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I manifesti rossi in giro per la città lo hanno annunciato per settimane. E oggi, 5 dicembre, dopo i lavori di restauro e d’allestimento, il MAO, museo d’arte orientale, nuovo polo culturale al servizio di cittadini, ha aperto al pubblico. La sede è quella dello storico Palazzo Mazzonis, in via San Domenico 9, nel quartiere simbolo dell’integrazione culturale. Una scelta non casuale che ha garantito all’edificio il totale recupero.
Nel 1870 il palazzo venne adibito dall’industriale
tessile Paolo Mazzonis a sede degli uffici della manifattura di famiglia.
Un secolo dopo, nel 1968, in seguito alla crisi del settore tessile,
la ditta cessò l’attività e i locali dello stabile
rimasero inutilizzati.
Il palazzo venne acquistato dal Comune dodici
anni dopo per 500milioni di lire e dopo un restauro conservativo venne
utilizzati fino al 2001 come sede di uffici giudiziari.
Oggi, dopo gli interventi di restauro degli stucchi, delle decorazioni
pittoriche residue e quelli strutturali, il complesso architettonico
ha ritrovato tutti quegli aspetti che consentono di inserirlo tra gli
esempi significativi del barocco torinese.
Palazzo Mazzonis ha svelato il segreto che si nasconde dietro le mura, il nuovo allestimento del museo d’arte orientale, giovedì 4 dicembre, giorno dell’inaugurazione.
Il primo appuntamento è stato alle ore 18 a Palazzo Madama, dove i curatori, gli organizzatori e i responsabili del progetto racconteranno, aiutati dall’uso di diapositive, il piano di lavoro che ha portato all’esposizione dei preziosi tesori in possesso della città e quasi mai esibiti. Un’ora dopo il nastro è stato tagliato direttamente nelle sale del MAO, che sono rimaste aperte al pubblico fino a mezzanotte.
L’ingresso al museo è gratuito fino all’8 dicembre. Dalle 10 alle 18 si potranno visitare le diverse collezioni allestite sui tre piani dell’edificio.
Il percorso espositivo è stato realizzato tenendo conto delle opere già in possesso del museo e di quelle che verranno acquisite successivamente.
Diviso in cinque sezioni dedicate ad aree geografiche e artistico-culturali differenti, Asia Meridionale, Cina, Regione Himalayana, Paesi Islamici e Giappone, il museo occupa una superficie di circa 1400 mq.
La parte riservata all’Asia Meridionale si sviluppa al piano terra nella manica ovest dove sono ospitate grandi e piccole sculture in pietra e calcare dell’arte gandharica e indiana.
Al primo piano, nella Galleria cinese, si possono ammirare terrecotte, ceramiche, bronzi, legni e oggetti in lacca. La Galleria himalayana, con i preziosi dipinti tibetani (thang-ka), le sculture in bronzo le collezioni di copertine lignee e i manoscritti si trova al secondo piano.
Nella manica laterale e su due piani, con affaccio su via Sant’Agostino, è collocata la sezione giapponese.
Al primo livello ci sono sculture lignee dorate e laccate e grandi paraventi dipinti, il secondo accoglie dipinti, lacche, ventagli e tessuti.
L’allestimento si conclude al terzo piano con la galleria destinata ai paesi islamici.
Il museo è fornito di servizio di accoglienza al pubblico, postazioni multimediali, libreria e sala conferenze.
[fonte: TorinoClick]
L'arte della Birmania al MAO
immagine 2Il Museo d'Arte Orientale
immagine 3L'arte ha nuovi orizzonti
immagine 4A Torino apre il MAO
immagine 5Un momento della conferenza stampa
immagine 6 Il Giappone
immagine 7 Il Giappone
immagine 8 Kongo Rikishi stante su larga base - Giappone
immagine 9La Cina
immagine 10 Vita di corte e cosmopolitismo - Cina
immagine 11Temi dell'aldilà in epoca Han - Cina
immagine 12Armi, finimenti, ornamenti in bronzo - Cina
immagine 13Terrecotte tipo Machang - Cina
immagine 14 Le armature dei Samurai e i Kalemono - Giappone
immagine 15 Le stampe dal Giappone
immagine 16Il Buddhismo Tibetano
immagine 17Regione Himalayana
immagine 18Regione Himalayana
immagine 19Regione Himalayana
immagine 20Libri - Regione Himalayana
immagine 21Nepal
immagine 22Nepal
immagine 23Paramento rituale per il Cham, Tibet
immagine 24Paesi Islamici
immagine 25Paesi Islamici
immagine 26Paesi Islamici
immagine 27Paesi Islamici
immagine 28Paesi Islamici
immagine 29India antica
immagine 30Asia Meridionale
immagine 31Asia Meridionale
immagine 32Asia Meridionale
immagine 33Asia Meridionale
Ora è davvero un passante: intorno alle 16.30 a venti metri di profondità, sotto l’alveo della Dora, è stato abbattuto l’ultimo diaframma che, all’altezza di corso Mortara, separava le due gallerie. Qui, a lavori ultimati, correranno i treni della linea Torino - Milano.
La lunghezza del percorso ferroviario, da Lingotto a Stura, è di 12 chilometri, la copertura delle trincee ferroviarie ha una superficie di 260mila metri quadrati e le stazioni a servizio della città, a lavori ultimati, saranno sette: Lingotto, Zappata, Porta Susa, Porta Nuova, Dora, Rebaudengo e Stura.
Il completamento delle opere infrastrutturali ferroviarie è previsto per il 2011, e nel 2012 il passante ferroviario dovrebbe cominciare ad assolvere il suo compito di ferrovia metropolitana.
[fonte: TorinoClick]
Passante, č caduto lultimo diaframma
immagine 2Un tratto del futuro grande boulevard della Spina Centrale
immagine 3La Dora scorre lungo i lavori del Passante
immagine 4I tecnici e operai che lavorano al Passante
immagine 5Si scende alle gallerie
immagine 6Le macchine lavorano per abbattere l'ultimo diaframma
immagine 7Uno schermo proietta le immagini delle macchine in azione dall'altra parte
immagine 8Le macchine lavorano per abbattere l'ultimo diaframma
immagine 9Le macchine lavorano per abbattere l'ultimo diaframma
immagine 10L'Assessora Mariagrazia Sestero durante la presentazione
immagine 11La galleria del futuro Passante