In relazione alla vicenda della messa all'asta della collezione Rossi, il sindaco di Torino Valentino Castellani ha dichiarato:
“Ventiquattro pezzi della collezione Rossi sono stati messi all'asta con il vincolo di non essere ritirati dai loro acquirenti prima di 35 giorni. Vi è tutto il tempo, ora, affinché lo Stato concluda le sue indagini e stabilisca se vi sono le condizioni per apporre un vincolo su tali opere ed esercitare, eventualmente, il diritto di prelazione.
Ai sensi del Decreto Legislativo 112/98 tale diritto, se vi sarà rinuncia da parte dello Stato, potrà essere esercitato dalla Provincia o dal Comune. Siamo pronti a intervenire in tal senso, consci che, comunque, il nostro intervento potrà avvenire in un quadro per alcuni versi precostituito.
Maggiori poteri e finanziamenti alle città - che abbiamo richiesto e per i quali ci stiamo battendo - potranno evitare, in futuro, situazioni come quella in cui ci troviamo. Non si può chiedere alle città, anche nel campo dei Beni Culturali, di svolgere compiti che sono di altri: dello Stato in primo luogo. E' lo Stato che ha poteri esclusivi in materia di tutela e, non da oggi, abbiamo sollecitato la sua azione in tale campo.
Torino, del resto, è la città che più spende per acquisizioni in campo artistico.
In questi giorni non siamo stati inerti, ma abbiamo attentamente valutato la nostra possibilità di intervento. Abbiamo scartato, sulla base dell'esperienza, di partecipare direttamente all'asta, in presenza di condizioni di mercato che ci avrebbero messo sicuramente in difficoltà.
In ogni caso lavoreremo per assicurare a Torino i pezzi significativi che appartengono alla storia della città.”(r.g.)
Torino, 10 marzo 1999