Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino è sito all’interno della città, in Via Santa Maria Mazzarello 31, ha una superficie di circa 3000mq, ed una capienza effettiva media di 180 posti. La gestione del Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino è affidata dal 2018 alla società francese GEPSA (Gestion étabilissements pénitenciers services auxiliares), già in passato responsabile di alcuni dei servizi svolti all’interno del Centro.
La struttura è divisa in 6 aree detentive, ognuna delle quali conta 5 camere di pernotto, ciascuna dotata di 7 posti letto, 2 bagni e una doccia. All’interno di ogni area vi è un refettorio, ad utilizzo di tutti i trattenuti dell’area. In una zona separata dalle altre aree detentive si trova una struttura denominata ” Ospedaletto” composta da 12 camere doppie. Nel C.P.R. di Torino sono trattenuti esclusivamente uomini.
L’organizzazione interna al Centro ha subito molti cambiamenti a seguito dell’entrata in vigore del d.l. 113/2018, convertito, con modificazioni, in legge n. 132/2018. In estrema sintesi, la legge porta ad un incremento del ricorso alla misura di trattenimento e alla lunghezza della stessa per un massimo di 180 giorni, con l’introduzione di una nuova ipotesi di privazione della libertà personale del richiedente asilo fino a 12 mesi.
In ottemperanza a tali novità e facendo seguito a quanto già disposto dalla precedente normativa (si veda d.l 13/2017 convertito in legge n. 47/2017), si è assistito nel 2019 all’apertura di nuovi centri e all’aumento della capienza di quelli già esistenti. Nel Nord Italia sono stati aperti i Centri di Gradisca d’Isonzo e di Milano, di conseguenza, Torino non è più l’unica realtà in quest’area geografica.
Le modalità di azione operativa del Garante Comunale di Torino all’interno del CPR sono le seguenti:
- Visite periodiche e ad hoc del Centro;
- Colloqui individuali;
- Riceve segnalazioni telefoniche dalle persone trattenute, da operatori, da enti esterni, dai legali difensori dei trattenuti;
- Compilazione di report a seguito di ogni intervento;
- Eventuale invio di segnalazioni agli enti di competenza o agli altri Garanti;
- Interlocuzione continue con la Direzione del Centro e con l’Ufficio Immigrazione della Questura;
IL Garante comunale è stato inoltre coinvolto nel progetto “Realizzazione di un sistema di monitoraggio dei rimpatri forzati” attivato dal Garante Nazionale al fine di rafforzare la tutela dei diritti dei cittadini stranieri destinatari di provvedimenti di espulsione o respingimento. Il progetto, finanziato dal Fondo asilo, migrazione e integrazione 2014-2020 (FAMI), cofinanziato dalla Commissione Europea e dallo Stato italiano e gestito dal Ministero dell’Interno, vede i coinvolgimenti di alcuni Garanti regionali che, dotati di strumenti e competenze, hanno il compito di monitorare le operazioni di rimpatrio forzato. All’attività di osservazione durante i monitoraggi segue la compilazione delle checklist che sulla base di standard europei e internazionali individua le aree di attenzione, gli aspetti strutturali e procedurali di maggiore rilievo e le informazioni da acquisire per valutare il rispetto dei diritti fondamentali delle persone sottoposte a tali procedure.