La quasi totalità dei detenuti presenti è di sesso maschile (circa 90%), dato che si è pressoché stabilizzato nel corso degli ultimi anni.
Si riportano di seguito i dati relativi alla posizione giuridica:
POSIZIONE GIURIDICA | In attesa di primo giudizio | Condannati non definitivi | Definitivi | Mista con definitivo | Internati | Totale |
Italiani | 171 | 92 | 433 | 66 | 1 | 763 |
Stranieri | 212 | 95 | 308 | 38 | 2 | 655 |
Totale | 383 | 187 | 741 | 104 | 3 | 1418 |
In aumento è anche il numero di coloro che si trovano in carcere in custodia cautelare, che a dicembre 2018 rappresentava il 27% dei presenti. Tra questi la percentuale maggiore, 55%, è rappresentata dagli stranieri contro il 45% degli italiani; percentuali che in realtà si invertono quando si considera invece l’intera popolazione detenuta.
Ad essere detenuti con condanna non definitiva sono il 13%, i definitivi il 60%. A fronte dell’incremento della percentuale di affollamento e di quella relativa alla custodia cautelare, la percentuale di detenuti non italiani è praticamente stabile, aggirandosi attorno al 45%, dato che si conferma costante negli ultimi anni.
La maggior parte delle persone detenute nella Casa Circondariale è in regime di media sicurezza, 94% di cui circa un quarto in regime chiuso e il 75% in regime aperto, il 6% è in regime di alta sicurezza.
Come mostra il grafico sopra, nell’Istituto torinese è presente un’elevata percentuale di persone detenute straniere, con un alto numero di cittadini non appartenenti all’Unione Europea, una comunità irregolare, senza effettivi legami sul territorio e perlopiù destinata ad essere espulsa terminata la pena, condizione che non muta anche se durante la detenzione gli interessati al provvedimento mantengono un ammirevole comportamento e rispondono positivamente al percorso trattamentale.
Per quanto riguarda gli stranieri provengono in prevalenza da: Marocco (18%), Romania (14%), Nigeria (13%), Albania (12%), Senegal (8%). Gli stranieri presenti a Torino, cosi come nel resto del nostro Paese, sono in carcere principalmente per violazione delle norme sull’immigrazione, i restanti per istigazione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (articoli 12 e 13 T.U.Immigrazione).