CITTÀ DI TORINO
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA
COMUNALE
11 febbraio 2014
Convocata la Giunta presieduta
dall’Assessore Gianguido PASSONI sono presenti gli
Assessori:
Stefano GALLO
Stefano LO RUSSO
Claudio
LUBATTI
Domenico MANGONE
Mariagrazia PELLERINO
Giuliana
TEDESCO
Assenti per giustificati motivi, oltre
al Sindaco Piero Franco Rodolfo FASSINO e al Vicesindaco Elide TISI, gli
Assessori: Maurizio BRACCIALARGHE - Ilda CURTI - Enzo LAVOLTA.
Con
l’assistenza del Segretario Generale Mauro PENASSO.
OGGETTO: APPROVAZIONE DEL PIANO
TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PER GLI ANNI 2014-2016 E PROGRAMMA
DELLA TRASPARENZA.
Proposta
del Sindaco Fassino.
Il 6 agosto 2013, con
deliberazione della Giunta Comunale (mecc. 1303756/049), esecutiva dal 20 agosto
2013, è stato approvato il primo Piano di Prevenzione della Corruzione
della Città valevole per gli anni 2013 – 2015. Questa prima
elaborazione rispondeva all’esigenza di avviare una serie di
attività necessarie preliminari, utili a definire le appropriate misure
in materia di prevenzione della corruzione. Il Piano attualmente in vigore ha
infatti, natura provvisoria e transitoria, anche in virtù dei necessari
approfondimenti, indispensabili per elaborare una strategia che non risulti mero
rispetto formale delle prescrizioni della normativa nazionale e degli obblighi
ivi contenuti, ma piuttosto, avvalendosi degli strumenti e degli istituti che la
Legge 190 del 6/11/2012 introduca una piattaforma di idee da cui far scaturire
azioni volte a ridurre il rischio corruzione nella macchina
amministrativa.
La Legge n. 190 “
Disposizioni per la prevenzione e
la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica
amministrazione” ha infatti come fine primario quello di creare in
ogni ente un sistema organizzato, diretto a prevenire non solo il realizzarsi di
reati contro la pubblica amministrazione, ma anche ad assicurare un’azione
coordinata di contrasto all’illegalità.
Giova ricordare che la
corruzione oggetto di attenzione della sopramenzionata Legge 190, debba
intendersi come concetto più ampio rispetto alle fattispecie previste in
sede penale (Titolo II, Capo I del codice penale:
“Dei delitti contro
la Pubblica Amministrazione”); come riferito a tutte quelle situazioni
nelle quali si ravvisano malfunzionamenti dell’amministrazione determinati
da comportamenti, che pur non avendo rilevanza penale, risultino impropri o non
consoni ai doveri di un pubblico dipendente.
La legge anticorruzione
peraltro si concentra anche sul rafforzamento della trasparenza
dell’azione amministrativa, sulla disciplina dei conflitti
d’interesse e sulle incompatibilità dei pubblici
dipendenti.
Adottato lo strumento del Piano di Prevenzione della Corruzione
per gli anni 2013 – 2015, il Responsabile della Prevenzione della
Corruzione dell’Ente, il Segretario Generale dott. Mauro Penasso, ha
attivato nel corso del 2013 una serie di iniziative volte
all’approfondimento dell’analisi dei rischi all’interno
dell’organizzazione “Comune di Torino”. Sono stati istituiti
quattro gruppi di lavoro tematici e uno di coordinamento (determinazione
dirigenziale - mecc. 44005/002 del 22 ottobre 2013) con il compito di
identificare, analizzare e ponderare i rischi, ed individuare le azioni di
risposta utili a prevenire e a ridurre il rischio per ciascuna delle macro-area
individuate dall’art. 1, comma 16 della Legge 190, aree su cui, il
legislatore nazionale impone di intervenire in prima battuta nella fase inziale
di attuazione delle nuove disposizioni.
Le aree indicate sono:
a. autorizzazione o concessione;
b. scelta del contraente per
l’affidamento di lavori, forniture e servizi, anche in riferimento alla
modalità di selezione prescelta ai sensi del codice dei contratti
pubblici relativi a lavori, servizi e forniture di cui al Decreto Legislativo 12
aprile 2006 n. 163;
c. concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi,
sussidi, ausili finanziari, attribuzione di vantaggi economici a persone ed enti
pubblici e privati;
d. concorsi e prove selettive per l’assunzione del
personale e progressioni di carriera.
I gruppi di lavoro, coordinati dal
Responsabile della Prevenzione della Corruzione e costituiti dai dirigenti
competenti per i servizi i cui procedimenti ricadono nelle aree individuate,
hanno contribuito attivamente, nel corso dell’ultimo semestre
dell’anno 2013, alla compilazione del
Catalogo dei Rischi che
costituisce
parte integrante del Piano - Allegato 1-A.
Allo stesso
tempo, in ottemperanza alle nuove disposizioni in materia di controlli, si
è ritenuto di attivare tempestivamente (Regolamento per la disciplina dei
controlli interni, n. 361, D.D. - mecc. 1300286/049 dell’11 febbraio 2013)
il controllo successivo sugli atti per verificare e garantire la
legittimità, la regolarità e la correttezza dell'azione
amministrativa dell’ente. Gli atti oggetto del controllo sono:
- determinazione di affidamento lavori, servizi e forniture;
- ordinanze dirigenziali;
- contratti, convenzioni e altri negozi giuridici bilaterali o plurilaterali
comunque denominati che contengano obbligazioni giuridiche implicanti profili
amministrativo contabili;
- ogni ulteriore atto che il Segretario Generale, d'intesa con i soggetti
responsabili del controllo ritenga specificamente rilevante ai fini della
verifica della legittimità, regolarità e correttezza dell'azione
amministrativa.
Tale controllo si è inserito a pieno
titolo fra gli strumenti di prevenzione e riduzione della corruzione, intesa in
senso amministrativo come malfunzionamento e/o sviamento nell’esercizio
del potere amministrativo.
Inoltre, in attuazione delle disposizioni previste
dal D.Lgs. 39/2013 si è provveduto ad eseguire la verifica all'interno
dell'amministrazione del rispetto delle disposizioni in materia di
inconferibilità e incompatibilità e ad acquisire le dichiarazioni
dei soggetti nominati dal Sindaco per la Rappresentanza negli enti, in ordine
alla sussistenza o non sussistenza di cause di inconferibilità ai sensi
della norma, pubblicandole sul sito istituzionale.
Con riguardo infine al
rispetto degli obblighi previsti dal D.Lgs. 33/2013 e alla rispondenza della
sezione del sito istituzionale della Città "Amministrazione Trasparente"
ai requisiti richiesti dalla deliberazione CIVIT 50/13, si è provveduto
ad implementare i contenuti necessari secondo quanto previsto dall'art. 9 del
decreto e dall'Allegato 1 del documento CIVIT.
Ulteriore ambito di
intervento, ritenuto essenziale per consentire all’amministrazione in
generale e ai suoi dipendenti di fare proprio il sistema della prevenzione
della corruzione della Città di Torino, costituito dalla
pianificazione strategica, dagli strumenti operativi e dai presidi costruiti,
è stata la formazione. Nel Piano si dà conto di quanto fatto nel
2013 e si pone l’accento su quanto deve essere sviluppato nel 2014, con
seminari sull’Etica, sul Codice di Comportamento, sul sistema dei
Controlli Interni, sugli obblighi di trasparenza e sui contenuti del Piano.
Nello stesso tempo saranno attivate iniziative più mirate per il
personale delle Aree a rischio, con illustrazione dei protocolli operativi in
corso di definizione e sulle tecniche di conformità, nonché sulle
regole cui attenersi nei rapporti con gli utenti (cittadini/enti/imprese). I
dirigenti individuano il personale da avviare a formazione specifica e in merito
trasmetteranno l’elenco aggiornato al Responsabile prevenzione corruzione
e al Direttore dell’Organizzazione.
Con deliberazione della Giunta
Comunale (mecc. 1307699/004) del 31 dicembre 2013, la Città ha poi
adottato il Codice di Comportamento, che costituisce un ulteriore tassello di
quel sistema organico di prevenzione della corruzione che vuole essere il
traguardo della Città. Le norme del codice hanno valore dissuasivo, ma in
modo ancor più intenso, esse mirano a stimolare standard di
comportamento corretti e onesti, caratterizzati da un atteggiamento positivo e
chiaro nei confronti dei cittadini, che non si risolvano in mero adempimento, ma
possano costituire occasione di miglioramento dei processi dell’Ente.
Il Codice potrà essere oggetto di rivisitazione nelle parti che alla
luce dell’attuazione del Piano di prevenzione, potrebbero essere meglio
esplicitate, soprattutto gli aspetti sanzionatori, nonché quelli relativi
agli uffici relazioni con il pubblico dispiegati, nel caso della Città,
anche sul territorio, o in generale quelli a contatto con il pubblico.
Alla
luce delle osservazioni fin qui svolte e del disposto dell’art. 1 comma 8
della Legge 190 che prescrive “l’organo di indirizzo politico, su
proposta del responsabile, entro il 31 gennaio di ogni anno [...] adotta il
piano triennale di prevenzione della corruzione”, e che il piano
triennale di prevenzione della corruzione dell’ente, per espressa
previsione normativa, deve essere redatto secondo le indicazioni contenute nel
Piano Nazionale Anticorruzione, il Piano di Prevenzione della Corruzione per il
triennio 2014-2016, ora in approvazione, raccoglie le risultanze
dell’attività sopra descritta e riassume la pianificazione
strategica che la Città intende adottare per la prevenzione dei fenomeni
corruttivi. Per le motivazioni espresse, il Piano non può intendersi
semplicemente come un aggiornamento del precedente, costituendone
l’implementazione in termini di analisi e approfondimento.
In
particolare, una sezione del Piano è dedicata al Catalogo dei Rischi
- allegato 1-A, che ne costituisce parte integrante ed essenziale,
atteso che si tratta dello strumento principe per l’individuazione dei
rischi e delle azioni di risposta ad essi connesse. Le modalità di
compilazione del Catalogo, evidenziano la tensione verso l’obiettivo di
rendere quanto più possibile accessibili le informazioni ivi contenute; e
quindi presentare alla cittadinanza, e agli stakeholders più in
generale, un report di facile comprensione in cui sono rappresentate le aree
considerate a rischio, i procedimenti in essi rinvenibili e le azioni
intraprese in merito alla prevenzione dei fenomeni corruttivi.
Ulteriore
sezione del Piano è il Programma Triennale per la Trasparenza e
l’Integrità, così come indicato dal comma 2
dell’art. 10 del citato D.Lgs. 33/2013 - Allegato 1 - B.
La Trasparenza
è da intendersi come uno degli strumenti di primario rilievo per la
prevenzione della corruzione, in quanto incentiva la cittadinanza attiva
attraverso la partecipazione democratica e il controllo sulla gestione della
cosa pubblica: concretamente realizzabile solo ove esiste la conoscenza delle
informazioni e dei dati frutto delle attività dell’Ente, o in suo
possesso.
Quindi, la Trasparenza va
ritenuta espressione naturale dello spirito di servizio dovuto alla
collettività dall’Amministrazione della Città.
Il
Programma triennale per la trasparenza è parte integrante del
Piano di Prevenzione della corruzione come prescritto dall’art. 10,
c. 2 del D.Lgs. 33/2013 ed il raccordo con le azioni di prevenzione della
corruzione risulta indefettibile quando si rileva che, tramite le informazioni
reperibili sul sito, ogni cittadino, associazione, ente, impresa ecc.
potrà avere conoscenza: dei servizi resi dalla Città, delle
loro caratteristiche quantitative e qualitative nonché delle loro
modalità di erogazione; del responsabile per ciascun procedimento
amministrativo individuato nella mappatura e, più in generale, per
ciascuna area di attività dell’amministrazione, e in tal modo
sostanziare la responsabilizzazione dei funzionari; dei presupposti per
l’avvio, lo svolgimento del procedimento e i tempi medi dello stesso e
quindi essere in grado di verificare se vi siano “blocchi” anomali
del procedimento stesso in particolare nelle Aree di Rischio indicate nel
Piano della Corruzione; del modo in cui le risorse pubbliche sono
impiegate e, per tal via, se l’utilizzo di risorse pubbliche è
deviato verso finalità improprie; della situazione patrimoniale dei
politici e dei dati stipendiali dei dirigenti; degli strumenti
premianti previsti per i dipendenti e i dirigenti e dell’entità
del loro stanziamento per verificare la correttezza della distribuzione delle
risorse pubbliche, anche sulla base degli accordi sindacali, e poter così
sottoporre al controllo diffuso ogni fase del ciclo di gestione della
performance per consentirne il miglioramento; dell’avanzamento delle
opere pubbliche e poter così controllare progressivamente nel
tempo la regolarità o meno della loro esecuzione.
Con la delibera n.
50/2013, come sopra detto, la CiVIT ha elaborato le “Linee guida per
l’aggiornamento del Programma Triennale per la trasparenza e
l’integrità 2014-2016” che hanno fornito le principali
indicazioni per il coordinamento del Programma con il Piano di prevenzione della
corruzione.
Il Programma con l’attribuzione di obiettivi in
materia di trasparenza a tutti i Dirigenti, risulta anche elemento fondante
della visione del ruolo delle amministrazioni pubbliche ancorata al concetto di
performance.
Per lo sviluppo di tale Programma, il responsabile
della Trasparenza ha costituito gruppi di lavoro tematici sulle aree di maggior
criticità. Questi hanno concentrato la loro attenzione sulle materie
ritenute meritevoli di approfondimento, e hanno posto come traguardo del lavoro,
in ragione dell’obbligo normativo, quello di creare per tutti i dirigenti
responsabili degli uffici dell’Amministrazione le condizioni per un
tempestivo e regolare flusso delle informazioni da pubblicare, nel rispetto dei
termini stabiliti. I gruppi hanno individuato soluzioni tecnologiche mirate e
hanno operato per la loro attuazione, secondo l’architettura tecnica degli
adempimenti definita nei gruppi di lavoro stessi, al fine di rispondere
operativamente ed efficacemente agli obblighi di pubblicazione previsti.
La
Ci.Vit. ha inoltre definito i contenuti essenziali del Programma della
Trasparenza che, come indicato nell’indice, muovono da una prima fase di
ricognizione e di individuazione delle azioni e dei contenuti. La bozza di
Programma è stata trasmessa, in considerazione di quanto disposto
dell’art. 10, comma 1 del decreto 33, alle Associazioni rappresentate nel
Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti per ogni rilievo e proposta.
Successivamente all’approvazione dovranno essere messe in campo
costanti iniziative di monitoraggio sulla pubblicazione dei dati, miglioramento
e comunicazione, quali le “Giornate della trasparenza”. Queste
azioni ed iniziative confermano il ruolo fondamentale degli stakeholder nella
visione del legislatore e della Città.
Il Responsabile della
Trasparenza dovrà monitorare secondo i termini del Programma gli
adempimenti in capo ai Dirigenti dell’Ente sugli obblighi di
pubblicazione.
Per le motivazioni sopra esposte, occorre pertanto procedere
alla approvazione del Piano di Prevenzione della Corruzione per il triennio
2014-2016, cosi come risulta dal documento allegato alla presente deliberazione,
quale sua parte integrante e sostanziale.
Tutto ciò
premesso,
LA GIUNTA COMUNALE
Visto che ai sensi dell’art. 48 del Testo
Unico delle leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali, approvato con D.Lgs.
18 agosto 2000 n. 267, la Giunta compie tutti gli atti rientranti, ai sensi
dell’art. 107, commi 1 e 2 del medesimo Testo Unico, nelle funzioni degli
organi di governo che non siano riservati dalla Legge al Consiglio Comunale e
che non ricadano nelle competenze, previste dalle leggi o dallo Statuto, del
Sindaco o degli organi di decentramento;
Dato atto che i pareri di cui
all’art. 49 del suddetto Testo Unico sono:
favorevole sulla regolarità
tecnica;
favorevole sulla regolarità contabile;
Con voti unanimi,
espressi in forma palese;
D E L I B E R A
per le motivazioni espresse in narrativa che si
intendono qui integralmente richiamate:
1) di approvare, in applicazione
della Legge 190/2012, il Piano per la prevenzione della corruzione per il
triennio 2014-2016, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante
e sostanziale (
all. 1);
2) di provvedere alla pubblicazione del
Piano sul sito istituzionale dell’Ente nell’apposita sezione
“Amministrazione Trasparente”;
3) di trasmettere il Piano in
osservanza del disposto di cui all’art. 1 Comma 8 della Legge 190/2012, al
Dipartimento della Funzione Pubblica, corredato dei relativi allegati;
4) di
dichiarare, attesa l’urgenza, in conformità del distinto voto
palese ed unanime, il presente provvedimento immediatamente eseguibile, ai sensi
dell’art. 134, 4° comma, del Testo Unico approvato con D.Lgs. 18
agosto 2000 n. 267.
Il Sindaco
Piero Franco Rodolfo
Fassino
Si esprime parere favorevole sulla regolarità
tecnica.
Il Funzionario delegato
Elisabetta
Bove
Il Funzionario delegato
Elena
Miglia
Si esprime parere favorevole sulla regolarità
contabile.
p. Il Direttore Finanziario
Il Dirigente
Delegato
Alessandra Gaidano
Verbale n. 7 firmato in originale:
IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO GENERALE
Gianguido
Passoni Mauro Penasso
___________________________________________________________________________
ATTESTATO DI PUBBLICAZIONE E DI
ESECUTIVITÀ
La presente deliberazione:
1° ai sensi dell’art. 124,
1° comma, del Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli EE.LL.
(Decreto Legislativo 18.8.2000 n. 267) è pubblicata all’Albo
Pretorio del Comune per 15 giorni consecutivi dal 17 febbraio 2014 al 3 marzo
2014;
2° ai sensi dell’art. 134, 3° comma, del Testo
Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli EE.LL. (Decreto Legislativo
18.8.2000 n. 267) è esecutiva dal 27 febbraio 2014.