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Dalle finestre del loro studio, potevano vedere gran parte della città e
della collina. Ma è difficile pensare che ne traessero ispirazione
per le proprie opere. A Luigi Colombo, detto Fillia (dal cognome della
madre) e Mino Rosso, due artisti torinesi della prima metà del
secolo scorso, la Città ha dedicato una targa, posta sul palazzo
di via Cardinal Maurizio che ne ospitò il laboratorio creativo.
Fillia e Rosso vengono ricordati soprattutto per la produzione pittorica
e per l'adesione al movimento Futurista. Il dolce declinare della collina
torinese non ha, quindi, potuto ispirarli. Più facile pensare
che lo furono i ruggiti sordi dei motori a scoppio delle prime automobili
in circolazione per le strade del centro città, il fascino del
dinamismo, la policromia dei materiali.
E d'altronde, Torino è città da sempre aperta alla creatività e
particolarmente sensibile nei confronti delle discipline artistiche.
Per questo, Fillia e Rosso vi trovarono il clima giusto per esprimere
al meglio il proprio talento.
Del resto sin dagli inizi la storia del futurismo è intrecciata
con la nostra città. Fin dal 20 febbraio 1909, data della pubblicazione
del manifesto del futurismo su Le Figarò, quando in contemporanea
il padre putativo del futurismo e autore del Manifesto futurista, Filippo
Tommaso Marinetti, ne lesse il testo al teatro Alfieri di Torino, dove
andava in scena il suo dramma "La donna è mobile". Marinetti,
nel suo Manifesto, descrive il futurismo come: "energia, audacia,
ribellione, velocità". Per i futuristi tutto era arte, attraverso
linguaggi tradizionali ed altri originali: la letteratura, la pittura,
la scultura, l'architettura, il mosaico, la ceramica, la danza, la fotografia,
il teatro, il cinema, la musica e persino la gastronomia, come si può leggere
nel manifesto "La cuisine futuriste".
"E' una visione dell'uomo a 360°, e per questo fuori dagli schemi
tradizionali - ha sottolineato il presidente del Consiglio comunale Beppe
Castronovo durante la cerimonia dello scoprimento della targa - una sfida
alla complessità della società moderna cui il futurismo
sembra dare alcune risposte. Perché nel concetto di cultura ci
sta: tanto la rappresentazione di tutti, quanto il suo essere alla portata
di tutti".
[fonte: CittAgorą]
La targa per ricordare il futurismo torinese
immagine 2Particolare del Gonfalone della Città
immagine 3 Il discorso ufficiale del Presidente del Consiglio Comunale, Beppe Castronovo
immagine 4L'intervento della Presidente della Fondazione Torino Musei, Giovanna Cattaneo Incisa
immagine 5Il Gonfalone della Città posto accanto alla targa commemorativa
immagine 6Beppe Castronovo scopre la targa
immagine 7La targa intotolata a Fillia e Rosso, due futuristi a Torino