Enrica
Borghi inizia la sua attività espositiva nei primi anni 90
presentando affascinanti
installazioni antropomorfe, realizzate con carte di caramelle e cioccolatini,
shopper di plastica
da supermercato e altri svariati materiali che sono di per sé solo
dei rifiuti non biodegradabili.
Con questi materiali di scarto realizza, ad esempio, delle Veneri di stile
postpop,
che sono copie di statue classiche ricoperte di unghie finte o di bigodini,
oppure degli
abiti-sculture tessuti con sacchetti di plastica cucita alluncinetto.
In questi lavori lei
sispira ad uniconografia convenzionalmente considerata Universo
femminile e domestico,
e questa ricerca di Gender la ripropone anche in opere fotografiche, dove
si vedono
polli allo spiedo vestiti con guêpière e abbigliamento
intimo femminile. Fanno parte
integrante di questo lavoro sullidentità femminile la pubblicazione
di una finta rivista
di moda, Borghi in Fashion, e del libro Zapping in Love:
il diario di una casalinga innamorata
dello scrittore Dylan Thomas. A Nuovi Arrivi Enrica Borghi presenta
un elegante abito
femminile da sera (realizzato con tante bottiglie di plastica) agghindato
con una lungo
strascico a coda. Così la donna che lo indossa può trasformarsi
a suo piacere in Sirena
o Serpente, due iconogra.e classiche della pittura occidentale che identificano
due
modi diversi di emancipazione da un mondo declinato al maschile.
Norma Mangione
Lestro
mi spinge a narrare
di forme mutate
in corpi nuovi.
Ovidio
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