Città di Torino

Trecento anni di vita del Palazzo Civico di Torino 1663 - 1963

Comune > Consiglio Comunale > Servizi e Iniziative > Visite a Palazzo Civico

Architettura del palazzo

Il cortile d'onore

foto del cortile d'onoreil cortile d'onore
Entrando nel terso cortile d'onore, l'occhio si dilata ed ogni residua critica cede il campo alla intima, rasserenante convinzione di aver ritrovato il Lanfranchi autentico, genuino, che nessun compromesso contingente, nessuna arbitraria modifica, è riuscita a manomettere. E tosto ci viene spontaneo di riprender fra le mani la cara e vecchia guida del Craveri che a buon diritto s'inorgogliva nell'offrire all'ammirazione dei "forastieri", il bel "Palazzo Comune... fregiato di marmi, disposti secondo le migliori regole dell'Architettura insino alla cima" nel libero, melodico dispiegarsi del genio decorativo lanfranchiano, protetto contro ogni iperbolico eccesso da una aristocratica, controllatissima, discrezione, una discrezione "invitante" che, per appropriarsi di un concetto, espresso però ad un diverso proposito da Luigi Mallè "d'una si può dir permanente, o almeno prevalente "classicità d'animo" - come misura degli affetti - piemontese".


"Qui mi piace notare", avvertiva nel 1927 Eugenio Olivero, "la particolarità che lateralmente alle tre arcate centrali sonvi due apriture superiormente piane, disposizione che ricorda la cosiddetta finestra palladiana, caratteristica del l'architettura piemontese del secolo XVII".

foto del cortile d'onoreil cortile d'onore
Ma, l'occhio dell'intenditore indugerà ancora a lungo per assaporare i più n spiritosi dettagli dell'ornamentazione: il coro dei mascheroni dalle smorfie sarcasticamente sghignazzanti, gli opulenti festoni, le teste taurine incorniciate dai frontoni triangolari delle finestre del piano nobile, le ghirlande che festose accarezzano le turgide volute dei capitelli corinzi, alla sommità di colonne e lesene, nè trascurerà la fitta, elaboratissima rosta settecentesca in ferro battuto, con lo stemma civico sovrastante il portale d'accesso al cortile del burro e che si apre sotto l'atrio di fondo, proprio di fronte al portico principale.

Laggiù sotto quell'atrio si trovava la "Spezieria Comunale" fondata nel 1600, che, oltre a distribuire gratuitamente i farmaci ai poveri, svolgeva un servizio sanitario su vasta scala stipendiando ben nove chirurghi e dieci medici condotti.

foto del cortile d'onoreil cortile d'onore
Sempre nel fondo del cortile, però a quanto ci risulta al primo piano aveva pur sede l'"Archivio", quasi simboleggiato dal leggendario "Guardaroba delle quattro chiavi", già custodite dai quattro "Chiavari", sterminata palestra d'indagine per gli storici di Torino di ogni secolo dal Pingone, al Tesauro, al Cibrario, al Viriglio che vi compulsarono pergamene d'inestimabile valore paleografico, quali i diplomi degli Imperatori Arrigo IV (a. 1111) ed Arrigo V (1116) la serie integra degli "Ordinati Municipali" dal 1325 in poi, il "Breve" pontificale indirizzato il 27 ottobre 1404 a Ludovico Principe di Savoia-Acaja per autorizzarlo a fondare nella nostra Città cattedre di teologia, giurisprudenza, medicina, arti liberali, il "Diploma" dell'Imperatore Sigismondo relativo all'istituzione dell'Università (1° luglio 1412), i documenti autenticanti il Miracolo del Corpus Domini, il ferro che servì a stampare l"Ostia trafugata" ! ad Exilles ecc. ecc..

Condizioni d'uso, privacy e cookie