Raffaella Spagna: "Giardini"

ritratTO - Il mio percorso artistico è molto complesso e travagliato, forse perché è stato sempre represso dall'esterno. Ha subito bruschi arresti per poi, inevitabilmente, riprendersi. E' molto variegato, comprende per una buona fetta la danza contemporanea, che per me è da sempre molto importante. Ho iniziato con la classica e ho proseguito verso altre direzioni: ho toccato tutti gli stili, dal flamenco all'afro. Poi ho trovato un gruppo torinese, si chiama Rapatika, molto ben diretto da Paola Colonna, con una ricerca del movimento rarissima in Italia e un grande talento. Negli ultimi sei, sette anni abbiamo fatto parecchi spettacoli insieme. Danza e movimento sono una parte essenziale della mia ricerca, insieme con lo studio del paesaggio. Infatti, ho completato da pochissimo gli studi di architettura che avevo interrotto. Nel frattempo continuava a esistere la pittura, e ho lavorato come assistente in qualche studio. Il mio lavoro non è solo danza, ma anche arti applicate, figurative. Il titolo dell'opera per BIG è "Giardini".

punTO di vista - Ho sempre diretto i miei studi di architettura verso la progettazione del verde e la ricerca sul paesaggio. Facendo la tesi ho scoperto che sempre più artisti contemporanei stanno lavorando sul disegno del giardino, che è anche la direzione del mio lavoro. In "Giardini" tutto si fonde insieme in modo coerente, anche se dall'esterno può sembrare discontinuo, tutto si riallaccia. Il movimento mi interessa come azione che può agire direttamente nel quotidiano, e il paesaggio come l'ambiente della quotidianità, ma anche come qualcosa di già intaccato da tutelare.

TO big - "Giardini" è un lavoro duplice, comprende una performance, che non è danzata ma è proprio un'azione, e comprende un oggetto che sconfina tra l'architettura e la scultura: un giardino di fiori selvatici. Un quadratozzo, collocato probabilmente nella nuova area ristrutturata dei giardini reali, con dentro piante selvatiche già sviluppate. Il lavoro è duplice anche perché prima è stata selezionata l'azione e dopo è stato allegato il secondo progetto, il giardino. Sono due lavori molto collegati uno all'altro. Da Rapatika prendo la performance, il movimento, nel senso che uso proprio loro nelle tre sessioni di azione durante il mese. Hanno lavorato in strade, piazze, anche in situazioni ostili, e sono abituati ad andare direttamente a contatto con il pubblico, mi fido molto della loro collaborazione. Questa parte del lavoro si chiama "È severamente vietato lanciare oggetti dal finestrino". L'azione si svolge su mezzi pubblici, probabilmente tram. Saremo in tre coppie, ciascuna salirà su un tram imbracciando armi improprie, cioè fionde e cerbottane. (L'equipaggiamento è fatto di munizioni di semi rari, appallottolati in vari modi, con la mollica, con la torba o comunque con materiali che si sciolgono.) Durante il tragitto abbiamo il permesso di tirare verso le aree libere, le scarpate, i cigli stradali e così via. È un modo per attirare la gente e insieme contaminare l'esterno con varietà molto rare, anche se sono i fiori che popolavano i campi ai tempi dei nostri nonni. Porteremo con noi delle valigie piene di pacchetti di semi che regaleremo ai passeggeri, sicuramente sconvolti, e a cui daremo spiegazioni tecniche sulla loro coltivazione. Di volta in volta registreremo i discorsi, le registrazioni verranno messe su un nastro e tramite un apparecchio posto vicino al giardino di fiori selvatici le voci continueranno a passare, collegando i due eventi. Magari qualche passeggero incuriosito verrà a vedere il giardino.