Per
le opere di Francesco Sena parlare della materia e della tecnica con cui
esse sono state
realizzate non è superficiale, perché nel lavoro di Sena
la superficie è la chiave per leggere
la profondità. La sua tecnica sfugge, infatti, ogni definizione.
Sena mixa fotografia,
pittura e scultura, immettendo nella sua creazione anche un elemento di
casualità. Il punto
di partenza è una fotografia, scattata il più delle volte
da lui stesso, e i soggetti preferiti
sono le inquadrature di anonimi palazzi della periferia, di fronte ai
quali si stagliano alti
lampioni o alberi sottili, in genere vedute urbane di una Torino anni
60. Ogni fotografia
viene riportata, disegnata a matita, su una tavola di legno compensato
e con laggiunta
di plastilina è trasformata in un bassissimo rilievo, poi alla
fine di questo intervento il
quadro viene tutto ricoperto da uno strato sottile e omogeneo,
monocromo, di cera:
gialla, o verde o blu. Così ogni immagine ci appare come vista
attraverso un filtro colorato,
simile ad un velario che crea un effetto di lontananza nello spazio e
nel tempo, una
nebbia che tutto confonde.
Attraverso la cera si possono non tanto vedere, bensì intravedere
le ossessioni dellartista
che predilige questa procedura esecutiva lenta e stratificata. Così
il rallentamento del
processo creativo diventa rallentamento della percezione. Forse è
per questo che davanti
ai quadri di Sena, si ha una voglia irresistibile di toccarli, ma neanche
questo gesto ce
li farà possedere fino in fondo.
Norma Mangione
La natura
che sullinvisibile
mette la maschera del visibile
è solo unapparenza
corretta da una trasparenza.
Victor Hugo
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