In Riferimento al documento rilasciato da alcune associazioni di volontariato rispetto al rimpatrio di minori stranieri non accompagnati, l'assessore ai servizi sociali Stefano Lepri, ha dichiarato “Torino è certamente all'avanguardia nella politica di integrazione dei ragazzi stranieri non accompagnati dai genitori, grazie all'attiva collaborazione tra Comune, Autorità giudiziaria minorile, Questura, volontariato, scuola statale e formazione professionale. Tra i tanti progetti espressi da questi organismi, è sicuramente rilevante il progetto “tutele civili”, per cui le associazioni di volontariato assicurano l'inserimento sociale, qualora il minore dimostri interesse e impegno a restare sul territorio torinese.
Questa capacità positiva, insieme alla pressione migratoria proveniente soprattutto da Albania e Marocco, ha recentemente determinato una forte crescita del numero di minori stranieri soli. Oggi sono 232 quelli segnalati all'Autorità giudiziaria, di cui una settantina giunti a Torino nel giro di poche settimane verso la fine del '98.
Mentre per numeri contenuti di ragazzi, sussiste la possibilità di mettere in atto interventi efficaci e di coprire le spese, ciò viene meno quando le presenze siano numerose. Il rischio è quello della concessione di tutele a cui non corrisponde un'effettiva capacità di accompagnare i ragazzi all'autonomia e di evitare che cadano nei circuiti della malavita o si rendano irreperibili.
Altro rischio è che l'immigrazione di minorenni si configuri come un modo per eludere le soglie d'ingresso stabilite dalla nuova legge sull'immigrazione. Queste preoccupazioni sono state espresse dal Comune al Tribunale per i minorenni, alla Procura minori e al Giudice tutelare.
Ciò non comporterà comunque il venir meno dell'impegno dell'amministrazione a ricercare un costante dialogo con le associazioni, nonché l'obbligo di garantire interventi di assistenza per i minori stranieri in condizione di pregiudizio” (p.c.)
Torino, 3 marzo 1999