimi anni è saper cogliere
tutte le grandi occasioni che si presenteranno alla nostra città.
Il "Piano" è il quadro di riferimento, le opportunità
le dobbiamo andare a cercare e calare in questo quadro di riferimento>>.
Tra le occasioni più significative per dare nei prossimi
anni concreto impulso allo sviluppo economico (e non solo), il
"Piano strategico" individua le Olimpiadi invernali,
che Torino e le sue montagne ospiteranno nel 2006. L'evento offre
l'opportunità di far conoscere al mondo il Piemonte e
l'area metropolitana torinese come luoghi accoglienti, di grande
interesse turistico e idonei ad ospitare iniziative economiche,
culturali e sportive di qualità. Insomma, permette di
presentare sulla ribalta internazionale un ambiente dove è
gradevole vivere e lavorare, cancellando lo stereotipo di città
fredda e grigia. La preparazione dei Giochi della neve fornisce
anche l'importante occasione per diffondere una nuova mentalità
nell'opinione pubblica e tra gli operatori pubblici e privati,
più aperta verso i cambiamenti e ottimista per il futuro.
D'ora in poi, in riva al Po, la parola d'ordine è programmare
e costruire una Torino rinnovata e vincente. Rinnovata nelle
strutture urbanistiche (opere importanti come la ristrutturazione
dell'area commerciale di Porta Palazzo, la riqualificazione attraverso
il "Progetto periferie" di ampie zone in quartieri
decentrati, il raddoppio del Politecnico, la costruzione di una
grande biblioteca civica sull'ex area Westinghouse, il passante
ferroviario, la metropolitana, ecc. saranno realizzate a breve
o sono già in fase di realizzazione) e vincente sul fronte
della qualità della vita, capace di adeguarsi ai mutamenti
dell'economia e di tenere il passo delle altre capitali europee.
Torino lancia una sfida impegnativa. Il "Piano strategico"
- per la cui realizzazione è stato compiuto un notevole
sforzo progettuale, visibile, ad esempio, nelle 84 proposte di
azione già elaborate - individua gli strumenti per affrontarla
e le strade da seguire per cercare di vincerla. Ma è
anche una sfida che deve essere raccolta da tutta la comunità.
<<La Torino di domani - sottolinea il sindaco Valentino
Castellani - non può fare a meno delle risorse umane,
tecniche e finanziarie di enti istituzionali, comuni dell'area
metropolitana, di forze sociali e culturali, università,
grandi gruppi produttivi, banche, fondazioni. E il "Piano
strategico per la promozione internazionale di Torino" -
conclude il primo cittadino del capoluogo piemontese - è
un patto tra soggetti autonomi con due grandi denominatori comuni:
la fiducia nelle proprie forze e l'amore per la propria terra>>.
Torino, 29 febbraio 2000
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