Pubblicato il 12 Febbraio, 2014 (aggiornato il 28 Maggio, 2020)
IL CARNEVALE DI TORINO
Il Carnevale di Torino è da sempre legato al connubio tra il luna park, che un tempo si svolgeva in Piazza Vittorio Veneto, e le sfilate di carri allegorici e maschere che giravano per le vie della città, colorandola, rendendola allegra e gioiosa, e soprattutto regalando cioccolatini e caramelle a tutti i partecipanti. Alla fine dell'Ottocento il Carnevale a Torino era tra i più famosi d'Italia e richiamava un gran numero di turisti che per giorni affollavano piazza Vittorio e piazza Castello, spazi dove si concentravano le attrazioni ed i vari festeggiamenti. Le feste terminavano con la fiaccolata del martedì grasso, che si concludevano in piazza Castello con il rogo di un enorme fantoccio, il BABACIU.
Piazza Vittorio era sinonimo di "Carnevale". La piazza era interamente occupata dalle giostre e dai baracconi, con le più svariate trovate di richiamo adatte per ogni età e tanti fenomeni o presunti tali che venivano esibiti al pubblico dietro un modico compenso. Fonte di forte richiamo erano i nani, i giganti, la donna cannone, quella barbuta e, perché no? anche quella con due teste!
Sin dall' Ottocento e per oltre cento anni il carnevale di Torino fu uno dei più grandi avvenimenti briosi e particolarmente attesi dall'intera cittadinanza.Anche via Po era per l'occasione invasa, oltre che dal pubblico, da ogni sorta di bancarelle che vendevano dal torrone alle varie specialità dolciarie, le maschere, i coriandoli, le stelle filanti, ecc. Tutti i balconi di via Po erano gremiti di persone che lanciavano coriandoli al passaggio dei carri allegorici che sfilavano al seguito dei nostri Gianduja e Giacometta. Negli ultimi anni Il programma del Carnevale Torinese viene completato da una gran sfilata di carri allegorici, dal Bike Carnival e dal Carnival Street Parade, sfilata bande musicali in costume.
GIANDUJA E GIACOMETTA
Le maschere di Torino sono Gianduia e Giacometta che ogni anno aprono la sfilata delle maschere. La maschera di Gianduia nacque circa 300 anni fa dalla fantasia di un burattinaio, che ebbe un enorme successo grazie al suo burattino chiamato Gironi, che in dialetto torinese significa Girolamo. Decise successivamente di cambiargli il nome quando conobbe in un paese nei dintorni di Asti, un simpatico contadino, molto furbo di nome Gioan d‘la douja, così soprannominato perché nelle osterie chiedeva sempre un boccale di vino che in dialetto piemontese si dice douja. Costui vestiva sempre con una lunga giacca marrone con bordi rossi, in testa aveva un cappello a tre punte, con un codino girato verso l’alto legato con un nastro rosso. Il suo nome venne quasi da subito abbreviato in Gianduia accrescendo ancor più il successo già riscosso da Gironi. Grande successo dimostrato anche dal fatto che il cioccolatino più celebre della città di Torino, ovvero quello fatto con le nocciole prese proprio il nome di Gianduiotto. Giacometta venne affiancata a Gianduja fin dalle origini del novecento, è il naturale complemento di Gianduja; coraggiosa e pratica come il marito mette con generosità il proprio buon senso a disposizione di chi deve risolvere un problema spinoso. Il prototipo della maschera si avvicina a quello della servetta, maliziosa e dal carattere forte ma gentile. Il costume è caratterizzato da una gonna lunga e larga, di ispirazione agli indumenti folkloristici piemontesi, alla quale accompagna una camicia con scialle ed un alto copricapo che le serra la chioma.