Il numero dei rimpatri effettuati nei confronti di persone presenti presso il C.P.R. ha fatto registrare una diminuzione del 72 % rispetto al valore del 2020.
A fronte di una presenza di 755 persone trattenute, in linea con la diminuzione delle presenze delle ultime due precedenti annualità, si assiste quest’anno ad un importante calo del numero delle persone rimpatriate. Questo è dovuto, probabilmente, sia alla difficoltà di organizzare i rimpatri con i paesi di origine per la chiusura delle frontiere, dovute al contenimento della diffusione del virus, ma anche alle regole imposte dagli stati di rientro, che spesso richiedono l’esito negativo al tampone prima della partenza o all’arrivo. Per questo, sono state messe in atto strategie di resistenza individuali: molte persone si sono sottratte all’obbligo di tampone da effettuarsi nel giorno precedente alla data di rimpatrio, evitando così la partenza. Nel corso dell’anno, tuttavia, anche le richieste di ciascun paese sono cambiate. La Tunisia ha tolto l’obbligo di tampone, sostituendolo con un periodo di isolamento, sono stati infatti aggiornati gli accordi con il Ministero e al momento per rimpatriare i cittadini tunisini occorre avere una dichiarazione del rifiuto del tampone e 7 giorni di isolamento effettuati nel centro; l’Egitto e la Nigeria prevedono ancora il tampone obbligatorio; l’Albania non chiede alcun tampone e il Marocco accoglie o con tampone o con vaccinazione.
Per le molte persone verso le quali non è stato effettuato il rimpatrio, anche per assenza degli accordi con i paesi di rimpatrio, il trattenimento si è rivelato un inutile tempo di detenzione.
La tabella mostra le nazionalità maggiormente rappresentate. Si noti, a titolo esemplificativo, come delle 195 persone trattenute di nazionalità marocchina nessuna è stata rimpatriata. Inoltre, sono ancora presenti cittadini trattenuti di nazionalità per le quali il rimpatrio costituirebbe una grave violazione degli obblighi costituzionali e internazionali di non refoulement (ad esempio, anche se in numeri bassi, sono presenti cittadini siriani, afghani e somali).
Questo dato è confermato anche dall’alto numero dei rilasci. Nel corso dell’anno sono state rilasciate 397 persone.
Fra le persone trattenute lungo il 2021 n. 63 sono richiedenti asilo.
Le persone richiedenti asilo sono invece diminuite nel corso dell’anno, anche per la diminuzione degli ingressi di persone provenienti direttamente dalle navi quarantena, un fenomeno che nel 2020 aveva visto l’aumento esponenziale delle richieste di asilo dal centro.
Una delle criticità riscontrate durante le visite del 2021, è stata quella della tempestività della formalizzazione della domanda di asilo espressa verbalmente. In diverse occasioni si è riscontrato come fossero registrati un numero di richiedenti asilo inferiore rispetto a coloro che si dichiaravano tali, per questo motivo, è stata raccomandata la massima attenzione nella registrazione immediata delle domande, essendo i richiedenti, in tale frangente, sottoposti al rischio di essere rimpatriati. Si sottolinea inoltre che la Questura di Torino non ha ancora stabilito una procedura specifica per le istanze di richiesta di protezione speciale, prevista dalla legge n. 173/2020 (cd. Decreto Lamorgese) provenienti dal Centro, al di fuori dei casi di concessione in subordine rispetto alla richiesta di asilo. Nel corso del 2021 non risulta pervenuta all’Ufficio Immigrazione del Centro alcuna istanza di protezione speciale.
I colloqui in presenza, dopo l’interruzione dovuta allo stato di emergenza sanitaria, sono ripresi solamente con le persone autorizzate da Regolamento C.I.E.. Al momento, entrano i parenti che dimostrano il grado di parentela con il trattenuto e muniti di green pass. Per quanto riguarda il personale esterno, al momento, entra un solo sacerdote volontario mentre non fanno ingresso ministri di altri culti.
Nel 2021 è stata garantita la presenza di cinque medici alle dipendenze dell’Ente Gestore che hanno coperto turni di 5 ore giornaliere, gli infermieri sono quattro e coprono il servizio h 24.
Data la carenza di personale medico ed infermieristico il 24 febbraio del 2021 è stato siglato un protocollo d’intesa tra l’Ente Gestore Gepsa e l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino con parere positivo della Prefettura.