OGGETTO: IMPIANTI TERMICI COMUNALI. MISURE DI RISPARMIO ENERGETICO
E DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI CO2. SPERIMENTAZIONE.
Proposta dell'Assessore
Mangone.
Le città sono responsabili,
direttamente o indirettamente (attraverso i prodotti e i servizi utilizzati dai
cittadini) di oltre il 50% delle emissioni di gas serra derivanti dall’uso
dell’energia nelle attività umane.
Come noto, i gas serra,
composti per l’80% da anidride carbonica (CO2), rappresentano una delle
cause principali dei cambiamenti climatici.
Al fine di stabilizzare a livello
planetario le concentrazioni di gas ad effetto serra, nel dicembre 1997 venne
adottato dalla Comunità Internazionale il Protocollo di Kyoto, con il
quale i paesi industrializzati si impegnarono a ridurre entro il 2012 le proprie
emissioni di gas serra rispetto al 1990.
L’Italia ha ratificato il
Protocollo di Kyoto nel 2002 (Legge 120 del 1° giugno 2002).
L'Unione
Europea, responsabile di circa il 14% delle emissioni globali di gas ad effetto
serra, è in prima linea nell'ambito degli sforzi internazionali per la
lotta al cambiamento climatico.
A questo proposito il 29 gennaio 2008,
durante la seconda edizione della settimana europea dell’energia
sostenibile, la Commissione Europea ha lanciato il Patto dei Sindaci,
un’iniziativa per coinvolgere attivamente le città europee nel
percorso verso la sostenibilità energetica ed ambientale e alla quale la
Città di Torino, con deliberazione di Giunta (mecc. 0802813/021) del 20
maggio 2008 esecutiva dal 30 giugno 2008, ha aderito.
Con la sottoscrizione
del Patto dei Sindaci, Torino si è impegnata a ridurre, sul proprio
territorio, emissioni di anidride carbonica di oltre il 20% entro il 2020,
attraverso politiche e misure locali di risparmio ed efficienza energetica.
Nella città di Torino, secondo i dati IREA 2005 – Inventario
Regionale delle Emissioni in Atmosfera- , le emissioni di anidride carbonica
(CO2) su base annua sono causate principalmente, per circa il 35% del totale,
dal macrosettore Combustione Non Industriale, cioè il riscaldamento, che
costituisce pertanto uno degli assi principali sui quali agire per contribuire a
diminuire le emissioni di anidride carbonica.
Su questo fronte Torino,
rispetto ad altre Città italiane,
è
partita con largo anticipo e, attraverso la ex Azienda Energetica Municipale e
ora Iride Servizi S.p.A., ha avviato un consistente programma di realizzazione
della rete di teleriscaldamento dalle periferie verso il centro, inizialmente
sfruttando il calore disperso della centrale termoelettrica di Moncalieri e,
successivamente, integrando e potenziando la produzione di energia elettrica e
calore con gruppi di cogenerazione ad alto rendimento. Dall’inverno
2011/2012 sarà in servizio il nuovo impianto di Torino Nord.
Ad oggi
Torino è la città italiana più teleriscaldata e, dal 2011,
il teleriscaldamento servirà il 55% della Città, con i correlati
benefici in termini di risparmio energetico (meno 95.000 Tep – tonnellate
equivalenti di petrolio risparmiate) e con grande vantaggio economico e
riduzione delle emissioni inquinanti (meno 134 tonnellate annue di NOx, meno 400
tonnellate annue di SOx, meno 17 tonnellate di polveri).
Ciò
nonostante, sono ancora molte le azioni che si possono intraprendere per
migliorare l’efficienza del riscaldamento, prima tra tutte una migliore
coibentazione degli edifici e una gestione più attenta, continua e
controllata degli impianti.
La Città è intervenuta
sull’argomento con la recente approvazione dell’Allegato Energetico
al Regolamento Edilizio, prescrivendo, tra il resto, la contabilizzazione
individuale del calore e la termoregolazione degli appartamenti, con attuazione
immediata per chi effettua interventi di manutenzione straordinaria e nuovi
impianti, ed entro il 2011 per tutti gli altri casi.
Per quanto riguarda in
particolare gli edifici di proprietà comunale, sedi di uffici e servizi,
la Città nel corso degli anni, tramite AEM prima ed Iride Servizi oggi,
nell’ottica del risparmio energetico e del rispetto dell’ambiente,
ha rinnovato e trasformato la maggior parte degli impianti (oltre 770) per cui,
oggi, solo il 3% è ancora alimentato a gasolio ed i restanti a metano
(65%) o teleriscaldati (32%).
Nello specifico è stato calcolato che le
trasformazioni effettuate negli impianti di riscaldamento degli edifici
comunali, dal 1994 al 2005, hanno permesso di ridurre in modo significativo la
CO2 (meno 39%), NOx (meno 38%), SOx (meno 95%).
E’ inoltre importante
evidenziare che tutte le centrali termiche degli immobili comunali sono da tempo
dotate di centraline di controllo per la termoregolazione del calore a livello
generale; in particolare, per alcuni di essi, come per la parte di Palazzo
Civico (dove si è intervenuti rinnovando l’impianto termico,
mediante l’accorpamento delle centrali termiche esistenti in una unica,
dotata di caldaie ad alto rendimento integrate con un sistema di
trigenerazione), è presente negli uffici un termostato elettronico in
grado di garantire con precisione la temperatura impostata, indipendentemente da
fattori esterni.
Un’ulteriore azione che si reputa opportuno adottare,
nell’ambito degli impegni della Città per la riduzione delle
emissioni di CO2 e del risparmio energetico, è la riduzione di 1 grado
della temperatura negli edifici comunali, come già avvenne nel febbraio
2006, allorché in Italia si diffuse la preoccupazione che le condizioni
climatiche eccezionalmente fredde e la riduzione delle forniture
dall’estero potessero causare una contrazione della disponibilità
di stoccaggio di gas naturale.
Si ritiene pertanto di avviare tale misura,
in via sperimentale, a partire dall’inverno 2008/2009, richiedendo ai
gestori degli impianti di riscaldamento di impostare la temperatura di
riferimento sulle centraline di controllo, scendendo dal valore di 20°C al
valore tendenziale di 19°C.
Da tale misura saranno esclusi gli istituti
di riposo per anziani, gli asili nido e le piscine comunali nonché,
almeno per il momento, gli edifici sedi di scuole.
Nel caso in cui la
suddetta riduzione di 1 grado venisse a creare diffuse situazioni di disagio in
specifici edifici comunali, previa segnalazione da parte dei dipendenti che
operano in tali sedi di lavoro, gli Uffici competenti effettueranno interventi
mirati di regolazione della temperatura al fine di eliminare tale diffuso
disagio.
Inoltre, per tutti quegli impianti ove non sia possibile ottenere
una regolazione puntuale della temperatura nei diversi ambienti del fabbricato,
a causa della conformazione dell’impianto stesso o dell’assenza dei
termostati di controllo nei singoli ambienti, la Città di Torino intende
proporre, per il prossimo anno, un piano mirato di installazione di valvole
termostatiche a partire da quei fabbricati che, attraverso appositi monitoraggi
delle temperature, risulteranno non uniformemente riscaldati, riservandogli
specifici stanziamenti attraverso risorse graduate nel tempo.
Al termine del
periodo di sperimentazione verrà effettuato il calcolo del risparmio di
emissioni di CO2 e della quantità di combustibile utilizzato.
Si
evidenzia, da ultimo, che la sperimentazione della riduzione di un grado
centigrado della temperatura sopra descritta è in linea con le politiche
cittadine di miglioramento della qualità dell’aria, in quanto il
riscaldamento incide anche, seppur in minima parte, sulla produzione di PM10
(2.3% su base annua secondo IREA 2005-Inventario Regionale Emissioni in
Atmosfera).
Tutto ciò premesso,