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Le sale della Pinacoteca, aperte al pubblico negli spazi attuali, ristrutturati
e riallestiti nel 1996, si presentano oggi rinnovate.
Il riordino ha privilegiato la chiarezza espositiva e la immediatezza della comunicazione
grazie a un apparato esplicativo in forma di pannelli e lunghe didascalie che
offre in maniera sintetica, ma esauriente, una facile guida alla comprensione
delle opere esposte, tenendo conto delle aggiornate proposte attributive; per
i non vedenti e gli ipovedenti è stato avviato un percorso di visita con
un metodo di lettura tattile, che nel futuro sarà esteso a tutti i lavori
esposti.
L'allestimento ha provvisto le sale di un impianto di climatizzazione, di una
nuova illuminazione affidata in buona parte alla luce naturale e di una tinteggiatura
policroma delle pareti studiata per valorizzare le opere e per suddividere visivamente
le diverse sezioni espositive; per i visitatori portatori di handicap motori è stato
creato un accesso con elevatore a scomparsa di modernissima progettazione.
Nel riordinare le opere, si è ripristinato il disegno espositivo precedente,
correggendo alcuni spostamenti che nel corso degli anni lo avevano alterato:
le sale caratterizzate dalle pareti rosse sono dedicate ai dipinti legati all'Accademia
nel 1828 da Monsignor Vincenzo Maria Mossi di Morano..
La seconda parte del percorso espositivo della Pinacoteca, con le sale tinteggiate
di azzurro, è dedicata alle opere di maestri e allievi dell'Accademia
della prima metà dell’'Ottocento ,
tra cui i bozzetti di Filippo e Ignazio Collino, le sculture di Carlo Chelli,
di Giacomo Spalla e i bellissimi acquerelli di Giuseppe Pietro Bagetti.
Le sale successive sono dedicate ad altre opere giunte in Accademia per acquisto
o donazione: dai bei dipinti di Moncalvo, di Giovanni Maria Viani, e del Giampietrino
(sala 9), all’ importante collezione di cartoni di Gaudenzio Ferrari e
della sua scuola donati da Carlo Alberto nel 1832 (sala 10).
E’ inoltre stato recuperato uno spazio espositivo particolarmente adatto
ad ospitare la serie di dodici Vedute veneziane, donate dal Mossi con l'attribuzione
a Canaletto, successivamente considerate di Michele Marieschi ed ora assegnate
dagli studiosi all'ancora misterioso “Maestro dell'Accademia Albertina”.
Le ultime due sale tinteggiate di verde ospitano opere della seconda metà dell’Ottocento e del Novecento, fra cui oltre al nucleo di dipinti di Giacomo Grosso, acquistati dallo Stato Italiano per l’Accademia dopo la morte dell’artista, si presenta un importante Paesaggio di Lalla Romano, celebre scrittrice, oltre che sensibile pittrice, generosamente offerto in comodato permanente a ricordo del suo percorso accademico.
Pinacoteca della Accademia Albertina
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1Le
Sale della donazione Mossi di Morano
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2Matrimonio
mistico di Santa Caterina d'Alessandria - Anton Maria Piola
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3La
Pinacoteca Albertina
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4San
Sebastiano
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5Il
nuovo allestimento della Pinacoteca
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6Il
nuovo allestimento della Pinacoteca
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7Francesca
Ferreri - Deformazione anatomica a carattere simbolico
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8I
cartoni cinquecenteschi
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9Ludovico Raymond - Iconoclasti, 1889
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10L'Accademia
nell'800 e nel '900