"Kultrun"
Dino Saluzzi, bandoneon
Rosamunde Quartett
Andreas Reiner, Simon
Fordham, violini
Helmut Nicolai, viola
Anja Lechner, violoncello
Dino Saluzzi nasce in Argentina nel 1935. Le sue
scelte musicali si orientano sulla musica tradizionale folk e
viene in contatto con il tango e altri stili musicali durante
i suoi studi a Buenos Aires. Ha suonato con Gato Barbieri e lavorato
come arrangiatore e solista per la "Sinfonica de Tango"
di Enrique Mario Francini, con cui ha raggiunto il Giappone nel
1977. Ha girato il Sud America in numerose tournée con
Mariano Mores. Nel 1979 lancia il suo primo "Cuarteto Dino
Saluzzi", che gli procura titoli da prima pagina in tutta
Europa. Partecipa in seguito alla fondazione di "Musica
Creativa", gruppo di jazz, folk e musica da camera, e nel
1982 diventa membro della George Gruntz Concert Jazz Band. Da
allora Dino Saluzzi ha suonato con molti musicisti europei e
americani, come Enrico Rava, Charlie Haden, Louis Sclavis, Charlie
Mariano, Al Di Meola e Edward Vesala.
Nel 1992 il Rosamunde Quartett di Monaco, musicalmente
in debito con il proprio mentore Sergiu Celibidache, fece la
sua prima esibizione pubblica al Berliner Festwochen. I critici
immediatamente furono concordi a inserire il quartetto nella
ristretta élite dei quartetti d'archi. I quattro musicisti,
provenienti da carriere individuali di successo, avevano deciso
di dedicarsi al quartetto solo un anno prima. Interpretano brillantemente
Schubert come Sostakovic e Piazzolla.
Andreas Reiner, primo violino, è nato a Vienna e ha studiato
con Werner Ehrenhofer e Itzhak Perlman, facendo la sua prima
apparizione da solista all'età di 7 anni. Insegna musica
da camera alla Folkwang Hochschule di Essen.
Simon Fordahm, secondo violino, è nato in Australia e
ha studiato con Brian Blake, Rosa Fain e il Quartetto Amadeus.
Ha vinto il premio assegnato dalla Australian Broadcasting Commission.
Helmut Nicolai, viola, ha cominciato la sua carriera nei Berliner
Philarmoniker e si è esibito come solista con il suo maestro,
Celibidache.
Anja Lechner, violoncello, ha interessi variegati che includono
non solo il repertorio classico ma anche l'improvvisazione e
il tango nuevo. I suoi maestri sono stati Jan Polasek, Heinrich
Schiff e Janos Starker, e insegna musica da camera al Conservatorio
di Graz dal 1993.
IL PROGRAMMA
"Kultrum"
Cruz del Sur
Salón de tango
Milonga de los morenos
... y solos - bajo una luna amarilla - discuten sobre el pasado
Miserere
El apriete
... y se encaminó hacia el destierro.
Recitativo final.
Guardando indietro, sembra
quasi inconcepibile quanto era innovativa la musica di Dino Saluzzi
quando si affacciò sulla scena musicale europea con il
suo primo disco ECM, nel 1983. Naturalmente qualche intenditore
sapeva cos'era un bandoneon, una fisarmonica a bottoni che spazia
su 88 note, due continenti, dalla base della società (di
fatto dalla Rhur tedesca, i cui emigranti lo portarono fino in
Argentina, dove sarebbe diventato il cuore e l'anima del tango)
alla cima di essa, ai sofisticati saloni d'Europa, ove il bandoneon
e il tango vissero un momento di gloria e di moda. Gli specialisti
avevano ovviamente familiarità con i mitici padri di questo
strumento, tra cui Domingo Santa Cruz, Vicente Greco ("Garrote"),
Arturo Bernstein ("El Aleman"), Pedro Maffia e Anibal
Troillo. Avevano sicuramente sentito il tango nuevo di Astor
Piazzolla. Forse, si erano già imbattuti in Timoteo "Dino"
Saluzzi, che, nato nella provincia argentina di Salta nel 1935,
era entrato a fare parte della Orchestra Estable di Radio El
Mundo, la principale radio argentina, dal 1952 al 1956, e che
ora si dedicava principalmente al folklore tradizionale.
Saluzzi non rappresenta certamente i canoni tradizionali del
tango. Va ancora più indietro nel tempo, alla musica folk
della sua infanzia, la musica delle Ande, degli Indios. Il tono
del suo bandoneon diventa il simbolo del desiderio. Non scivola
lontano dal pathos dello strumento né dalla sua trivialità,
ma li trascende entrambi con squisita fragilità, presentando
il suo strumento sull'orlo, così per dire, della disfatta.
Comunque nella sua musica il desiderio fisiologico di ogni uomo
si somma a quello per terre lontane e al desiderio degli immigrati
europei per la terra natìa. (Nelle parole di Jean Paul,
"Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo
essere cacciati.")
La prima produzione di Kultrum era bandoneon puro. Saluzzi inscatolò
l'intero universo nei semplici e squadrati confini del suo strumento.
Quando viene suonato, il bandoneon non ha rivali nella sua completezza:
la ricchezza e il calore di un suono di violoncello nel registro
più basso, l'intensa sonorità dell'oboe in quelli
più alti.
Dino Saluzzi è ritornato nell'ultimo periodo al suo interesse
per la musica da camera, che nasce dalla co-fondazione dell'ensemble
sperimentale Musica Creativa. La sua collaborazione con il Rosamunde
Quartett di Monaco è basata, come ogni genuina collaborazione,
sulla curiosità, sul rispetto e sull'interesse. I musicisti
del Rosamunde sono infatti partner ideali, e soprattutto la violoncellista
Anja Lechner, che è stata coinvolta in vari progetti innovativi
di tango.
Dino Saluzzi pensa in termini di spazio drammaturgico e ha sviluppato
un'economia di interpretazione che quasi naturalmente evita le
trappole di una tale avventura di cooperazione: la duplicazione
del bandoneon "orchestrale" nel quartetto. Riconosce
inoltre i confini tra composizione e improvvisazione, tra musica
colta, musica folk, jazz e tango, e quindi li oltrepassa con
irruente verve.
Lo apprezziamo ora in questo suo nuovo Kultrum e nelle sue nuove
composizioni. Questo non è un nuovo Dino Saluzzi ma piuttosto
un musicista con mezzi di espressione espansi, ben conscio della
bellezza e, sentimentalmente parlando, della dignità dei
vari idiomi. Ma sempre interessato più di tutto alle connessioni;
quelle più ovvie e, soprattutto, quelle nascoste.
Peter Rüedi
[trad. e adattamento: Angelo Acerbi]
Rosamunde Quartett - Kultrum
è un cd ECM, 1638
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