Logo rivista Quattroruote
(Novembre 2004)
Verifichiamo le promesse ministeriali del 2001
Metano: c'è la rete, ma non i clienti

ooops

Che fine ha fatto, in Italia, l'auto a metano? Tre anni fa, Ministero dell'Ambiente, Fiat e Unione Petrolifera firmarono un accordo di programma che prevedeva una serie d'interventi a sostegno dello sviluppo del metano per autotrazione. Tra questi, "Progetto Metano", con l'obiettivo d'incentivare la diffusione di questo combustibile pulito nelle nostre città, grazie all'erogazione a privati cittadini e operatori professionali di contribuiti per l'acquisto di veicoli a metano: 1500 euro per le auto (2500 nel caso di aziende, artigiani, commercianti e tassisti) e da 1500 a 6500 euro, secondo la classe e la dimensione, per i veicoli commerciali.

34 KM CON 1 EURO
Con un euro di metano (prezzo 0,67 euro al kg), la Fiat «Doblò» della nostra prova ha percorso 33,9 km, contro i 21-22 della versione a gasolio e gli 11,3 di quella a benzina.

Contributi estesi anche alla realizzazione di nuovi impianti (da 100.000 a 150.000 euro). L'impegno finanziario prevedeva lo stanziamento complessivo di 244 milioni di euro per il quadriennio 2002-2005, ma la prima tranche del 2002 (15.500.000 euro) oggi non è ancora stata erogata completamente. All'accordo hanno aderito 68 città, capofila Torino, e oltre 800 comuni, a cui spettava il compito di promuovere a livello locale lo sviluppo del metano e accogliere le domande per accedere ai contributi. Nobile l'intento, immane - almeno nelle previsioni di spesa - lo sforzo economico, contrastanti i risultati. Se, infatti, le richieste per gli incentivi destinati alla realizzazione dei distributori sono state di gran lunga superiori alle attese, quelle relative all'acquisto di veicoli, in una prima fase, hanno stentato a decollare. Per intenderci, sono stati erogati fino a oggi incentivi per 1708 automezzi, in netta prevalenza Fiat (1273), a fronte di contributi per ben 34 impianti, cifra che ha indotto la Conferenza degli Assessori del Progetto Metano a ridefinire la suddivisione dei fondi destinati alle due voci.

Oggi, secondo Federmetano, la rete distributiva è in grado di soddisfare le esigenze di un parco vetture tre volte superiore a quello esistente, quantificabile in circa 350 mila vetture con alimentazione a metano (nella stragrande maggioranza dotate d'impianti aftermarket). Sul perché in Italia il metano non sia riuscito a sfondare le ipotesi sono diverse. Al momento della firma dell'accordo tra Ministero dell'Ambiente, Fiat e Unione Petrolifera, nel dicembre 2001, il mercato dell'auto a metano era al suo apice, con 12.885 unità vendute (tutte Fiat "Multipla"): l'anno dopo, nonostante l'introduzione a listino di un altro modello con questa alimentazione (la OpeI «Zafira»), le vendite complessive si sono più che dimezzate (6106 unità).

IL GAS RESISTE, IL DIESEL SPOPOLA
Alimentazione* 2002 2003 2004**
Diesel 43,72 48,85 57,53
Benzina 55,92 50,84 42,04
Benzina+metano 0,21 0,13 0,26
Solo metano 0,05 0,13 0,17
Benzina+Gpl 0,09 0,05 0,00
Elettrica 0,01 0,01 0,00
*) Percentuale sulle immatricolazioni in Italia
**) Primi 8 mesi
Fonte: Unrae su dati CED-Ministero Infrastrutture
e Trasporti 31/08/2004

Colpa, senz'altro, dell'exploit del diesel, dovuto anche alla politica commerciale più aggressiva messa in atto dalle Case per spingere i modelli a gasolio, al debutto del common rail e al conseguente guadagno d'immagine di questo tipo d'alimentazione, percepita dal mercato come l'unica alternativa (ai motori a benzina) pulita praticabile. Nel 2003 il mercato delle vetture a metano si è ulteriormente contratto, mentre nei primi otto mesi di quest'anno la ripresa è stata netta. In compenso, gli impianti di distribuzione continuano a crescere ininterrottamente: nel 2000 erano 345, concentrati soprattutto al centro-nord, oggi sono 489 (+41,7%) e altri 42 sono in fase di costruzione.

Tra le regioni a più alta concentrazione, l'Emilia Romagna (83), il Veneto (71), la Toscana (55) e le Marche (53); quella con il maggiore trend di crescita negli ultimi quattro anni, il Piemonte (passato da 8 a 23). E invece molto meno rosea la situazione della rete distributiva sulle autostrade; sono soltanto 8 gli impianti esistenti e 4 quelli in costruzione, cifre davvero ridicole. Per ora, quindi, l'auto a metano è destinata a viaggiare soltanto su statali e provinciali.
Dario Tonani

ooops ooops