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4 dicembre 2008

MAO
Museo d'Arte Orientale

I manifesti rossi in giro per la città lo hanno annunciato per settimane. E oggi, 5 dicembre, dopo i lavori di restauro e d’allestimento, il MAO, museo d’arte orientale, nuovo polo culturale al servizio di cittadini, ha aperto al pubblico. La sede è quella dello storico Palazzo Mazzonis, in via San Domenico 9, nel quartiere simbolo dell’integrazione culturale. Una scelta non casuale che ha garantito all’edificio il totale recupero.

Nel 1870 il palazzo venne adibito dall’industriale tessile Paolo Mazzonis a sede degli uffici della manifattura di famiglia.
Un secolo dopo, nel 1968, in seguito alla crisi del settore tessile, la ditta cessò l’attività e i locali dello stabile rimasero inutilizzati.

Il palazzo venne acquistato dal Comune dodici anni dopo per 500milioni di lire e dopo un restauro conservativo venne utilizzati fino al 2001 come sede di uffici giudiziari.
Oggi, dopo gli interventi di restauro degli stucchi, delle decorazioni pittoriche residue e quelli strutturali, il complesso architettonico ha ritrovato tutti quegli aspetti che consentono di inserirlo tra gli esempi significativi del barocco torinese.

Palazzo Mazzonis ha svelato il segreto che si nasconde dietro le mura, il nuovo allestimento del museo d’arte orientale, giovedì 4 dicembre, giorno dell’inaugurazione.

Il primo appuntamento è stato alle ore 18 a Palazzo Madama, dove i curatori, gli organizzatori e i responsabili del progetto racconteranno, aiutati dall’uso di diapositive, il piano di lavoro che ha portato all’esposizione dei preziosi tesori in possesso della città e quasi mai esibiti. Un’ora dopo il nastro è stato tagliato direttamente nelle sale del MAO, che sono rimaste aperte al pubblico fino a mezzanotte.

L’ingresso al museo è gratuito fino all’8 dicembre. Dalle 10 alle 18 si potranno visitare le diverse collezioni allestite sui tre piani dell’edificio.

Il percorso espositivo è stato realizzato tenendo conto delle opere già in possesso del museo e di quelle che verranno acquisite successivamente.

Diviso in cinque sezioni dedicate ad aree geografiche e artistico-culturali differenti, Asia Meridionale, Cina, Regione Himalayana, Paesi Islamici e Giappone, il museo occupa una superficie di circa 1400 mq.

La parte riservata all’Asia Meridionale si sviluppa al piano terra nella manica ovest dove sono ospitate grandi e piccole sculture in pietra e calcare dell’arte gandharica e indiana.

Al primo piano, nella Galleria cinese, si possono ammirare terrecotte, ceramiche, bronzi, legni e oggetti in lacca. La Galleria himalayana, con i preziosi dipinti tibetani (thang-ka), le sculture in bronzo le collezioni di copertine lignee e i manoscritti si trova al secondo piano.

Nella manica laterale e su due piani, con affaccio su via Sant’Agostino, è collocata la sezione giapponese.

Al primo livello ci sono sculture lignee dorate e laccate e grandi paraventi dipinti, il secondo accoglie dipinti, lacche, ventagli e tessuti.

L’allestimento si conclude al terzo piano con la galleria destinata ai paesi islamici.

Il museo è fornito di servizio di accoglienza al pubblico, postazioni multimediali, libreria e sala conferenze.

[fonte: TorinoClick]

immagine 1

L'arte della Birmania al MAO

immagine 2 Il Museo d'Arte Orientale

immagine 3 L'arte ha nuovi orizzonti

immagine 4 A Torino apre il MAO

immagine 5 Un momento della conferenza stampa

immagine 6 Il Giappone

immagine 7 Il Giappone

immagine 8 Kongo Rikishi stante su larga base - Giappone

immagine 9 La Cina

immagine 10 Vita di corte e cosmopolitismo - Cina

immagine 11 Temi dell'aldilà in epoca Han - Cina

immagine 12 Armi, finimenti, ornamenti in bronzo - Cina

immagine 13 Terrecotte tipo Machang - Cina

immagine 14 Le armature dei Samurai e i Kalemono - Giappone

immagine 15 Le stampe dal Giappone

immagine 16 Il Buddhismo Tibetano

immagine 17 Regione Himalayana

immagine 18 Regione Himalayana

immagine 19 Regione Himalayana

immagine 20 Libri - Regione Himalayana

immagine 21 Nepal

immagine 22 Nepal

immagine 23 Paramento rituale per il Cham, Tibet

immagine 24 Paesi Islamici

immagine 25 Paesi Islamici

immagine 26 Paesi Islamici

immagine 27 Paesi Islamici

immagine 28 Paesi Islamici

immagine 29 India antica

immagine 30 Asia Meridionale

immagine 31 Asia Meridionale

immagine 32 Asia Meridionale

immagine 33 Asia Meridionale


4 dicembre 2008

Passante
č caduto l’ultimo diaframma

Ora è davvero un passante: intorno alle 16.30 a venti metri di profondità, sotto l’alveo della Dora, è stato abbattuto l’ultimo diaframma che, all’altezza di corso Mortara, separava le due gallerie. Qui, a lavori ultimati, correranno i treni della linea Torino - Milano.

La lunghezza del percorso ferroviario, da Lingotto a Stura, è di 12 chilometri, la copertura delle trincee ferroviarie ha una superficie di 260mila metri quadrati e le stazioni a servizio della città, a lavori ultimati, saranno sette: Lingotto, Zappata, Porta Susa, Porta Nuova, Dora, Rebaudengo e Stura.

Il completamento delle opere infrastrutturali ferroviarie è previsto per il 2011, e nel 2012 il passante ferroviario dovrebbe cominciare ad assolvere il suo compito di ferrovia metropolitana.

[fonte: TorinoClick]

immagine 1

Passante, č caduto l’ultimo diaframma

immagine 2 Un tratto del futuro grande boulevard della Spina Centrale

immagine 3 La Dora scorre lungo i lavori del Passante

immagine 4 I tecnici e operai che lavorano al Passante

immagine 5 Si scende alle gallerie

immagine 6 Le macchine lavorano per abbattere l'ultimo diaframma

immagine 7 Uno schermo proietta le immagini delle macchine in azione dall'altra parte

immagine 8 Le macchine lavorano per abbattere l'ultimo diaframma

immagine 9 Le macchine lavorano per abbattere l'ultimo diaframma

immagine 10 L'Assessora Mariagrazia Sestero durante la presentazione

immagine 11 La galleria del futuro Passante


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