Come mostra il grafico sopra, nell’Istituto torinese è presente un’elevata percentuale di persone detenute straniere, con un alto numero di cittadini non appartenenti all’Unione Europea, una comunità irregolare, senza effettivi legami sul territorio e perlopiù destinata ad essere espulsa terminata la pena, condizione che non muta anche se durante la detenzione gli interessati al provvedimento mantengono un ammirevole comportamento e rispondono positivamente al percorso trattamentale. Le problematiche riscontrate nel periodo preso in considerazione a questa relazione corrispondono a quelle illustrate nelle precedenti :
- Assenza di mediatori culturali che determina un aumento dell’incomprensione
- Mancanza di adeguata difesa
- Difficoltà nel rinnovo del titolo di soggiorno
- Mancanza di abitazione
- Scarsi legami sul territorio
Anche lo scorso anno si è rinnovato il protocollo di intesa con l’International University College (IUC), Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” ed il nostro ufficio con un accordo che concerne l’orientamento legale di richiedenti protezione internazionale all’interno della popolazione detenuta e nell’accompagnamento a titolo gratuito di persone detenute che abbiano manifestato l’intenzione di richiedere la protezione internazionale e che non abbiano mezzi e strumenti per dare seguito alla propria volontà. (Allegato n.13).
Di seguito i dati delle persone seguite nel 2018: 4 originari del Niger, 1 del Senegal, 1 Somalia e 1 Sudan.
Conclusosi nel mese di settembre il progetto finanziato dal nostro Ufficio (paragrafo C.C. Lorusso e Cutugno – Mediazione e ricerca) relativo all’inserimento dei mediatori culturali, oggi la popolazione straniera si trova priva di mediatori di riferimento e interlocutori in grado di accompagnare la loro detenzione in funzione delle loro problematiche.