Di seguito si riporta un grafico che registra l’andamento delle presenze all’interno dell’istituto nel corso del 2020: a gennaio le persone detenute presenti erano 1.435, ad aprile 1.269 (dato numerico più basso di tutto l’anno) e a dicembre erano 1.380. 

La diminuzione della popolazione detenuta nel corso del 2020, è senza dubbio legata all’emergenza sanitaria e ai provvedimenti deflattivi contenuti nel decreto-legge n. 18 del 17 marzo (il c.d. Cura Italia) e nel d.l. del 28 ottobre 2020 n. 137 (il c.d. Decreto Ristori). I due decreti, adottati in momenti diversi dell’anno, hanno introdotto sia una forma di detenzione domiciliare simile a quella prevista dall’art. 1 della legge n. 99/2010 (esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori a diciotto mesi), sia  la concessione di permessi premio di durata prolungata per i detenuti comuni e di licenze premio per detenuti semiliberi.

Nonostante l’introduzione di tali misure, si nota come la popolazione detenuta non sia diminuita drasticamente ma, anzi, nel mese di dicembre 2020 si sia di nuovo attestata intorno alla media delle presenze degli ultimi anni (1.380 detenuti presenti). Di seguito si veda  una ridistribuzione dei detenuti presenti al mese di dicembre 2020 nei vari padiglioni, in cui l’Istituto è articolato, all’interno del quale sono presenti i diversi circuiti penitenziari.

Il Padiglione A, a fronte di una capienza regolamentare di 200 posti, ospita 232 persone allocate in nove sezioni, sette delle quali a connotazione sanitaria. Tali sezioni si articolano a seconda delle diverse tipologie di reato e bisogni della persona detenuta: per coloro che sono sospettati di aver ingerito ovuli contenenti sostanze stupefacenti; per persone detenute con problematiche sanitarie sottoposti  a regime alta sicurezza; per persone detenute a regime media sicurezza con patologie gravi; a connotazione psichiatrica e per soggetti HIV positivi che, unitamente ad alcuni sieronegativi, aderiscono ad un progetto trattamentale.

I padiglioni più popolati sono il B e il C, rispettivamente con 423 e 418 persone. La capienza regolamentare di questi padiglioni è di 273 posti, pertanto, il tasso di sovraffollamento si aggira  intorno al 150%. 

Il Padiglione B è suddiviso in dodici sezioni: una ospita persone detenute impegnate in attività lavorativa esterna ai Padiglioni (art. 21 O.P.); una per persone iscritte ai corsi professionali; due per studenti iscritti a corsi professionali triennali; due sezioni di prima accoglienza per soggetti nuovi giunti; una per soggetti nuovi giunti con problemi di tossicodipendenza; le restanti cinque sono destinate a persone condannate o imputate per reati comuni.

Il Padiglione C presenta dodici sezioni: una per soggetti al regime di alta sicurezza; una per persone detenute con problemi di incolumità con la restante popolazione detenuta; tre per autori di reati sessuali (cosiddetti sex offenders); le restanti sette sono occupate da persone detenute comuni.

Il Padiglione D è un piccolo settore detentivo all’interno del quale sono ristrette persone recluse incolumi sottoposte al regime di alta sicurezza, separate da persone impegnate in attività lavorative all’interno dell’Istituto, per un totale di 21 presenze, a fronte di una capienza di 16 posti regolari.

Il Padiglione E contiene tre sezioni a custodia attenuata: una destinata per le attività terapeutiche per soggetti che presentano problematiche di dipendenza; una per persone detenute che hanno intrapreso gli studi universitari (Polo Universitario); una per gli atleti di una squadra di Rugby. Si registrano 98 presenze totali, a fronte di una capienza regolare di 149 posti reali. Si tratta del padiglione meno affollato di tutto l’istituto.

Il Padiglione F è interamente riservato alle donne recluse suddivise tra settori comuni, una sezione di incolumi per tipo di reato, alcune camere di pernottamento riservate alle nuove giunte, con posti letto destinati, qualora necessario, a donne affette da patologia psichiatrica e/o eventuale sospetto di ingestione di ovuli. Un’ulteriore sezione ospita coloro che hanno ottenuta la semilibertà. La struttura ospita 103 donne a fronte di una capienza regolamentare di 89 posti.

Distaccata dal resto della struttura penitenziaria, si trova una palazzina c.d. dei Semiliberi in cui al piano terra è ubicata la sezione ICAM, riservata alle mamme con figli minori di 6 anni, con due mamme registrate e due bambini. Al piano superiore sono collocate persone detenute semilibere o che hanno accesso all’art 21 O.P. (lavoro esterno), con 55 presenze totali.

Posizione Giuridica persone detenute

Il seguente grafico indica la posizione giuridica delle persone detenute all’interno della Casa Circondariale torinese.

Il 54,8 %  delle persone detenute presenti sono c.d. “definitivi” e cioè scontano una pena per una sentenza di condanna passata in giudicato, il 37,4 % del totale sono invece detenuti in misura di custodia cautelare o in attesa del giudizio di primo grado (22,5%), appellanti (9,1 %) o ricorrenti (5,8 %). Il 7,4% dei reclusi è invece in una posizione mista perché stanno scontando un definitivo e nel frattempo sono in attesa di sentenza definitiva per altro procedimento penale. Infine una piccola percentuale, lo 0,4%, è rappresentata da internati ovvero da coloro che sono sottoposti all’esecuzione delle misure di sicurezza detentive (colonia agricola, casa di lavoro, casa di cura e custodia, REMS) e che quindi illegittimamente trattenuti in carcere.

 

Di seguito invece si riporta un grafico con la popolazione detenuta divisa per circuiti penitenziari di appartenenza: come si evince, il circuito principale è quello di Media sicurezza (94,2%) e quello residuale è l’Alta sicurezza (5,8%).

Cittadinanza delle persone detenute

Di seguito un  grafico rappresentativo della popolazione detenuta nella Casa Circondariale.

Il 92 % delle persone detenute è di sesso maschile, l’8 % di sesso femminile. La percentuale di detenuti italiani presenti (donne e uomini) è del 53,7%, quella degli stranieri presenti (donne e uomini) è del 46,3% . La percentuale di cittadini stranieri è significativamente superiore rispetto alla media nazionale che si attesta intorno al 32%: tale dato è riconducibile alla natura circondariale dell’Istituto di pena. Da dati Istat, emerge che i tre principali reati commessi da cittadini stranieri sono riconducibili a : spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti (37,2%), rapina (27,6%) e furto (24%). Tale tendenza di reato può essere riconducibile ad una marginalità sociale sistematica nel nostro sistema e alla poca possibilità di integrazione delle persone straniere presenti sul territorio. Ne è la prova il fatto che molti dei cittadini stranieri reclusi si rivolgono all’Ufficio Garante per problemi relativi a: permessi di soggiorno scaduti, presenza irregolare sul territorio italiano, mancanza di una rete d’appoggio all’esterno della struttura. Per far fronte a tali problematiche nel 2019 il nostro Ufficio ha avviato una collaborazione con la cooperativa Atypica che ha messo a disposizione dell’attività del Garante un servizio di mediatori culturali e linguistici che potessero affiancare i membri dell’Ufficio in caso di necessità. Tale collaborazione è stata mantenuta anche del 2020, per un totale di 50 ore di mediazione annuali a disposizione. Per tutte le informazioni sulle attività dell’Ufficio rivolte alla popolazione detenuta straniera si rimanda al paragrafo dedicato,  pagina 92,  e al paragrafo sui progetti ideati e sostenuti, pagina 24 del presente testo.

Di seguito un grafico in cui sono riportate le nazionalità principali delle persone detenute  straniere presenti in istituto. Si segnala che questa non è la fotografia rappresentativa dell’intera situazione poiché le nazionalità di provenienza dei cittadini stranieri reclusi nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno  sono molto più numerose di quelle qui riportate. Si avrà modo di riscontrare più avanti, nel corso dell’esposizione dei dati degli iscritti ai corsi di istruzione e formazione, un ventaglio di nazionalità di provenienza molto più ampio.

La percentuale più alta di stranieri detenuti è quella relativa alla componente marocchina, seguono poi cittadini di nazionalità rumena e senegalese e nigeriana.