Xavier Moulin
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"Homewear". I nostri modi di vivere progrediscono, il concetto di "abitare" anche. "Casa mia" non è più definito come un luogo geografico unico e come un patrimonio fatto di oggetti; varia nel senso che dipende dalle opportunità incontrate (lavoro, tempo libero, relazioni…). I nuovi media di comunicazione oggi moltiplicano queste opportunità e accorciano le distanze e i tempi. Infatti, lavoro per due ore a casa mia, poi vado a correre per 30 minuti, dopo lavoro in ufficio un’ora, successivamente incontro qualcuno per un’ora e mezza su Internet e domani vado a 400 km da qui… Noi evolviamo nel caos fatto di cose materiali e di avvenimenti. L’idealizzazione offre una più grande libertà di movimento, perché uno si vuole sentire a casa propria ovunque e di conseguenza lavorare in modo confortevole e rilassato. I mobili devono essere portatili e più leggeri; gli oggetti, quasi organici, devono avvicinarsi al corpo umano e accompagnarlo e si devono adattare a qualsiasi situazione e topografia. Devono servire ai nostri nuovi "life style", permettendoci libertà fisica e mentale.
Xavier Moulin è nato nel 1969, Izumi Kohama nel 1968. MOSTRE. 2000: Galleria V.I.A., Fiera del Mobile, Parigi. 1999: "Proposals for the next millenium livingrooms", Galleria Glassbox; "Fiera del Mobile, Parigi; Galleria E&Y per la E&Y Wonder Design Exhibition, Tokyo. Progetto realizzato con il contributo di: La Rosa.
"Homewear". Our ways of life have evolved, and so has the concept of "home". "Home" is no longer defined by a unique geographical emplacement and by a patrimony of objects. "Home" varies, it depends on opportunities and encounters (work, leisure, relationships…). The new communications media multiply these opportunities, shortening distances and times. I work for two hours at home, then I go running for thirty minutes, then I work for an hour at the office, then I meet someone for one hour and a half on internet, tomorrow I travel 400 Km… We evolve in a chaos of events and materials. De-materialisation offers the greatest liberty of movement because one can feel at home work comfortably and relax, wherever. Our furniture and objects must become more portable, lighter. The objects must approach the human body, become almost organic, accompany it. They must adapt to all situations and topographies. They must serve our new life-style and permit us to be as physically and mentally free as they are.
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