Le lettere consentono di riempire i “tempi di solitudine” caratteristici della condizione in cui si trovano le persone detenute. Le lettere rimangono il mezzo privilegiato per la corrispondenza con la Garante.
A partire dal 2018 è attivo il servizio “Zeromail”, che consente alle persone detenute di inviare e ricevere posta elettronica. Il servizio consiste nella scansione delle proprie lettere autografe e/o documenti, infatti è possibile ricevere, oltre ai testi mail, disegni o fotografie nel pieno rispetto della privacy.
Rispetto al contenuto dei messaggi che quotidianamente riceviamo, alcune lettere o email riprendono elementi del colloquio con eventuali aggiornamenti della situazione, altre esprimono riconoscenza per i risultati ottenuti o porgono auguri per particolari ricorrenze. Più rare le segnalazioni e le istanze di gruppo da parte delle persone ristrette che ci vengono inviate per conoscenza. Nella maggior parte dei casi, alla comunicazione scritta segue sempre una visita della Garante in Istituto per una valutazione più approfondita della problematica.
Nel 2020 l’Ufficio ha ricevuto 130 lettere e 179 email da persone detenute. La lettera rimane un mezzo di comunicazione privilegiato all’interno del carcere; i numeri indicano un sensibile aumento delle email, grazie al servizio in abbonamento, denominato Zeromail, disponibile per le persone recluse. Di seguito il grafico rappresentativo delle motivazioni che spingono la persona a contattare l’Ufficio Garante:
Nel 2019 l’Ufficio ha ricevuto 71 lettere e 32 zero-mail.
Nel 2018 l’ufficio ha ricevuto 23 lettere, 10 telegrammi, nessun fax né e-mail.