18 - La ballata dei disperati - Paolo Scozzafava


La ballata dei disperati - Federica Scalafiotti
Federica Scalafiotti

 

Dove sono finite
le promesse d'amore?
Tutte perse, disperse nel rancore.
E che fine ha fatto il giuramento eterno?
Sepolto sotto la neve sta come l'inverno.
Dove vagano le menti dei folli
per amore?
Tutte dileguate, svanite per il cuore.
Tutti risposero al suono
della tromba,
finirono tutti in un
cono d'ombra,
Nei loro cuori si erano addensati
folgori di cieli annebbiati,
e come languide orchidee appassite
cercavano il sole in altre vite.
L'abisso aveva sete di cuori
e tutti quei folli erano stati risucchiati dall'arsura
dei loro falsi amori.
Si erano dati per la voglia di tutto
per qualunque cosa e per niente,
ora del cuore che volava rimane
un mesto uccello dormiente.
Erano stati capaci di innamorarsi di se stessi
di chiunque e di nessuno,
ma non erano stati capaci di innamorarsi
liberamente di qualcuno.

Mai avevo visto sguardi
così vorticosi nell'ignoto
mai sguardi così fissi nella
spirale del vuoto,
mai avevo visto gente così
disperata e dispersa che
troppa anima nel cuore altrui
aveva riversa,
mai avevo capito come quella
voce interiore che più ci chiama
potesse colpire la debole
ragione umana.
Così capimmo che due
strani destini si erano incrociati
per giocare con la nostra sorte,
erano le gemelle: amore e morte.
Bei fiori hanno le rose nell'età bella,
ma l'inverno doveva arrivare per coprire i boccioli con il suo
triste velo,
solo spine aguzze rimasero
nel gelo.
Perché fummo invece attratti e
i nostri cuori insistevano
verso coloro, coloro che non
ci volevano?
Ma noi testardi insistemmo a
far fiorire le viole e creammo
apparenti primavere
ma tornammo come
rondini sole ai nidi vuoti
come ignoti.

 

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