TORINO
E´ urgente fare qualcosa per frenare il decadimento ambientale,
ponendo le basi per un futuro migliore. Ci sono cose buone che il mondo
dell´auto ha già realizzato e che potrà ancora sviluppare
in tempi brevi, mettendole alla portata di tutti. Come, ad esempio,
la trazione a metano, un gas non inquinante, di cui l´Italia è
ricca. Con quasi 400.000 unità in circolazione, siamo il primo
Paese europeo e il secondo al mondo, dopo l´Argentina, per tale
tipo di veicoli. Si tratta, comunque, di una cifra molto esigua, meno
dell´1% del nostro parco circolante e, pertanto, con enormi possibilità
di sviluppo. In questa ottica si inserisce la recente iniziativa dell´Unione
Petrolifera di sottoscrivere, insieme al ministero dell´Ambiente
e alla Fiat, l´accordo volontario per sviluppare l´uso del
metano nelle maggiori città italiane. Lo ha detto il direttore
generale dell´Ente, Pietro De Simone, sottolineando l´impegno
dell´industria del settore per ridurre l´inquinamento da
traffico, soprattutto nei centri abitati. Ha affermato che gli sforzi
si sono concentrati da tempo su benzina e gasolio per eliminare il più
possibile gli elementi inquinanti e i traguardi raggiunti sono soddisfacenti
ed ancor più lo saranno nel prossimo futuro, anche in rispetto
alle normative di legge. Ha invece riconosciuto che uno dei problemi
ancora da risolvere riguarda l´emissione di polveri fini, dannose
alla respirazione. Vengono prodotte dagli scarichi di auto e camion,
ma anche dagli impianti fissi di combustione, dall´usura dei pneumatici
e dell´asfalto e dal pulviscolo atmosferico.
Un bell´aiuto può arrivare dal metano, che emette tali
polveri in quantità così ridotte da essere difficilmente
rilevabili. Ma per risolvere il problema occorrono interventi che riguardano,
da una parte, la diffusione di veicoli con questa alimentazione, dall´altra,
una rete di distribuzione adeguata. Le grandi Case automobilistiche
si sono impegnate a fondo, con una produzione importante, già
a disposizione della clientela.
E´ il caso della Fiat Multipla che, nelle varie versioni con motori
a benzina e gasolio, a benzina ed elettrica (Ibrida), a benzina e Gpl
(Gpower), ne ha due anche a metano: Bipower (metano e benzina) e Blupower,
esclusivamente a metano. E´ il caso della recente Opel Zafira
EcoM, altra vettura a metano, che può usare anche la benzina,
ma soltanto come carburante di riserva (il serbatoio è di appena
15 litri) e che è riuscita ad integrare, come già la Multipla,
l´impianto, e relative bombole, senza sacrificare spazio interno
e confort. Sono due esempi, e altri ce ne sono, che confermano la volontà
dell´industria automobilistica di risolvere il problema ambientale
nel migliore modo e al più presto possibile. Molto meno si è
fatto, almeno sino ad ora, sul piano della distribuzione.
Per questo l´Unione Petrolifera, quale firmataria dell´accordo
- ha detto il suo direttore - sta promuovendo presso le aziende associate
una serie di interventi in 21 grandi città italiane (vedi cartina)
e nei loro hinterland, per portare il numero dei distributori di metano
dagli attuali 118 a 266 entro il 2005. Oggi la sua diffusione è
localizzata in alcune Regioni (Emilia Romagna, Veneto, Toscana e Marche)
che storicamente si sono orientate verso questo prodotto. L´obiettivo
è di raddoppiare, nel prossimo quadriennio, la rete esistente,
dotando di nuovi impianti città praticamente sprovviste (Palermo,
Torino, Trieste e altre) e potenziando reti insufficienti come Roma,
Milano e Napoli. Dal canto suo, il Gruppo Eni, attraverso la Snam, è
impegnata nel programma. Il piano prevede, infatti, un ampliamento della
rete, che conta attualmente 393 punti di vendita sull´intero territorio
nazionale, tranne che in Sardegna e in Valle d´Aosta. Secondo
gli esperti, grazie anche agli incentivi governativi previsti dal "Piano
Metano", nel 2005 si potrà arrivare a 600 distributori,
che non sono molti, ma già in grado di incrementare un tipo di
motorizzazione pulita. Se son rose fioriranno.
Renzo Villare
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