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In una Sala Rossa gremita, alla presenza della Giunta, dei Consiglieri
e del vice presidente Michele Coppola, il presidente del Consiglio comunale
di Torino, Beppe Castronovo, e il sindaco, Sergio Chiamparino, hanno
conferito ufficialmente la cittadinanza onoraria torinese al XIV Dalai
Lama, Tenzin Gyatso.
La cerimonia a Palazzo Civico è cominciata con un minuto di silenzio,
per commemorare Rocco Marzo, il quinto operaio della ThyssenKrupp deceduto stamattina
all'ospedale Molinette di Torino.
"E' un onore averLa come nostro concittadino" - ha affermato il presidente Castronovo - "Per i valori che Lei esprime: la scelta della non violenza come metodo per la soluzione dei problemi, il dialogo come unico strumento per costruire la pace, l'affermazione e la difesa dei diritti umani e della libertà religiosa".
Il sindaco Chiamparino ha quindi ricordato che "il conferimento della cittadinanza non è un atto di ostilità verso il popolo e il governo cinese. Torino" - ha continuato - "è una città che si è sempre battuta nella lotta per la libertà e la democrazia e che vuole dare sostegno a chi si batte per la democrazia nel mondo. E' una città aperta al dialogo politico, culturale e interreligioso".
A testimonianza dell'impegno della Città, martedì sera la Mole
Antonelliana sarà illuminata a sostegno della moratoria universale della
pena di morte.
In Sala Rossa, il Dalai Lama è apparso emozionato, ma sempre sereno e
fiducioso per il futuro del suo popolo.
"Sembra che non sia solo diventato cittadino onorario, ma anche sindaco" - ha scherzato Gyatso, accogliendo l'invito ad accomodarsi sulla poltrona tradizionalmente riservata al sindaco Chiamparino - "Fin dal primo giorno in cui sono arrivato in Italia sono stato accolto con grande calore e simpatia e ho trovato sostegno alle mie azioni. Sono estremamente commosso. In realtà, non mi considero una persona importante: io sono uno di voi. Sono una qualunque delle sei miliardi di persone che abitano il mondo".
"Tutti coloro che condividono la lotta per la giustizia del mio popolo, saranno molto contenti quando sapranno della cittadinanza onoraria" - ha continuato il Dalai Lama - "A cominciare dai sei milioni di tibetani, ma saranno felici anche molti buddisti e intellettuali cinesi". Riferendosi all'incontro avvenuto poco prima con il presidente Castronovo, il leader tibetano ha concluso, sorridendo: "Sono contento di avere incontrato alcuni vecchi amici comunisti. Io sono per metà marxista e per metà buddista".
In mattinata il Dalai Lama ha incontrato il pubblico all’auditorium
RAI “Arturo Toscanini”.
In sala c’è grande attenzione, una concentrazione che per
alcuni rasenta l’estasi. Sarà che l’accento tibetano,
anche se nasce dai ghiacci delle più alte montagne del mondo,
rende dolce ed armonioso l’inglese con cui Tenzin Gyatso, XIV Dalai
Lama, si rivolge ai tanti che sono corsi ad ascoltarlo. E poi quest’uomo,
che vuole trasmettere un messaggio di pace e di serenità interiore,
non rappresenta solo una visione del mondo in fin dei conti rasserenante,
ma è l’emblema vivente della lotta per la libertà e
la dignità di un popolo antico e orgoglioso.
Dopo i discorsi del presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio
e di Giampiero Leo e Mariacristina Spinosa per l’Associazione Enti
locali per il Tibet, il Dalai Lama ha esordito ricordando la lunga storia
della cultura buddista tibetana, da sempre un’isola di pace tra
i due colossi asiatici, la Cina e l’India, in mezzo ai quali si è sviluppata. “La
stabilità e l’armonia del Tibet sono fondamentali per la
pace fra questi due grandi Paesi” ha sottolineato il leader
spirituale buddista, riaffermando che la lotta del popolo tibetano, “assolutamente
non violenta, non è per l’indipendenza ma per una reale
autonomia”, nel quadro dello stato cinese. “La Cina,
però non ha fiducia nei tibetani ed è questa la causa fondamentale
dell’instabilità”, ha aggiunto.
Dai temi politici, il Dalai Lama è poi passato a quelli che ha
individuato come i temi principali del suo intervento: la promozione
dei valori umani e dell’armonia tra le religioni.
Secondo Tenzin Gyatso, le azioni nascono dalle motivazioni, dalle emozioni: alcune di queste ultime causano azioni distruttive. Emozioni come l’odio, la rabbia, la paura non sono valori umani. Lo sono invece emozioni positive come l’affetto e la compassione, e lo è la stessa intelligenza. “Tutte le grandi religioni si soffermano sull’importanza di amore e compassione – ha sottolineato – ma i valori umani hanno un’origine biologica, non religiosa”. Dopo la nascita, dipendiamo dall’amore e dalle cure di altri, in primo luogo la madre. Vale anche per i cuccioli, non solo per i bambini. Affetto, buon cuore, compassione sono quindi innati e per questo sono valori umani. “Che le persone cresciute circondate da affetto e cure crescano serene, in buona salute e con atteggiamento altruistico”, ha spiegato il capo religioso di milioni di buddisti, “è un’evidenza. Anche la scienza moderna conferma che le emozioni negative danneggiano il sistema immunitario, mentre le emozioni positive consolidano la nostra salute”.
“L’amore di mia madre, una contadina analfabeta – ha poi sottolineato - ha messo in me il seme della compassione. Mia madre, non il buddismo”. Questo seme che è in ognuno di noi, tuttavia, ha i suoi limiti: “Dobbiamo aiutarne lo sviluppo attraverso un training mentale, con intelligenza e saggezza”.
Esiste un metodo secolare per sviluppare i valori umani. Non nega le religioni, ha spiegato Tenzin Gyatso, le rispetta anzi nella loro totalità. “Ogni confessione ha la sua visione filosofica, ma abbiamo in comune tante cose, a partire dal riconoscere l’importanza dell’amore, della compassione, dell’armonia e della fratellanza”. Il Dalai Lama ha quindi espresso l’augurio che vi siano più donne in posizione di comando, perché “le donne più dei maschi sono portatrici di compassione. Agli albori dell’umanità il capo era il più forte. Oggi abbiamo bisogno di leader che siano istruiti ma che abbiano anche la dote essenziale del buon cuore”.
E alla fine, introdotti da Massimo Gramellini, conduttore dell’incontro, sono saliti sul palco i rappresentanti di varie comunità religiose torinesi: Lamberto Randoni per la Chiesa cattolica, Alberto Somekh per la Comunità ebraica, Giuseppe Platone per i Valdesi, Elvio Arancio per i musulmani, Elong Lobsang Sanghye per i buddisti e la monaca induista Svamini Hamsananda Giri. Insieme al Dalai Lama, hanno acceso un simbolico cero di pace.
[fonte: CittAgorà]
Disponibile anche il filmato della cerimonia di conferimento della Cittadinanza Onoraria, nella versione per connessioni veloci e per i tradizionali modem. E' necessario Windows Media Player (gratuito per sistemi Windows e MacOS) o Mplayer (gratuito per l'ambiente Mozilla/Linux).
Il Dalai Lama
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2L'auditorium
Rai gremito di fasce tricolore
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3In
attesa del Dalai Lama
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4 Tenzin
Gyatso saluta il pubblico dell'auditorium Rai
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5La
bandiera del Tibet
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6Il
discorso di Davide Gariglio, Presidente del Consiglio Regionale
del Piemonte
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7 Tenzin
Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet
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8Giampiero
Leo e Davide Gariglio sul palco insieme al Dalai
Lama
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9Le
parole del Dalai Lama
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10L'auditorium
Rai
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11Dalai
Lama
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12Dalai
Lama
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13Dalai
Lama
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14Il
Dalai Lama e Mariacristina Spinosa, consigliera della Regione Piemonte
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15Il
Dalai Lama accende la candela della pace
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16Il
rabbino Alberto Somekh accende la propria candela
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17Le
candele delle religioni sul palco dell'auditorium Rai
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18Le
candele delle religioni sul palco dell'auditorium Rai
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19L'omaggio
del Dalai Lama al pastore valdese Giuseppe Platone
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20La bandiera tibetana all'auditorium
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21Il
Dalai Lama saluta il pubblico
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22Le bandiere tibetane in Piazza Rossaro
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23In attesa
del Dalai Lama in Piazza Palazzo di Città
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24Sua Santità Tenzin Gyatso sale lo Scalone Monumentale di Palazzo Civico
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25I
consiglieri comunali presenti alla cerimonia
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26Il
Dalai Lama in Sala Rossa
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27Il
discorso del Sindaco Sergio Chiamparino
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28Il
Dalai Lama
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29La
Sala Rossa di Palazzo Civico
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30Il
momento della consegna della cittadinanza onoraria al Dalai Lama
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31Il
Dalai Lama firma il registro d'oro delle cittadinanze onorarie
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32L'omaggio
del Dalai Lama a Sergio Chiamparino
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23Sergio
Chiamparino, il Dalai Lama e Beppe Castronovo
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24Dalai Lama
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25Dalai
Lama
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26Il
Sindaco, Sergio Chiamparino ascolta le parole del Dalai Lama
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27Dalai
Lama
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28Il
discorso del Dalai Lama in Sala Rossa
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29La
bandiera del Tibet esposta a Palazzo Civico