La Biennale
Internazionale Arte Giovane di Torino sta organizzando la sua seconda
edizione: BIG Torino 2002. Lo straordinario impegno messo in campo dal
gruppo organizzatore si concentra ora nella definizione di un programma
in cui gli obiettivi della manifestazione vengano ulteriormente definiti
e delineati secondo una fisionomia che vuole essere ben distinta rispetto
alle rassegne artistiche e culturali periodiche che si attuano nelle
diverse parti del mondo.
Per Statuto la Biennale d'Arte torinese è dedicata ai giovani tra i
18 e i 35 anni e per scelta programmatica è aperta alle varie discipline
comprese nel raggio delle attività artistiche: arte visiva, teatro,
musica, danza, cinema, architettura, design, moda, scrittura, gastronomia.
Nascendo in questi anni attraversati da una accelerazione esponenziale
della mutazione di mezzi e sistemi che coinvolgono e condizionano l'intera
società umana, la Biennale torinese intende indirizzare i propri intenti
alla ricerca e alla presentazione di quelle forme creative che in vario
modo affrontano le problematiche della vita sociale nel complesso e
contraddittorio panorama della civiltà attuale.
La contemporanea presenza delle diverse discipline artistiche in un'unica
manifestazione non si presenta quindi come concentrazione di festival
o di avvenimenti separati, bensì come territorio, ideale e pratico,
dedicato all'avvicinamento dei diversi ambiti in funzione di un ben
determinato obiettivo comune. Obiettivo che si identifica in una precisa
urgenza intrinseca ad ogni singola specificità in sintonia con le necessità
diffuse e sentite nel vasto contesto della convivenza sociale. La convergenza
e l'avvicinamento delle diverse forme espressive (mantenendo il massimo
grado di autonomia nelle differenze) è compresa nel significato di un
tema che mette organicamente in rapporto l'arte con le strutture sociali.
È proprio la connessione tra arte e società il motivo di fondo con il
quale si intende dare senso organico a questa Biennale torinese. Ho
pensato, infatti, di connotare la rassegna con un titolo programmatico
che è il seguente: BIG SOCIAL GAME, il che significa "grande gioco sociale"
cioè: giochiamo insieme a cambiare la società. È un invito rivolto ai
giovani, a quei giovani di ogni campo artistico che sentono oggi l'urgenza
di spingere la propria immaginazione verso idee di trasformazione sociale,
sensibile e responsabile.
L'arte si mette in gioco e interviene appunto negli ambiti del sociale
senza perdere la sua radice, la sua autonomia. Un impegno, una responsabilità
dell'arte che passa attraverso l'idea leggera del gioco, dell'avventura,
della meraviglia. Le cose si cambiano per gioco. Si può vincere o perdere,
non importa, l'importante è giocare. Il piacere di cambiare le forme
si traduce nel piacere di portare il cambiamento anche nei sistemi che
contengono i prodotti, che siano visivi, teatrali, musicali o architettonici.
L'arte ha raggiunto quel grado di eccellenza ed autonomia che definirei
con il paradigma dell' "ortodossia". Come per le grandi religioni crescono
sempre più numerose e imponenti le cattedrali dell'arte e si diffonde
l'aura autoreferenziale di un misticismo artistico. Questa rassegna
si vuole collocare sul versante di un'altra faccia dell'arte stessa,
quella "eterodossa" che si dispone all'incontro e all'intreccio con
le cose comuni della vita, che si mescola con i fatti quotidiani, che
interagisce con le imprese scientifiche, economiche e politiche del
nostro tempo senza però mai perdere la propria centralità propositiva.
Non si tratta di arte applicata, ma di arte implicata.
Il Direttore Artistico
Michelangelo Pistoletto
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