MONICA CAROCCI

Scuola elementare Tommaseo

Monica Carocci è stata una delle prime artiste italiane a usare la fotografia come unico
mezzo espressivo. Il suo immaginario, evanescente e offuscato, è caratterizzato da vedute
suburbane dove s’intravedono particolari anonimi di periferie cittadine: strade, cartelli
della segnaletica autostradale, lampioni, pompe di benzina, che aªorano da atmosfere
grigie, prive di contorni.
Le foto, volutamente realizzate con sfocature e poca precisione tecnica, sono stampate a
mano in bianco e nero, in copia unica. Sulla carta da stampa l’artista interviene con strappi
e tagli, cancellando, bruciando, graffiando l’immagine e, in un certo senso, “dipingendo”
la carta con gli acidi da stampa che creano aloni, bollicine e viraggi cromatici. Questi
originali vengono poi rifotografati e ingranditi per essere esposti. Per la Carocci, l’uso del
mezzo fotografico include quindi l’errore, la casualità e sembra voler ricreare i danni dovuti
alle intemperie e allo scorrere del tempo che abrade la nostra memoria. Così facendo
sfida il tradizionale concetto di bello e di “fotografabile”, collocandosi in una dimensione
estetica umbratile basata sul suggerire, sull’evocare.
Norma Mangione


“...Stiamo entrando nell’era
delle griglie di sicurezza e degli
spazi difendibili. E sono le
telecamere di sorveglianza a
organizzare le nostre vite.
La gente chiude le porte e
spegne il proprio sistema
nervoso”.
James G. Ballard

 

MONICA

CAROCCI

 

curriculum.pdf

Senza titolo, 1998 – stampa fotografica, cm 106x142

 

Senza titolo, 1999 – stampa fotogra.ca, cm 74x104