Secondo appuntamento per Farsi Spazio 2005, la manifestazione la quale la Città di Torino da alcuni anni invita gli artisti emergenti più interessanti a trasformare contesti pubblici in spazi espositivi inusuali.
Per la seconda volta, con la mostra In Sede - Per Torino tutti i piani dell'Assessorato vengono felicemente invasi dall'arte contemporanea. Già la prima edizione di In Sede ha dimostrato che le opere degli artisti possono essere installate con successo in contesti non convenzionali. A vantaggio del luogo che li accoglie (in questo caso un palazzo di uffici pubblici dove si lavora per l'organizzazione della cultura torinese), che viene animato in modo stimolante e sorprendente, dando la possibilità di vedere dei lavori artistici di qualità avanzata anche a moltissima gente che non frequenta gallerie e musei. Ma l'esperienza è positiva anche per gli artisti che, dovendosi confrontare con situazioni spaziali molto articolate - androne, sale d'aspetto, scale, corridoi, stanze - hanno studiato con attenzione la collocazione ottimale dei loro lavori e, in molti casi, hanno realizzato delle installazioni in situ.
A questa esposizione sono stati invitati trentasei artisti di diverse generazioni (da quella emersa negli anni '80 fino ai giovanissimi), i quali hanno accettato di presentare opere che, in qualche modo, hanno un rapporto con la città in cui vivono e lavorano.
Sono dipinti, sculture, foto, installazioni e video che in molti casi mettono direttamente in gioco aspetti specifici dell'identità di Torino, ma che in altri affrontano liberamente l'argomento della mostra da una prospettiva più personale e intimistica, o più legata a problematiche urbane di carattere generale. Nel complesso, al di là della maggiore o minore aderenza al tema, tutti i lavori sono un'autentica espressione del clima culturale torinese molto ricco di tensioni e di vitale complessità.
La mostra, a cura di Francesco Poli, si inserisce nel quadro delle manifestazioni di Torino Contemporanea e rientra all'interno del programma Dedicato a Torino 2006 parte delle Olimpiadi della Cultura.
Oltre 60 opere sulla facciata, negli ambienti di passaggio e lungo i cinque piani della sede dei Servizi Culturali in Via San Francesco da Paola 3.
Artisti invitati:
Laura Ambrosi - Salvatore Astore - Maura Banfo - Mauro Benetti - Valerio Berruti - Bruna Biamino - Nicola Bolla - Mimmo Borrelli - Maurizio Borzì - Giulia Caira - Ludovica Carbotta - Manuele Cerutti - Silvio Dealessandri - Sabine Delafon - Ferdi Giardini - Carlo Gloria - Paolo Grassino - Isola & Norzi - Enrico Iuliano - Antonio La Grotta - Nicus Lucà - Simone Martinetto - Andrea Massaioli - Irina Novarese - Netzfunk - Enzo Obiso - Bruno Petronzi - Laura Pugno - Luisa Raffaelli - Alessandro Sciaraffa - Ivan Sgrena - Elisa Sighicelli - Sweety - Fabio Viale - Ester Viapiano - Gal Weinstein
Inaugurazione
Sabato 12 novembre 2005, ore 19
Via San Francesco da Paola 3, Torino
brindisi offerto dal Consorzio per la tutela dell'Asti Spumante DOCG
Fino al 25 maggio 2006
Dal martedì al giovedì dalle ore 11 alle ore 17. Festivi chiuso
Nel campo del sostegno ai giovani artisti Torino è
senz’altro una delle città storicamente più attive e
questa amministrazione ha portato avanti negli anni
numerosi progetti in questo senso che ancora oggi sono
presi ad esempio da altre città. Dal febbraio 2005 se ne
è aggiunto uno dal forte significato simbolico che
abbiamo chiamato In Sede: l’edifico che ospita tutti gli
uffici dell’assessorato alla cultura diventa una grande
sala espositiva e mette in mostra le opere di artisti
torinesi. Chiunque, e sono moltissimi ogni giorno, si trovi
a passare per i nostri uffici può incontrare il lavoro delle
ultime generazioni dell’arte contemporanea cittadina.
Il secondo appuntamento, che coinvolge 36 artisti, si
inserisce in una stagione particolarmente ricca, con la
prima edizione di T1-Triennale di Arte Contemporanea,
Artissima, una nuova edizione di Luci d’Artista, Nuovi
Arrivi, Gemine Muse e un grande convegno
internazionale proprio su giovani, arte e città, che ci
aiuterà a capire le nuove esigenze di questo settore e a
programmare gli interventi più appropriati.
FIORENZO ALFIERI
Assessore alle Risorse e allo Sviluppo della Cultura
della Città di Torino
Per la seconda volta, con la mostra In Sede-per
Torino, tutti i piani dell’Assessorato vengono
felicemente invasi dall’arte contemporanea. Già
la prima edizione di In Sede ha dimostrato che le
opere degli artisti possono essere installate con
successo in contesti non convenzionali.
A vantaggio del luogo che li accoglie (in questo
caso un palazzo di uffici pubblici dove si lavora
per l’organizzazione della cultura torinese),
che viene animato in modo stimolante e
sorprendente, dando la possibilità di vedere dei
lavori artistici di qualità avanzata anche a
moltissima gente che non frequenta gallerie e
musei. Ma l’esperienza è positiva anche per gli
artisti che, dovendosi confrontare con
situazioni spaziali molto articolate – androne,
sale d’aspetto, scale, corridoi, stanze – hanno
studiato con attenzione la collocazione ottimale
dei loro lavori e, in molti casi, hanno realizzato
delle installazioni in situ.
A questa esposizione sono stati invitati trentasei
artisti di diverse generazioni (da quella emersa
negli anni ’80 fino ai giovanissimi), i quali
hanno accettato di presentare opere che, in
qualche modo, hanno un rapporto con la città
in cui vivono e lavorano.
Sono dipinti, sculture, foto, installazioni e
video che in molti casi mettono direttamente
in gioco aspetti specifici dell’identità di Torino,
ma che in altri affrontano liberamente
l’argomento della mostra da una prospettiva
più personale e intimistica, o più legata a
problematiche urbane di carattere generale.
Nel complesso, al di là della maggiore o
minore aderenza al tema, tutti i lavori, circa
settanta, sono un’autentica espressione del
clima culturale torinese molto ricco di tensioni
e di vitale complessità.
Sulla facciata, in alto, tra le finestre, rimane
installato obliquamente il grande e ironico
aereo fatto con la gomma dei copertoni d’auto,
di Fabio Viale, che continua a suscitare curiosità
nei passanti. L’androne, passaggio obbligato
per entrare all’Assessorato, è vitalizzato dalla
presenza di un gruppo variegato di opere.
Dietro il vetro della guardiola un grande
schermo accoglie a tempi alternati un video
delle due Sweety (che hanno prodotto anche
una serie di cartoline pop sulla città), e uno di
Paolo Grassino con delle fotografie in
movimento di due rumeni che vivevano in una
fabbrica abbandonata al posto della quale oggi
sono stati costruiti dei palazzi. L’installazione
più spettacolare è quella dell’israeliano
Gal Weinstein, unico artista che lavora all’estero:
è un giocatore di golf, di altezza naturale, che si
trova sopra una fetta di terreno, i cui strati
inferiori hanno spaccature inquietanti
(metafora della situazione politica drammatica
a livello generale). Sempre nell’androne
troviamo “Le mani sulla cultura”, un murale di
Carlo Gloria (che ha realizzato anche una serie
di immagini in movimento negli uffici del
primo piano) e una grande foto di Bruna
Biamino che ci mostra una visione
particolarmente suggestiva di Porta Palazzo.
Nel cortile, Domenico Borrelli ha piazzato una
sua surreale statua di Minotauro come
straniante omaggio al simbolo della città. Sulle
scale che portano fino al quarto piano hanno
collocato i loro lavori Simone Martinetto (un
intimistico “reportage” sulla vita in casa di sua
nonna, un po’ smemorata); Silvio Dealessandri
(immagini di artisti torinesi nel loro studio);
Alessandro Sciaraffa che ha montato sul soffitto
dell’ultimo piano una leggerissima scultura in
carta stropicciata che si configura come un
paesaggio al contrario; e Ferdi Giardini che ha
utilizzato la tromba delle scale per una cascata
di forme colorate e astratte. Negli atri dei vari
piani, che sono gli spazi più ampi, si trovano
per lo più opere di grandi dimensioni. Si tratta
dei dipinti di Salvatore Astore (un freddo e
enigmatico interno di sala da bagno), di Andrea
Massaioli (una tela su cui galleggiano fragili
profili di automobili), di Manuele Cerutti (uno
strano personaggio che lecca il pavimento), di
Mauro Benetti (una enorme bocca da cui esce
un fiume nero), e di Ivan Sgrena (una poetica
scena di operai davanti a una fabbrica). E delle
sculture di Nicola Bolla (una testa di toro blu
realizzata con brillantini Swarovsky), di Enrico
Iuliano (una tavola con una bottiglia piegata da
cui esce in continuazione del liquido rosso);
di Isola & Norzi (una struttura in basso rilievo
quasi minimalista con valenze architettoniche);
e di Bruno Petronzi (una fantasiosa corona fatta
di grosse mosche luminose).
Sempre negli atri troviamo altri lavori come la
guida a percorsi alternativi a Torino elaborata
dal gruppo Netzfunk sul computer; le immagini
fotografiche di Irina Novarese con fabbriche
torinesi demolite, stampate su una serie di veri
mattoni; l’affascinante lightbox di Elisa
Sighicelli, una visione nottura di una finestra
illuminata; e le raffinate foto in bianco e nero
di Enzo Obiso con particolari nascosti di Torino.
Altre interessanti sequenze di foto sono
proposte nei corridoi da Antonio La Grotta
(solitari e metafisici angoli di Torino immersi
in strane atmosfere luminose); da Maura Banfo
(una riflessione sulla natura dello spazio:
l’assetto architettonico si associa a un carattere
organico e naturalistico, la Fontana Angelica);
e da Maurizio Borzì (un gruppo di foto che
documenta azioni di vita quotidiana di una
ragazza in città).
Altri interventi installati qui e là sono una
immagine trasparente di se stessa
nell’ascensore (che entra in relazione con gli
utenti) di Giulia Caira; una carta topografica di
Torino dove sono segnalati i luoghi da non
frequentare,di Nicus Lucà; il proprio nome e
cognome in lettere metalliche sul muro, di
Sabine Delafon; degli acquerelli che
rappresentano scorci del Valentino,di Laura
Pugno; dei piatti in ceramica come souvenir
torinesi,di Ludovica Carbotta; e una grande foto
digitale di una ragazza che si illumina il volto
con una lampada, di Luisa Raffaelli (omaggio
ironico alle Luci d’Artista); e le delicate pagine
con incisi dei rilievi figurati di Ester Viapiano
(pagine di un libro di Cesare Pavese). Infine,
in uffici del primo piano troviamo ancora un
gruppo di scolaretti dipinto da Valerio Berruti,
e una grande visione notturna di Torino (come
da un aereo) che Laura Ambrosi ha realizzato
tessendo fibre luminose su un supporto in
metacrilato.
FRANCESCO POLI
Per informazioni:
Città di Torino
Divisione Servizi Culturali
Settore Eventi Culturali - Ufficio Creatività e Innovazione
Tel. 011.443.00.45/10 Fax 001.443.00.48
arti.visive@comune.torino.it - gaimaster@comune.torino.it