Renzo Rossotti e Bruno Gambarotta hanno "fatto cassetta" di persone, oggi pomeriggio, alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino per la conferenza d'apertura degli incontri promossi dall'assessorato per la cultura del Comune: "Per Filo e per Segno".
L'argomento trattato da Rossotti, "Storie, fatti e fattacci di Torino" ha attratto più di 400 persone, delle quali 200 incollate alle sedie, e le rimanenti ancorate al suolo, e poiché sicuramente non avrebbero lasciato la sala, hanno involontariamente indotto i sorveglianti delle sicurezza ad aprire le porte di emergenza per ogni eventualità.
La conferenza tra gli spifferi si è tinta di magia mentre Rossotti descriveva Torino come una scatola cinese che si apre e dentro ce ne un'altra e così via. La scatola bianca è la cittadella religiosa, quella rossa rappresenta borgo san Paolo, quella azzurra la Casa Savoia e per ultima quella nera, quella dei delitti insoluti e archiviati, soprattutto delitti di donne. Ed alla memoria sono ritornati il delitto Diabolik, l'altro di Martine Boregard ed infine il più recente della "donna in rosso ". Delitti che finiscono nella nebbia. E Torino per il numero degli insoluti batte addirittura Los Angeles.
Velocemente e con rammarico, perché ormai presi dal racconto di Renzo Rossotti, si è passati a Bruno Gambarotta.
Uomo dalla battuta pronta, come sempre, che non ha nascosto il suo timore, la paura dominata quasi dalla reverenza, per quei personaggi della Torino magica che ha conosciuto.
Gambarotta, inoltre, riprendendo l'invito che l'assessore alla cultura, Ugo Perone, ha fatto al pubblico, ha sollecitato tutti i presenti a non disperdere le piccole cose quotidiane, a raccontare episodi o fatti che si conoscono della città, per costruire insieme la memoria storica della nostra metropoli.
Presi d'assalto come i divi, per gli autografi, le dediche o per un semplice scambio di battute, Renzo Rossotti e Bruno Gambarotta si sono resi disponibili per un altro incontro con il pubblico.(a.g.)
Torino 21 gennaio 1998
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