" Sono abituata a riflettere e a confrontarmi con gli altri, in particolare con persone che stimo come Paolo Ferrero, quindi faccio e ricevo telefonate. Non vedo quindi come questa normale abitudine possa far nascere un "caso Artesio".
In questi due anni ho sempre doverosamente comunicato ai giornali i contenuti dei progetti dell'amministrazione a me affidati, con alterni riscontri rispetto allo spazio dedicato a queste notizie
Oggi, sulla libera interpretazione di una presunta telefonata, divento improvvisamente un "caso": segno di quanto poco contino le cose fatte e da fare.
Quanto all'irreperibilità, mentre qualche giornalista si affannava a proporre e raccogliere illazioni a Palazzo Civico, io - fisicamente reperibile - accoglievo, come ogni venerdì pomeriggio, le coppie che festeggiano con la Città le nozze d'oro. A cellulare spento, come si conviene a chi ha rispetto dei propri ospiti."
Torino, 15 maggio 1999